La medicina non è mai stata solo scienza, è un’Arte. Il giuramento di Ippocrate nella sua forma originale, in gran parte è dedicato al rispetto ed all’onore del proprio Maestro di Arte Medica.
Il vero medico giura fedeltà rispetto ed onore persino ai figli del proprio Maestro oltre che alle dee Igea innanzitutto (Prevenzione Primaria) e non solo Panacea (cura).
Risulta ormai stridente e suicida la dicotomia che si è creata negli ultimi decenni tra una medicina esclusivamente votata alla eccellenza tecnologica delle sole cure al fine del solo profitto economico (la medicina e la oncologia della ricerca farmacologica, devota esclusiva della dea Panacea), ed una trascurata medicina della prevenzione innanzitutto primaria, quella vera (devota alla umile e sempre sottovalutata dea Igea) che ha dei veri Maestri in alcune figure di riferimento storiche come il Prof Lorenzo Tomatis, già direttore IARC di Lione e fondatore di ISDE Medici per l’Ambiente e nel Prof. Giovan Giacomo Giordano, già Direttore Scientifico della Fondazione Pascale alla fine degli anni 80, “dimissionato” perché colpevole di avere denunciato, con conseguenti arresti in flagranza di reato, le infiltrazioni della mala politica nella gestione della Fondazione, unico centro di eccellenza pubblico per la prevenzione, lo studio e la cura dei tumori in Campania.
Io sono figlio di un eroe “scugnizzo” delle 4 Giornate di Napoli, (via Raffaele Marfella, quartiere Miano), e nipote di una medaglia d’oro alla Sanità della Repubblica Italiana, Vincenzo Marfella, per avere contribuito a vaccinare in soli tre mesi circa un milione di napoletani nella crisi di colera del 1973. Ricordo bene quando zio Enzo mi disse: “Mi raccomando Antonio, tu sei bravo, fai il ricercatore in farmacologia: ti farai si soldi! Non occuparti mai di Igiene e rifiuti come me!”
Feci il ricercatore ma sono stato anche l’ultimo borsista a restare al fianco del Direttore Scientifico del Pascale Giovan Giacomo Giordano sino alla sue “dimissioni” volute dalla mala politica di allora. In quel periodo il Pascale era ricco di primari innanzitutto Maestri, non solo Professori. Un nome per tutti: Prof. Romolo Cerra, Primario chirurgo medaglia d’argento al valore civile della Repubblica italiana per avere immolato la propria vita sull’autostrada Napoli-Salerno.
“Too much medicine!”. Troppa medicina e poca prevenzione e presa in carico dei pazienti: questa è oggi la sentenza inappellabile del prestigioso British Medical Journal. Tutti cerchiamo la cura migliore e il professore migliore, ma noi medici sappiamo bene che avremmo bisogno di Maestri, che spesso non troviamo più..
Tutti desideriamo una guida che ci indichi la strada corretta. «Maestro» (Rabbi) era l’appellativo di Gesù nei Vangeli. In Italia oggi non è un titolo ambito, quello di Maestro. Per i nostri “fratelli maggiori” ebrei, per i quali la parola è, risulta invece il titolo sociale e religioso più importante: Rabbi. Tra noi medici, pochi sembrano interessati a conseguirlo: non rende denaro rispetto all’impegno etico eccezionale che impone.
Quanti professori universitari, oggi, hanno veramente voglia di diventare Maestri? Ordinari, certo. Maestri, chissà, specie se per essere Maestro rischi di perdere l’incarico di Primario e Direttore ricevuto per rapporto fiduciario dal politico di turno. Ricordo bene il disprezzo con cui l’attuale Presidente della Regione Campania On. Vincenzo De Luca mi indicò come “professore di violino” per essermi apertamente schierato contro la costruzione dell’inceneritore a Salerno.
Senza rancore, sono fiero oggi di avere contribuito ad indirizzare correttamente la politica ambientale campana senza inceneritori aggiunti, e non viceversa, come accaduto a tanti professori consulenti a tutela di maxi impianti inquinanti come l’Ilva.
Essere un Maestro è un impegno duro e doloroso. “I Maestri, di cui Robin Williams nel film “L’attimo fuggente” fornisce una poderosa interpretazione, non fanno coccole, ma offrono aiuto, suggerimenti, ispirazione. Segnalano svolte e insegnano prospettive. Indicano una via e la illuminano”. Magari si arrabbiano anche, ma solo per amore, mai per profitto. I Maestri non chiedono niente in cambio. La ricompensa è l’onore di trasmettere qualcosa, il piacere di aiutare chi viene dopo di te. Piacere gratuito, non redditizio. “O Capitano, mio capitano!,” : i Maestri sanno che parole e idee possono cambiare il mondo.
