Fiat Chrysler Automobiles “ha accettato una sanzione da 105 milioni di dollari, la più alta mai imposta dall’Nhtsa”, dice il temutissimo ente federale americano che vigila sulla sicurezza stradale nel comunicato ufficiale: l’accordo è stato firmato ieri da FCA e dal Dipartimento dei Trasporti in seguito all’inchiesta sulle irregolarità in 23 richiami, dal 2009 a oggi, che complessivamente hanno interessato 11 milioni di veicoli. L’Nhtsa esprime grande soddisfazione per l’accordo. “Con l’azione di oggi costringiamo Fiat Chrysler a prendersi la responsabilità degli errori passati e facciamo passi concreti per migliorare la sicurezza degli americani”, ha detto il segretario Anthony Foxx, nella foto. “La sanzione è un avvertimento per tutti i costruttori: il Dipartimento agisce contro chi non rispetta gli obblighi e non prende seriamente i difetti”. Dello stesso tenore il commento dell’Amministratore di Nhtsa, Mark Rosekind: “Gli scarsi processi di Fiat Chrysler hanno messo a rischio milioni dei suoi clienti e la pubblica sicurezza. L’azione di oggi (…) dà a Fiat Chrysler l’opportunità di abbracciare una cultura proattiva della sicurezza”.

Dal canto suo, Fiat Chrysler ha ammesso di aver violato il Motor Vehicle Safety Act per tre motivi: in diverse occasioni non ha fornito tempestivamente rimedi efficaci ai difetti, non ha informato correttamente i proprietari e i concessionari e soprattutto non ha allertato in tempo l’Nhtsa. “Accettiamo le conseguenze dell’accordo con la rinnovata volontà di migliorare il nostro modo di gestire i richiami e di ristabilire la fiducia che i nostri clienti ripongono in noi”, si legge nel breve comunicato del gruppo. Che tende una mano all’Nhtsa: “Siamo intenzionati a ricostruire la nostra relazione con l’Nhtsa e abbracciamo il ruolo di difensori della sicurezza pubblica”.

La sanzione è composta di tre parti: una multa “cash” di 70 milioni di dollari (uguale a quella imposta alla Honda a gennaio), un esborso di almeno 20 milioni per adeguarsi ai requisiti contenuti nell’accordo e altri 15 milioni che dovranno essere pagati soltanto se nei tre anni di “monitoraggio indipendente” cui FCA ha accettato di sottoporsi (come già Honda e General Motors) dovessero saltare fuori altre violazioni. Inoltre, FCA ha accettato di riacquistare più di mezzo milione di Jeep le cui sospensioni difettose potrebbero causare la perdita del controllo del mezzo: starà ai proprietari scegliere fra la riparazione del difetto e la restituzione dell’auto.

I guai, però, non sono ancora finiti: venerdì l’Nhtsa ha annunciato che indagherà sul nuovo richiamo (questa volta volontario) lanciato da FCA su 1,4 milioni di veicoli potenzialmente attaccabili da hacker. Il difetto, questa volta, è stato evidenziato da un articolo di Wired che ha raccolto la testimonianza di due tecnici informatici in grado di prendere il controllo di una Jeep Cherokee.

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