“Se il tempo che usiamo quotidianamente per lamentarci, lo usassimo per escogitare delle soluzioni, cosa accadrebbe?”. Questo è l’assunto da cui nasce ProPositivo.
Stampa e media fomentano quello che in psicologia è definito negativity bias ovvero il fatto che le notizie negative abbiano un maggiore effetto sulla psiche umana di quelle positive. Questa nozione è parte integrante del diffuso senso di impotenza che attanaglia la nostra società. Al contrario, essere propositivi è una capacità che sta alla base di un idea che solo recentemente sta entrando a far parte del nostro immaginario collettivo, ovvero l’idea di resilienza. Resilienza ha diversi significati. Viene dal latino resalio a connotare il gesto di risalire sull’imbarcazione capovolta dalla forza del mare. In psicologia indica la capacità di uscire rafforzato da un esperienza traumatica, mentre in ecologia ed economia è la capacità di un sistema economico o ecosistema di adattarsi e sfruttare a proprio vantaggio uno shock subito dall’esterno. In breve c’è anche chi l’ha definita, scusate il francesismo, come la capacità di usare i periodi merda per concimare il proprio futuro. Una parola dunque, Resilienza, a rappresentare e animare il senso del nostro Festival che vedrà circa 50 tra associazioni, istituzioni e aziende riunirsi in una riflessione e analisi del territorio del centro Sardegna.
Il Festival della Resilienza 2015 rappresenta l’evoluzione dell’esperienza maturata da ProPositivo con l’organizzazione delle due edizioni di “Sardegna in Transazione”, svoltesi nel 2013 e 2014 nel comune nuorese di Macomer ed incentrate sul rinnovamento delle comunità locali. Rispetto ai precedenti due incontri, ProPositivo sperimenta quest’anno una nuova metodologia di co-creazione: il BrainSurfing, nato dall’incontro tra riflessione dinamica (brainstorming) ed ospitalità diffusa (couchsurfing). In breve, i professionisti locali sfruttando gli strumenti dell’economia della condivisione, ospiteranno e racconteranno il territorio ad un gruppo di esperti regionali e nazionali selezionati tramite un open call e un comitato scientifico. Escursioni, storytelling, eventi culturali e laboratori di co-creazione, accompagneranno gli ospiti alla scoperta del Marghine-Planargia con l’intento di creare una sinergia umana prima ancora che professionale fra glia attori coinvolti.
Dal 27 Luglio al 1 Agosto a Macomer, la filiera agro-turistica, l’imprenditorialità, l’open data, le smart cities, la permacultura, sanità e cultura saranno la cornice che darà voce a nuove forme di partecipazione e riflessioni collettive sulla resilienza come strumento di rinascita delle comunità locali. Ad accompagnare e guidare tali riflessioni sarà fondamentale il contributo di realtà quali Libera, Equologia, l’associazione dei Comuni Virtuosi, Italia che cambia, Rena, Barega, Open Hub e tante altre ancora.
La riflessione itinerante sul territorio del Marghine e Planargia, sarà incorniciata dai Moros di Gina Tondo e culminerà a Macomer il 30 luglio nell’offerta culturale che animerà l’area archeologica di Tamuli, riscoperta attraverso il radio walkshow guidato da Urban experience e la Cooperativa Esedra, il blues di Francesco Piu introdotto da Ivian Faedda, la Resilienza della danza dei Prendashanseaux, il Biofilm di Ignazio Figus. Il 31 luglio alle ex-Caserme Mura sarà invece il Teatro T di Letizia Marras e Stefano Manai a farci sognare a occhi aperti. Non sarà da meno l’armonia ironica di Claudia Aru ne l’ingegno di Ramon Pilia, che unirà scienza e arte affrontando la resilienza con la mente di un fisico e il cuore di un teatrante. Gianluca Nieddu ci presterà i suoi occhi per raccontarci il lavoro svolto con i detenuti del carcere di Macomer mentre i Tenore Janna Bentosa ricameranno la nostra identità tradizionale sulle tele che i Lyrical Dropperz coloreranno di Hip Hop. Il primo agosto, il Festival si chiuderà tra i boschi di Badde Salighes dove Urban Experience e Passiflora ci trasporteranno in una riflessione itinerante sull’intelligenza connettiva, per poi condurci a Bosa Marina con lo Yoga in spiaggia di Maria Giovanna Secci e il teatro di Valentino Mannias.
Loro sono solo alcuni delle circa cinquanta tra associazioni, aziende, istituzioni e artisti riuniti per mettere in contatto realtà resilienti e pratiche virtuose all’interno del Festival della #Resilienza 2015 di ProPositivo.
L’intento è quello di creare degli incubatori di idee permanenti nel territorio sul modello dei Laboratori di Innovazione Sociale promossi da Open Hub nelle università in Italia e nel mondo. Incubatori che invoglino e assistano la partecipazione, offrendo un appoggio per lo sviluppo di idee e progetti, sfruttando il potere di una rete resiliente per un futuro più propositivo. In fin dei conti, il futuro di una comunità è determinato dalla sua capacità di mettersi in gioco e tradurre le criticità in opportunità, dunque diffondiamo idee non problemi!
Vi aspettiamo a Macomer a fine luglio.