Io ho scelto di seguire la strada tracciata da Maestri come il Prof Giordano. Padre Maurizio, specie nei miei momenti di maggiore depressione nella lotta, mi ricorda sempre che un chicco per fare frutto deve prima morire. I padri Gesuiti mi hanno sempre ricordato pure che l’albero buono, anche per un Maestro, si riconosce solo dai suoi frutti. Il frutto del sacrificio del Prof Giordano oggi lo vediamo splendere nel lavoro di eccellenza scientifica ma anche sociale in Terra dei Fuochi di suo figlio, il Prof. Antonio Giordano, autore del libro ‘Monnezza di Stato‘ che sta svelando quella mala politica che ha massacrato il padre, ma soprattutto l’Italia intera.
Il frutto del mio sacrificio lo trovo nella formazione di un popolo di tre milioni di persone in Terra dei Fuochi, che non si fa più prendere in giro dal “gioco dei tre sacchetti” che ha umiliato con un falso storico l’immagine della Campania in tutto il mondo, mostrando la mala gestione dei rifiuti urbani usati a copertura del vero problema: la mala gestione dei rifiuti industriali.
La medicina tutta oggi vive questa drammatica e suicida dicotomia: Maestri o Professori ? Posso affermare con orgoglio che il Pascale di Napoli, oggi come ieri, risulta una delle istituzioni sanitarie più amate in Campania forse perché ha saputo formare sia Maestri che Professori. Al Pascale siamo orgogliosi di avere grandi Professori nella ricerca, ma anche di avere avuto grandi Maestri di medicina e di vita: il Professore Giovan Giacomo Giordano e l’ex manager Tonino Pedicini sono certamente tra questi.
Noi abbiamo raccolto il loro testimone e proseguiamo nella strada da loro tracciata: spero di essere ricordato in futuro come il “Rabbi della munnezza”. Solo se ritroviamo l’equilibrio perduto tra Maestri o Professori possiamo salvare la Sanità Pubblica italiana, il più bel dono che abbiamo ereditato dai nostri Padri costituenti.
Antonio Marfella
Presidente medici per l'ambiente, Napoli
Società - 25 Luglio 2015
Medici nella Terra dei Fuochi: maestri o professori?
La medicina non è mai stata solo scienza, è un’Arte. Il giuramento di Ippocrate nella sua forma originale, in gran parte è dedicato al rispetto ed all’onore del proprio Maestro di Arte Medica.
Il vero medico giura fedeltà rispetto ed onore persino ai figli del proprio Maestro oltre che alle dee Igea innanzitutto (Prevenzione Primaria) e non solo Panacea (cura).
Risulta ormai stridente e suicida la dicotomia che si è creata negli ultimi decenni tra una medicina esclusivamente votata alla eccellenza tecnologica delle sole cure al fine del solo profitto economico (la medicina e la oncologia della ricerca farmacologica, devota esclusiva della dea Panacea), ed una trascurata medicina della prevenzione innanzitutto primaria, quella vera (devota alla umile e sempre sottovalutata dea Igea) che ha dei veri Maestri in alcune figure di riferimento storiche come il Prof Lorenzo Tomatis, già direttore IARC di Lione e fondatore di ISDE Medici per l’Ambiente e nel Prof. Giovan Giacomo Giordano, già Direttore Scientifico della Fondazione Pascale alla fine degli anni 80, “dimissionato” perché colpevole di avere denunciato, con conseguenti arresti in flagranza di reato, le infiltrazioni della mala politica nella gestione della Fondazione, unico centro di eccellenza pubblico per la prevenzione, lo studio e la cura dei tumori in Campania.
Io sono figlio di un eroe “scugnizzo” delle 4 Giornate di Napoli, (via Raffaele Marfella, quartiere Miano), e nipote di una medaglia d’oro alla Sanità della Repubblica Italiana, Vincenzo Marfella, per avere contribuito a vaccinare in soli tre mesi circa un milione di napoletani nella crisi di colera del 1973. Ricordo bene quando zio Enzo mi disse: “Mi raccomando Antonio, tu sei bravo, fai il ricercatore in farmacologia: ti farai si soldi! Non occuparti mai di Igiene e rifiuti come me!”
Feci il ricercatore ma sono stato anche l’ultimo borsista a restare al fianco del Direttore Scientifico del Pascale Giovan Giacomo Giordano sino alla sue “dimissioni” volute dalla mala politica di allora. In quel periodo il Pascale era ricco di primari innanzitutto Maestri, non solo Professori. Un nome per tutti: Prof. Romolo Cerra, Primario chirurgo medaglia d’argento al valore civile della Repubblica italiana per avere immolato la propria vita sull’autostrada Napoli-Salerno.
“Too much medicine!”. Troppa medicina e poca prevenzione e presa in carico dei pazienti: questa è oggi la sentenza inappellabile del prestigioso British Medical Journal. Tutti cerchiamo la cura migliore e il professore migliore, ma noi medici sappiamo bene che avremmo bisogno di Maestri, che spesso non troviamo più..
Tutti desideriamo una guida che ci indichi la strada corretta. «Maestro» (Rabbi) era l’appellativo di Gesù nei Vangeli. In Italia oggi non è un titolo ambito, quello di Maestro. Per i nostri “fratelli maggiori” ebrei, per i quali la parola è, risulta invece il titolo sociale e religioso più importante: Rabbi. Tra noi medici, pochi sembrano interessati a conseguirlo: non rende denaro rispetto all’impegno etico eccezionale che impone.
