Il pilota britannico della Mercedes vuole sfatare la superstizione secondo cui chi vince in Ungheria, non vince il Mondiale. Fondamentale partire in testa perché dopo Montecarlo questo è il circuito con meno punti in cui è possibile sorpassare
Non sarà il minuto di silenzio, che sarà osservato alle 13.45, un quarto d’ora prima della partenza del GP di Ungheria, né la decisione di ritirare il numero 17 o di permettere ai piloti e ai box di ricordarlo con apposite scritte e tributi, ad assolvere la Fia dalle tremende responsabilità per la morte di Jules Bianchi.
A tre settimane dalla gara di Silverstone, che ha segnato il giro di boa della stagione, e a una settimana dalla scomparsa del pilota francese – dopo nove mesi di coma, a seguito del terribile schianto di Suzuka contro una gru la cui presenza non era stata adeguatamente segnalata – i piloti tornano in pista con un misto di tristezza e paura: qui, nel 2009, Felipe Massa fu colpito alla testa da una molla staccatasi dalla vettura che gli stava davanti, da allora ancora si discute se chiudere o meno l’abitacolo. Il tema è più che mai quello della sicurezza, accentuato anche dallo spettacolare e per fortuna privo di conseguenze incidente di Sergio Perez con la Force India nelle prime libere del venerdì.
Per il resto, la gara dell’Hungaroring, storicamente il viaggio oltrecortina della Formula Uno ai tempi del Muro e della Guerra Fredda, dovrebbe confermare – ça va sans dire – la supremazia delle Mercedes. Primo nelle prove libere del venerdì, qui Lewis Hamilton ha già vinto quattro volte su otto gare disputate e ha tutta l’intenzione di raggiungere il record di Michael Schumacher a cinque e di sfatare la superstizione che chi vince in Ungheria non vince poi il Mondiale: l’ultimo ad esserci riuscito è stato infatti Schumi nel 2004. “Con tutti questi angoli lenti sembra una pista di go-kart – ha detto il britannico -, una pista che trovo molto divertente”. Sulla stessa falsariga Kimi Raikkonen, il cui futuro in Ferrari sembra giunto al termine, mentre il compagno di squadra Sebastian Vettel sul sito ferrari.com ha spiegato il circuito curva per curva, sottolineando i cambi di pendenza come fattore decisivo.
Fondamentale sarà partire in testa, visto che dopo Montecarlo questo è il circuito con meno punti in cui è possibile sorpassare, altrimenti, per non assistere a un dominio della Mercedes, non resta che sperare nella pioggia, data al 30% per il giorno di gara. E mentre Bernie Ecclestone sfoglia la margherita per decidere se dalla stagione 2017 le gomme uniche saranno Bridgestone o Pirelli, per adesso si mette una toppa a una delle mille crisi economiche finanziarie che stanno attraversando il Circus. Pare, infatti, che la Lotus abbia offerto delle valide garanzie economiche alla Pirelli per saldare gli arretrati, il rischio altrimenti era che la scuderia britannica si ritrovasse venerdì mattina a dover correre senza pneumatici. Un’impresa abbastanza ardua. Buone notizie anche per la Renault, che nel caso decidesse di proseguire la sua avventura in Formula Uno riceverebbe da Ecclestone un extra bonus in denaro, in quanto le verrebbe riconosciuta l’importanza di marchio “storico” della F1. Business as usual all’ombra della crisi, verrebbe da dire. Intanto si gira. Sabato le qualifiche in diretta su Sky e Rai 2 alle 14, poi domenica sempre alle 14 diretta della gara su Sky e Rai 1.