Il premier definisce la riunione sindacale al sito archeologico "scandalosa". Ma precisa: "Nessuno mette in discussione i diritti dei lavoratori, ma c'è bisogno di buon senso e ragionevolezza". Barbagallo, Uil: "Per una volta sono d'accordo". Cgil: "Patetiche paternali, abbiamo già condannato quelle forme di protesta". Furlan, Cisl: "Basta demagogia e polveroni"
“Se continua così dovremo difendere i sindacati da se stessi”. L’assemblea di Pompei è stata “scandalosa”. Lo sciopero in Alitalia “fa male”. “C’è bisogno di buon senso e ragionevolezza”. Matteo Renzi critica quello che è accaduto venerdì al sito archeologico campano, dove una riunione organizzata dai lavoratori ha impedito, per ore, l’ingresso dei turisti agli scavi. E si sofferma sull’agitazione organizzata lo stesso giorno dai piloti e dagli assistenti di volo Alitalia. Lo fa con parole dure, su E-news, dove parla a tutto campo di ripresa economica, riforme e tasse. E come prevedibile l’intervento del primo ministro innesca le reazioni delle tre maggiori sigle. E se a sorpresa il giudizio di Renzi viene condiviso dal leader Uil Carmelo Barbagallo (“per una volta sono d’accordo”), la Cgil bolla le frasi come “patetiche paternali, abbiamo già condannato quelle forme di protesta”. Mentre il numero uno della Cisl, Annamaria Furlan, invita a non “sollevare polveroni”.
“Non ce l’ho con sindacati, ma quello che è successo a Pompei è scandaloso”
“Vedere che dopo tutto il lavoro fatto per salvare il sito – dice Renzi – e quindi i posti di lavoro a Pompei un’assemblea sindacale blocca all’improvviso migliaia di turisti sotto il sole o vedere che dopo le nottate insonni per coinvolgere Etihad e evitare il fallimento di Alitalia, gli scioperi dei lavoratori di quell’azienda rovinano le vacanze a migliaia di nostri concittadini, fa male”. “Intendiamoci, per evitare le polemiche di domani”, mette le mani avanti il premier, “nessuno mette in discussione il diritto all’assemblea sindacale o allo sciopero. Sono diritti sacrosanti. Ma c’è anche bisogno di buon senso e di ragionevolezza, di responsabilità e di rispetto. In un momento come questo – continua Renzi – tenere migliaia di turisti venuti da tutto il mondo, sotto il sole per un’assemblea sindacale a sorpresa significa volere il male di Pompei. Significa fare il male di Pompei. Io non ce l’ho con i sindacati. Ma se continua così dovremo difendere i sindacati da se stessi. L’assemblea di ieri a Pompei, in quelle modalità, in quelle forme, è semplicemente scandalosa. Continueremo a lavorare per Pompei, nonostante loro”, conclude.
“Ai sindacati nessun diritto di veto”
Quello del rapporto con i sindacati è un tema sul quale il premier si sofferma anche nella rubrica “Caro segretario” su l’Unità. “Quando è possibile – risponde a un lettore – noi siamo in prima linea a fianco dei sindacati, come ieri con la risoluzione della vicenda Whirlpool. Ma se su alcune cose non siamo d’accordo, non lasciamo a loro il diritto di veto. Se siamo convinti, andiamo avanti”.
Barbagallo: “Su Pompei e Alitalia d’accordo con Renzi”
Le parole del primo ministro su Pompei e Alitalia trovano il sostegno inaspettato da Barbagallo. “È una delle poche volte in cui sono d’accordo con Renzi” commenta il segretario della Uil che precisa di essersi già scusato, in passato, con turisti e cittadini per i disagi creati da manifestazioni sindacali ma anche che “in molte situazioni le scuse dovrebbero arrivare anche da dirigenti e politici” che non sanno risolvere i problemi dei lavoratori. “Ho già avuto modo di dire – spiega in una nota il segretario generale – che certe forme di lotta, anche se conseguenza dell’esasperazione dei lavoratori, creano le condizioni per mettere l’opinione pubblica contro il mondo del lavoro“.
Cgil: “Da Renzi patetiche paternali, abbiamo condannato quello che è successo a Pompei”
Non si è fatta attendere invece la replica della Cgil Campania che bolla le parole del presidente del Consiglio come “patetiche paternali”. “Il sindacato sa come difendersi – afferma il segretario generale campano Franco Tavella – Il presidente del Consiglio ci risparmi le sue patetiche paternali”. “La Cgil – precisa – ha da subito condannato senza indugi, per l’ennesima volta, le forme di protesta messe in atto a Pompei. Venerdì si è consumata una pagina vergognosa che ha penalizzato l’immagine del sito archeologico agli occhi del mondo e costretto tanti turisti ad una lunga attesa sotto il sole”.
“Il presidente Renzi – conclude Tavella – non usi l’irresponsabilità di una parte minoritaria del sindacalismo autonomo per apportare l’ennesimo attacco al sindacato confederale. Si occupi piuttosto di più e meglio della Campania e rinunci per una volta alla facile demagogia”.
Furlan: “Al Paese non serve demagogia. No ai polveroni”
Dura nei confronti di Renzi anche Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl: “Non serve al nostro Paese fare demagogia o sollevare polveroni” e “il sindacato confederale “e in particolare la Cisl ha sempre avuto un ruolo responsabile nel Paese” sottolinea Furlan che invita il governo a rinnovare “subito i contratti pubblici scaduti da ben sei anni”. “Noi – continua la nota – non abbiamo mai sostenuto chi prende per ostaggio i turisti o chi proclama scioperi solo per motivi corporativi, come è accaduto in questi giorni nel caso dell’Alitalia. Si tratta di comportamenti sindacali che noi non condividiamo e da cui prendiamo le distanze”.
I “precedenti” del premier contro i sindacati
Quelle di oggi sono solo le ultime critiche che il premier rivolge ai sindacati. Era già successo per la riforma della scuola. Il 5 maggio insegnanti, studenti e sindacati scesero in piazza. E Renzi commentò così: “Fa ridere scioperare contro il governo che assume. La scuola è delle famiglie e degli studenti, non dei sindacati della scuola”.
Altro sciopero, altra categoria bacchettata da Renzi. Come a settembre 2014, quando ospite di “Porta a porta” davanti all’agitazione proclamata dall’Associazione nazionale magistrati contro la responsabilità civile dei giudici reagì così: “L’Anm protesta? Brrrrr, che paura“. Nella stessa puntata definì “illegale” e “indecoroso” lo sciopero minacciato dai rappresentanti sindacali delle forze dell’ordine. Un rapporto turbolento fin da subito quello tra i sindacati e il premier convinto che “ce l’abbiano con me perché gli tolgo potere”.