Quanti professori universitari, oggi, hanno veramente voglia di diventare Maestri? Ordinari, certo. Maestri, chissà, specie se per essere Maestro rischi di perdere l’incarico di Primario e Direttore ricevuto per rapporto fiduciario dal politico di turno. Ricordo bene il disprezzo con cui l’attuale Presidente della Regione Campania On. Vincenzo De Luca mi indicò come “professore di violino” per essermi apertamente schierato contro la costruzione dell’inceneritore a Salerno.
Senza rancore, sono fiero oggi di avere contribuito ad indirizzare correttamente la politica ambientale campana senza inceneritori aggiunti, e non viceversa, come accaduto a tanti professori consulenti a tutela di maxi impianti inquinanti come l’Ilva.
Essere un Maestro è un impegno duro e doloroso. “I Maestri, di cui Robin Williams nel film “L’attimo fuggente” fornisce una poderosa interpretazione, non fanno coccole, ma offrono aiuto, suggerimenti, ispirazione. Segnalano svolte e insegnano prospettive. Indicano una via e la illuminano”. Magari si arrabbiano anche, ma solo per amore, mai per profitto. I Maestri non chiedono niente in cambio. La ricompensa è l’onore di trasmettere qualcosa, il piacere di aiutare chi viene dopo di te. Piacere gratuito, non redditizio. “O Capitano, mio capitano!,” : i Maestri sanno che parole e idee possono cambiare il mondo.
Io ho scelto di seguire la strada tracciata da Maestri come il Prof Giordano. Padre Maurizio, specie nei miei momenti di maggiore depressione nella lotta, mi ricorda sempre che un chicco per fare frutto deve prima morire. I padri Gesuiti mi hanno sempre ricordato pure che l’albero buono, anche per un Maestro, si riconosce solo dai suoi frutti. Il frutto del sacrificio del Prof Giordano oggi lo vediamo splendere nel lavoro di eccellenza scientifica ma anche sociale in Terra dei Fuochi di suo figlio, il Prof. Antonio Giordano, autore del libro ‘Monnezza di Stato‘ che sta svelando quella mala politica che ha massacrato il padre, ma soprattutto l’Italia intera.
Il frutto del mio sacrificio lo trovo nella formazione di un popolo di tre milioni di persone in Terra dei Fuochi, che non si fa più prendere in giro dal “gioco dei tre sacchetti” che ha umiliato con un falso storico l’immagine della Campania in tutto il mondo, mostrando la mala gestione dei rifiuti urbani usati a copertura del vero problema: la mala gestione dei rifiuti industriali.
La medicina tutta oggi vive questa drammatica e suicida dicotomia: Maestri o Professori ? Posso affermare con orgoglio che il Pascale di Napoli, oggi come ieri, risulta una delle istituzioni sanitarie più amate in Campania forse perché ha saputo formare sia Maestri che Professori. Al Pascale siamo orgogliosi di avere grandi Professori nella ricerca, ma anche di avere avuto grandi Maestri di medicina e di vita: il Professore Giovan Giacomo Giordano e l’ex manager Tonino Pedicini sono certamente tra questi.
Noi abbiamo raccolto il loro testimone e proseguiamo nella strada da loro tracciata: spero di essere ricordato in futuro come il “Rabbi della munnezza”. Solo se ritroviamo l’equilibrio perduto tra Maestri o Professori possiamo salvare la Sanità Pubblica italiana, il più bel dono che abbiamo ereditato dai nostri Padri costituenti.
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Palermo, 20 dic. (Adnkronos) - "Si tratta di una sentenza perché il fatto non sussiste, è una sentenza di assoluzione con il primo comma del 530. Viene data l'assoluzione con il secondo comma quando la prova è contraddittoria. Invece tra le formule assolutorie è stata scelta quella più piena". Lo ha detto l'avvocato Giulia Bongiorno uscendo dal bunker di Palermo. "Non è un sentenza contro i migranti - dice - e' una sentenza contro chi sfrutta i migranti. Esprimiamo piena soddisfazione, nonostante ci sia stato un percorso che ci ha portati qui. Voglio chiarire che non si tratta di una assoluzione con qualche se o ma, c'è chi parlava di una sentenza mega galattica o con qualche derubricazione. Ma è stata una grandissima assoluzione". Così l'avvocato Giulia Bongiorno dopo l'assoluzione di Matteo Salvini.
Palermo, 20 dic. (Adnkronos) - "Sono felice. Dopo 3 anni ha vinto il buon senso, ha vinto la Lega, ha vinto l'Italia. Ha vinto il concetto che difendere i confini, difendere la patria, contrastare scafisti, trafficanti, ong straniere e proteggere i nostri figli non è un reato ma è un diritto. Ci abbiamo messo un po', però ci siamo arrivati, quindi vado avanti ancora più determinato di prima". Così il ministro Matteo Salvini subito dopo l'assoluzione per sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. "Ringrazio l'avvocato Giulia Bongiorno e tutto il suo incredibile staff, ringrazio i giornalisti che hanno seguito, ringrazio le migliaia di italiani che stavano aspettando questa sentenza che non assolve solo Matteo Salvini ma assolve una idea di Paese".
"Entrare in Italia prevede delle regole, dei limiti, dei controlli. E chi usa i migranti per fare battaglia politica, oggi ha perso- dice- Oggi torna in Spagna con le mani in saccoccia, mi spiace per loro. E' una bellissima giornata per l'Italia. Da domani torno a lavorare in ufficio con entusiasmo, voglia, passione, energia, abbiamo rischiato sì', d'altronde chi nella vita non rischia non va da nessuna parte. Oggi il Tribunale di Palermo, come prima il tribunale di Catania, ha detto che abbiamo fatto il nostro dovere". E conclude: "Contrastare l'immigrazione di massa e l'invasione organizzata e finanziata non è un reato ma è un diritto, quindi è una bellissima giornata".
Roma, 20 dic. (Adnkronos) - Un chicco di caffè che può trasformarsi in un chicco di riso per chi ne ha bisogno con il supporto di Banco Alimentare Lombardia e Fondazione Progetto Arca con il progetto Cucine Mobili a Milano. Tutto grazie all’impegno di chi sceglie di riciclare le capsule di caffè in alluminio di Nespresso, che dal 2011 ha attivato il progetto “Da Chicco a Chicco” per consentire di rigenerare i due materiali di cui sono composte le capsule, alluminio e caffè, e sopperire a una dinamica di riciclo che non consente alle capsule di essere conferite nella raccolta differenziata, nonché di essere rilevate dagli impianti di riciclo in Italia perché piccole e leggere come altri oggetti in alluminio.
È infatti dal recupero dei due materiali, alluminio e caffè, questo poi usato per il fare compost per la coltivazione di riso, che nascono gli oltre 470 quintali di riso (circa 530.000 piatti) donati quest’anno allo storico partner del progetto Banco Alimentare della Lombardia, primo beneficiario fin dal 2011, con il quale è nata l’iniziativa di economia circolare a cui partecipano i clienti Nespresso, che possono riportare le capsule esauste presso le Boutique e le isole ecologiche partner, in Lombardia e in tutta Italia. Una collaborazione che unisce solidarietà e circolarità e che in 13 anni ha consentito di raggiungere oltre 5 milioni di piatti di riso distribuiti in Lombardia.
Quest’anno il progetto si amplia nuovamente includendo anche le Cucine mobili di Fondazione Progetto Arca che nella città di Milano distribuirà, a partire dal 18 dicembre, piatti di riso caldo come primo aiuto direttamente sulle strade.
La Cucina mobile è attiva a Milano a novembre 2020: ideata durante la pandemia per rispondere alla chiusura obbligata delle mense per i poveri e per garantire cibo sano e adeguato a chi non può permetterselo, entra a far parte del progetto “Da Chicco a Chicco” di Nespresso, oltre che a Milano anche nelle città di Roma, Torino e Bari. Un primo aiuto molto importante perché, oltre a fornire un piatto caldo e nutriente, è funzionale a creare un rapporto di fiducia e ad accorciare le distanze tra chi è in difficoltà e chi può fornire supporto, ponendo le basi per un percorso di reintegrazione sociale. Allestita su un food-truck attrezzato con fornelli, forno e bollitori, la Cucina mobile a Milano serve oltre 140 pasti caldi ogni sera per 5 giorni alla settimana, all’interno dei quali si inserirà una volta la settimana anche il riso prodotto dalle capsule di caffè.
Una produzione totale che quest’anno conta oltre 100.000 chili di riso, distribuiti a persone, famiglie e associazioni in 5 regioni italiane grazie alle sedi regionali di Banco Alimentare in Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia ed Emilia-Romagna e alle Cucine mobili di Progetto Arca. Grazie a un incremento, anno dopo anno, delle associazioni coinvolte nel progetto, in questi 13 anni “Da Chicco a Chicco” ha rappresentato un supporto concreto per oltre 500.000 persone in difficoltà, ogni anno, sul territorio italiano, attraverso la donazione di riso a più di 2.500 strutture caritative tra case di accoglienza e mense, oltre a consegne dedicate e pacchi solidali.
Attraverso “Da Chicco a Chicco” Nespresso dal 2011 promuove e consente la raccolta e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio esauste, con l’obiettivo di riportare a nuova vita i due materiali di cui sono composte, e facendo in modo che possano trasformarsi in una risorsa non solo per l’ambiente, ma anche per la comunità, con un impatto concreto sul territorio e le persone. Grazie a una collaborazione sancita da un protocollo di intesa con CIAL, Utilitalia e CIC (Consorzio italiano Compostatori), “Da Chicco a Chicco” permette infatti ai clienti di riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nelle Boutique Nespresso o in isole ecologiche partner in tutta Italia, per un totale di oltre 200 punti di raccolta in più di 100 città italiane.
Una volta raccolte le capsule esauste vengono trattate affinché i due materiali che le compongono vengano separati e avviati a riciclo: l’alluminio viene fuso e trasformato in nuovi oggetti, come penne, biciclette o coltellini, mentre il caffè può diventare compost per fertilizzare il terreno di una risaia italiana, da cui nasce il riso che Nespresso riacquista e dona al Banco Alimentare e, da quest’anno, a Fondazione Progetto Arca. Un progetto di economia circolare che ha permesso in 13 anni di donare oltre 6.600 quintali di riso, l’equivalente di oltre 7 milioni di piatti (1 piatto = 90gr).
“Attraverso il programma Da Chicco a Chicco, ci impegniamo a trasformare gli sforzi di tutte le persone che riconsegnano le capsule esauste in un aiuto concreto per il territorio, ha dichiarato Silvia Totaro, Responsabile Sostenibilità di Nespresso Italiana. Quest'anno, l’ampliamento del progetto al servizio Cucine Mobili di Progetto Arca a Milano, oltre al Banco Alimentare della Lombardia, partner del progetto fin dalla sua nascita, ci permette di raggiungere ancora più persone con un aiuto concreto, unendo economia circolare e sostegno sociale.
A partire dalla serata del 18 dicembre, contemporaneamente in 4 città, Milano, Roma, Torino e Bari le Cucine mobili di Progetto Arca distribuiranno i piatti di riso caldo alle persone in strada, con la possibilità di raggiungere nel corso di tutto il 2025 oltre 60.000 piatti distribuiti alle persone che usufruiscono di questo servizio diventato parte strutturale della presenza in strada con oltre 6.300 pranzi, cene e prime colazioni servite ogni settimana dai volontari.
“A Milano siamo presenti ogni sera con i nostri volontari per portare in strada con le Cucine mobili un sostegno alimentare completo, accurato nella preparazione e continuo nella distribuzione. Da oggi, grazie alla donazione di Nespresso, le persone che si rivolgono a noi vedranno un nuovo piatto inserito nel menù, gustoso e versatile, che si adatta bene a tutte le esigenze alimentari, sia per cultura che per dieta. Una novità concreta per continuare a essere al fianco delle persone fragili ogni giorno” ha dichiarato Alberto Sinigallia, presidente Fondazione Progetto Arca
"Desideriamo ringraziare Nespresso per aver rinnovato questa importante collaborazione: la donazione che riceviamo dal progetto "Da Chicco a Chicco" per noi è molto attesa perché il riso è un alimento che fatichiamo a recuperare dalla filiera ed è la più rilevante che riceviamo. Anche quest’anno 470 quintali ca. equivalenti a 530.000 piatti di riso che verranno distribuiti a oltre 210.000 persone e famiglie in difficoltà nella nostra comunità attraverso le 1.100 organizzazioni caritative partner", ha commentato Dario Boggio Marzet, Presidente di Banco Alimentare della Lombardia.
I dati sulle donazioni di riso si sommano a quelli relativi al riciclo delle capsule Nespresso che, nel primo semestre del 2024, hanno segnato un +8% a livello nazionale rispetto allo stesso periodo del 2023, consentendo di rimettere in circolo oltre 600 tonnellate di caffè e più di 55 tonnellate di alluminio, entrambe risorse pronte per essere riutilizzate. Una tendenza positiva riscontrata anche in Lombardia che ha segnato un +14% con circa 320 tonnellate di caffè e oltre 30 di alluminio rimessi in circolo. “Da Chicco a Chicco” è parte del programma “Nespresso per l’Italia” che racchiude progetti e iniziative per un impatto positivo e concreto sul territorio italiano, a favore non solo dell’ambiente ma anche delle persone e delle comunità.
Roma, 20 dic. (Adnkronos) - Un chicco di caffè che può trasformarsi in un chicco di riso per chi ne ha bisogno con il supporto di Banco Alimentare Lombardia e Fondazione Progetto Arca con il progetto Cucine Mobili a Milano. Tutto grazie all’impegno di chi sceglie di riciclare le capsule di caffè in alluminio di Nespresso, che dal 2011 ha attivato il progetto “Da Chicco a Chicco” per consentire di rigenerare i due materiali di cui sono composte le capsule, alluminio e caffè, e sopperire a una dinamica di riciclo che non consente alle capsule di essere conferite nella raccolta differenziata, nonché di essere rilevate dagli impianti di riciclo in Italia perché piccole e leggere come altri oggetti in alluminio.
È infatti dal recupero dei due materiali, alluminio e caffè, questo poi usato per il fare compost per la coltivazione di riso, che nascono gli oltre 470 quintali di riso (circa 530.000 piatti) donati quest’anno allo storico partner del progetto Banco Alimentare della Lombardia, primo beneficiario fin dal 2011, con il quale è nata l’iniziativa di economia circolare a cui partecipano i clienti Nespresso, che possono riportare le capsule esauste presso le Boutique e le isole ecologiche partner, in Lombardia e in tutta Italia. Una collaborazione che unisce solidarietà e circolarità e che in 13 anni ha consentito di raggiungere oltre 5 milioni di piatti di riso distribuiti in Lombardia.
Quest’anno il progetto si amplia nuovamente includendo anche le Cucine mobili di Fondazione Progetto Arca che nella città di Milano distribuirà, a partire dal 18 dicembre, piatti di riso caldo come primo aiuto direttamente sulle strade.
La Cucina mobile è attiva a Milano a novembre 2020: ideata durante la pandemia per rispondere alla chiusura obbligata delle mense per i poveri e per garantire cibo sano e adeguato a chi non può permetterselo, entra a far parte del progetto “Da Chicco a Chicco” di Nespresso, oltre che a Milano anche nelle città di Roma, Torino e Bari. Un primo aiuto molto importante perché, oltre a fornire un piatto caldo e nutriente, è funzionale a creare un rapporto di fiducia e ad accorciare le distanze tra chi è in difficoltà e chi può fornire supporto, ponendo le basi per un percorso di reintegrazione sociale. Allestita su un food-truck attrezzato con fornelli, forno e bollitori, la Cucina mobile a Milano serve oltre 140 pasti caldi ogni sera per 5 giorni alla settimana, all’interno dei quali si inserirà una volta la settimana anche il riso prodotto dalle capsule di caffè.
Una produzione totale che quest’anno conta oltre 100.000 chili di riso, distribuiti a persone, famiglie e associazioni in 5 regioni italiane grazie alle sedi regionali di Banco Alimentare in Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia ed Emilia-Romagna e alle Cucine mobili di Progetto Arca. Grazie a un incremento, anno dopo anno, delle associazioni coinvolte nel progetto, in questi 13 anni “Da Chicco a Chicco” ha rappresentato un supporto concreto per oltre 500.000 persone in difficoltà, ogni anno, sul territorio italiano, attraverso la donazione di riso a più di 2.500 strutture caritative tra case di accoglienza e mense, oltre a consegne dedicate e pacchi solidali.
Attraverso “Da Chicco a Chicco” Nespresso dal 2011 promuove e consente la raccolta e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio esauste, con l’obiettivo di riportare a nuova vita i due materiali di cui sono composte, e facendo in modo che possano trasformarsi in una risorsa non solo per l’ambiente, ma anche per la comunità, con un impatto concreto sul territorio e le persone. Grazie a una collaborazione sancita da un protocollo di intesa con CIAL, Utilitalia e CIC (Consorzio italiano Compostatori), “Da Chicco a Chicco” permette infatti ai clienti di riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nelle Boutique Nespresso o in isole ecologiche partner in tutta Italia, per un totale di oltre 200 punti di raccolta in più di 100 città italiane.
Una volta raccolte le capsule esauste vengono trattate affinché i due materiali che le compongono vengano separati e avviati a riciclo: l’alluminio viene fuso e trasformato in nuovi oggetti, come penne, biciclette o coltellini, mentre il caffè può diventare compost per fertilizzare il terreno di una risaia italiana, da cui nasce il riso che Nespresso riacquista e dona al Banco Alimentare e, da quest’anno, a Fondazione Progetto Arca. Un progetto di economia circolare che ha permesso in 13 anni di donare oltre 6.600 quintali di riso, l’equivalente di oltre 7 milioni di piatti (1 piatto = 90gr).
“Attraverso il programma Da Chicco a Chicco, ci impegniamo a trasformare gli sforzi di tutte le persone che riconsegnano le capsule esauste in un aiuto concreto per il territorio, ha dichiarato Silvia Totaro, Responsabile Sostenibilità di Nespresso Italiana. Quest'anno, l’ampliamento del progetto al servizio Cucine Mobili di Progetto Arca a Milano, oltre al Banco Alimentare della Lombardia, partner del progetto fin dalla sua nascita, ci permette di raggiungere ancora più persone con un aiuto concreto, unendo economia circolare e sostegno sociale.
A partire dalla serata del 18 dicembre, contemporaneamente in 4 città, Milano, Roma, Torino e Bari le Cucine mobili di Progetto Arca distribuiranno i piatti di riso caldo alle persone in strada, con la possibilità di raggiungere nel corso di tutto il 2025 oltre 60.000 piatti distribuiti alle persone che usufruiscono di questo servizio diventato parte strutturale della presenza in strada con oltre 6.300 pranzi, cene e prime colazioni servite ogni settimana dai volontari.
“A Milano siamo presenti ogni sera con i nostri volontari per portare in strada con le Cucine mobili un sostegno alimentare completo, accurato nella preparazione e continuo nella distribuzione. Da oggi, grazie alla donazione di Nespresso, le persone che si rivolgono a noi vedranno un nuovo piatto inserito nel menù, gustoso e versatile, che si adatta bene a tutte le esigenze alimentari, sia per cultura che per dieta. Una novità concreta per continuare a essere al fianco delle persone fragili ogni giorno” ha dichiarato Alberto Sinigallia, presidente Fondazione Progetto Arca
"Desideriamo ringraziare Nespresso per aver rinnovato questa importante collaborazione: la donazione che riceviamo dal progetto "Da Chicco a Chicco" per noi è molto attesa perché il riso è un alimento che fatichiamo a recuperare dalla filiera ed è la più rilevante che riceviamo. Anche quest’anno 470 quintali ca. equivalenti a 530.000 piatti di riso che verranno distribuiti a oltre 210.000 persone e famiglie in difficoltà nella nostra comunità attraverso le 1.100 organizzazioni caritative partner", ha commentato Dario Boggio Marzet, Presidente di Banco Alimentare della Lombardia.
I dati sulle donazioni di riso si sommano a quelli relativi al riciclo delle capsule Nespresso che, nel primo semestre del 2024, hanno segnato un +8% a livello nazionale rispetto allo stesso periodo del 2023, consentendo di rimettere in circolo oltre 600 tonnellate di caffè e più di 55 tonnellate di alluminio, entrambe risorse pronte per essere riutilizzate. Una tendenza positiva riscontrata anche in Lombardia che ha segnato un +14% con circa 320 tonnellate di caffè e oltre 30 di alluminio rimessi in circolo. “Da Chicco a Chicco” è parte del programma “Nespresso per l’Italia” che racchiude progetti e iniziative per un impatto positivo e concreto sul territorio italiano, a favore non solo dell’ambiente ma anche delle persone e delle comunità.
Roma, 20 dic. (Adnkronos) - L'odg alla manovra contro l'aumento delle spese militari, presentato da Nicola Fratoianni, è stato votato alla Camera oltre che dai deputati di Avs anche dal gruppo dei 5 Stelle, Giuseppe Conte in testa. A votare a favore anche 8 deputati Pd: Anthony Barbagallo, Christian Di Sanzo, Federico Gianassi, Silvio Lai, Matteo Mauri, Arturo Scotto, Marco Simiani e Nico Stumpo. Tra i favorevoli anche Maria Elena Boschi e Benedetto Della Vedova ma per un errore al momento del voto.
Roma, 20 dic. (Adnkronos) - “Il Consiglio d’Europa ha l’obiettivo promuovere la democrazia, i diritti umani e la libertà in Europa e non ci trovo nulla di male nel fatto che si appelli ai parlamentari italiani a che rigettino il ddl sicurezza, che altro non è che un provvedimento che limita fortemente i diritti, la libertà e i valori democratici del nostro paese: un ammasso di bestialità giuridiche che andrebbe ritirato prima che lo smontino i tribunali e che produca danni irreparabili ai cittadini e allo stato di diritto nel nostro Paese”. Lo afferma il segretario di Più Europa, Riccardo Magi.
Roma, 20 dic. (Adnkronos) - Un chicco di caffè che può trasformarsi in un chicco di riso per chi ne ha bisogno con il supporto di Banco Alimentare del Lazio e Fondazione Progetto Arca con il progetto Cucine Mobili a Roma. Tutto grazie all’impegno di chi sceglie di riciclare le capsule di caffè in alluminio di Nespresso, che dal 2011 ha attivato il progetto “Da Chicco a Chicco” per consentire di rigenerare i due materiali di cui sono composte le capsule, alluminio e caffè, e sopperire a una dinamica di riciclo che non consente alle capsule di essere conferite nella raccolta differenziata, nonché di essere rilevate dagli impianti di riciclo in Italia perché piccole e leggere come altri oggetti in alluminio.
È infatti dal recupero dei due materiali, alluminio e caffè, questo poi usato per il fare compost per la coltivazione di riso, che nascono gli oltre 220 quintali di riso (circa 250.000 piatti) donati quest’anno a Banco Alimentare del Lazio, beneficiario del progetto di economia circolare dal 2020, a cui partecipano i clienti Nespresso, che possono riportare le capsule esauste presso le Boutique e le isole ecologiche partner, in Lazio e in tutta Italia. Una collaborazione che unisce solidarietà e circolarità e che in 4 anni ha consentito di raggiungere oltre 1 milione di piatti di riso distribuiti in Lazio.
Quest’anno il progetto si amplia ulteriormente includendo anche le Cucine mobili di Fondazione Progetto Arca che nella città di Roma distribuiranno, a partire dal 18 dicembre, piatti di riso caldo come primo aiuto direttamente sulle strade. Nato a Milano durante la pandemia per rispondere alla chiusura obbligata delle mense per i poveri e per garantire cibo sano e adeguato a chi non può permetterselo, il servizio di Cucine mobili è attivo a Roma dal 2022 ed entra a far parte del progetto “Da Chicco a Chicco” di Nespresso anche nelle città di Milano, Torino e Bari.
Un primo aiuto molto importante perché, oltre a fornire un piatto caldo e nutriente, è funzionale a creare un rapporto di fiducia e ad accorciare le distanze tra chi è in difficoltà e chi può fornire supporto, ponendo le basi per un percorso di reintegrazione sociale. Allestita su un food-truck attrezzato con fornelli, forno e bollitori, la Cucina mobile a Roma serve 80 pasti caldi ogni sera per 5 giorni alla settimana, all’interno dei quali si inserirà una volta la settimana anche il riso prodotto dalle capsule di caffè. Una produzione totale che quest’anno conta oltre 100.000 chili di riso, distribuiti a persone, famiglie e associazioni in 5 regioni italiane grazie alle sedi regionali di Banco Alimentare in Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia ed Emilia-Romagna e alle Cucine mobili di Progetto Arca.
Grazie a un incremento, anno dopo anno, delle associazioni coinvolte nel progetto, in questi 13 anni “Da Chicco a Chicco” ha rappresentato un supporto concreto per oltre 500.000 persone in difficoltà, ogni anno, sul territorio italiano, attraverso la donazione di riso a più di 2.500 strutture caritative tra case di accoglienza e mense, oltre a consegne dedicate e pacchi solidali. Attraverso “Da Chicco a Chicco” Nespresso dal 2011 promuove e consente la raccolta e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio esauste, con l’obiettivo di riportare a nuova vita i due materiali di cui sono composte, e facendo in modo che possano trasformarsi in una risorsa non solo per l’ambiente, ma anche per la comunità, con un impatto concreto sul territorio e le persone.
Grazie a una collaborazione sancita da un protocollo di intesa con CIAL, Utilitalia e CIC (Consorzio italiano Compostatori), “Da Chicco a Chicco” permette infatti ai clienti di riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nelle Boutique Nespresso o in isole ecologiche partner in tutta Italia, per un totale di oltre 200 punti di raccolta in più di 100 città italiane. Una volta raccolte le capsule esauste vengono trattate affinché i due materiali che le compongono vengano separati e avviati a riciclo: l’alluminio viene fuso e trasformato in nuovi oggetti, come penne, biciclette o coltellini, mentre il caffè può diventare compost per fertilizzare il terreno di una risaia italiana, da cui nasce il riso che Nespresso riacquista e dona al Banco Alimentare e, da quest’anno, a Fondazione Progetto Arca.
Un progetto di economia circolare che ha permesso in 13 anni di donare oltre 6.600 quintali di riso, l’equivalente di oltre 7 milioni di piatti (1 piatto = 90gr). “Attraverso il programma Da Chicco a Chicco, ci impegniamo a trasformare gli sforzi di tutte le persone che riconsegnano le capsule esauste in un aiuto concreto per il territorio, ha dichiarato Silvia Totaro, Responsabile Sostenibilità di Nespresso Italiana. Quest'anno, l’ampliamento del progetto al servizio Cucine Mobili di Progetto Arca a Roma, oltre al Banco Alimentare del Lazio, partner del progetto da 4 anni, ci permette di raggiungere ancora più persone con un aiuto concreto, unendo economia circolare e sostegno sociale.
A partire dalla serata del 18 dicembre, contemporaneamente in 4 città, Milano, Roma, Torino e Bari le Cucine mobili di Progetto Arca distribuiranno i piatti di riso caldo alle persone in strada, con la possibilità di raggiungere nel corso di tutto il 2025 oltre 60.000 piatti distribuiti alle persone che usufruiscono di questo servizio diventato parte strutturale della presenza in strada con oltre 6.300 pranzi, cene e prime colazioni servite ogni settimana dai volontari.
“A Roma siamo presenti ogni sera con i nostri volontari per portare in strada con la Cucina mobile un sostegno alimentare completo, accurato nella preparazione e continuo nella distribuzione. Da oggi, grazie alla donazione di Nespresso, le persone che si rivolgono a noi vedranno un nuovo piatto inserito nel menù, gustoso e versatile, che si adatta bene a tutte le esigenze alimentari, sia per cultura che per dieta. Una novità concreta per continuare a essere al fianco delle persone fragili ogni giorno” ha dichiarato Alberto Sinigallia, Presidente Fondazione Progetto Arca.
“Siamo felici e orgogliosi di essere parte anche quest'anno di un’iniziativa che si allinea perfettamente alla nostra missione di combattere lo spreco alimentare e di supportare chi è in difficoltà, ha dichiarato Marco Picciaia, Presidente del Banco Alimentare del Lazio. Il riso, grazie alla sua versatilità e all’assenza di glutine, risponde alle diverse esigenze alimentari delle persone che aiutiamo ogni giorno, rappresentando un gesto di attenzione e cura che rafforza il nostro impegno verso il prossimo”.
I dati sulle donazioni di riso si sommano a quelli relativi al riciclo delle capsule Nespresso che, nel primo semestre del 2024, hanno segnato un +8% a livello nazionale rispetto allo stesso periodo del 2023, consentendo di rimettere in circolo oltre 600 tonnellate di caffè e più di 55 tonnellate di alluminio, entrambe risorse pronte per essere riutilizzate. Una tendenza positiva che si conferma anche in Lazio con 58 tonnellate di caffè e oltre 5 di alluminio rimessi in circolo.
“Da Chicco a Chicco” è parte del programma “Nespresso per l’Italia” che racchiude progetti e iniziative per un impatto positivo e concreto sul territorio italiano, a favore non solo dell’ambiente ma anche delle persone e delle comunità.