“A Ladispoli esiste un monumento che ha più di 500 anni. Un’antica pietra che ci ha difeso per molto tempo. Un posto fatto di memorie ed emozioni tanto care a chi l’ha vissute”. Inizia così, con le parole di Viviana, Simone e Luisa, il video dal titolo “Monumento di Torre Flavia – spot campagna 2015”, realizzato da Giacomo A. Iacolenna, per conto del comune di Ladispoli. Molto più di uno spot. Il filmato è uno degli elementi della campagna di sensibilizzazione avviata dal comune e denominata “Insieme per torre Flavia: difendiamo chi ci ha difeso”, realizzata da Mena Torre.

Già, perché sul fatto che Torre Flavia, costruita nella metà del XVI secolo dal Cardinale Orsini sui resti di una struttura romana, danneggiata in maniera seria dal bombardamento del 1943, abbia bisogno di interventi al più presto, non ci sono dubbi. Lo segnala dal 2003 il Fai nel censimento de “I Luoghi del cuore”. Ma è soprattutto grazie al Gruppo archeologico Cerite, che nel 2002 sollevò la questione per primo attraverso una manifestazione e la pubblicazione di un opuscolo, se l’intera comunità di Ladispoli è stata coinvolta.

Comunque basta andare sul litorale a nord di Ladispoli per rendersene conto. Operazione tutt’altro che agevole. Per individuare il varco lungo via Roma, ci si deve affidare proprio alla sua incontrovertibile rilevanza! In mancanza di indicazioni specifiche ci sono un bar, un camping e soprattutto un’area sosta per camper che ricordano la “torretta”, anche con grandi pannelli fotografici. Dopo i lavori in mare del 2010 la torre, che a lungo è stata contorniata dal mare – circostanza che ha di certo contribuito alla sua rovina -, si trova all’estremità di una punta artificiale sabbiosa. Le scogliere in mare, due bracci ai lati ed uno proprio di fronte, costituiscono ormai una efficace difesa dalle onde.
Ma non basta. Per la villa maritima serve altro. I cartelli gialli che mettono in guardia dal pericolo di crollo sono solo un avvertimento. Peraltro non rispettato, almeno durante la stagione estiva, dai venditori di occhiali e collanine, che vi si rifugiano per delle soste. Qualcuno addirittura per passare la notte. La struttura antica sezionata in quattro parti che si sostengono l’un l’altra con modalità che sfidano qualsiasi principio statico. Le murature fessurate in talmente tanti punti che è quasi impossibile stilarne una classifica, secondo la gravità. Durante la bella stagione sugli orli sabbiosi creati dalla barriere artificiali, ci sono ombrelloni e lettini. Si prende il sole, ci si fa il bagno.

Per molti la torre è solo un rudere. Ma non potrebbe essere altrimenti in mancanza anche nei pressi di qualsiasi indicazione. Un autentico delitto. Perché nonostante le due grandi gru utilizzate dai centri velici, poche centinaia di metri a sud della torre, per mettere in mare le imbarcazioni, il luogo sarebbe di grande pregio. Soprattutto sul lato opposto. Con la grande Palude, straordinario monumento naturale nel quale si alternano su 48 ettari terre emerse e acquitrini ricchi di una vegetazione bellissima. A dispetto di bottiglie di plastica e cartacce.

Nella situazione attuale, torre e contesto nel quale è inserita, sono quasi elementi muti. Parti che piuttosto che essere in simbiosi, appaiono in contrasto. Così viene un po’ di nostalgia a rivedere come questo frammento di Paesaggio litoraneo laziale appariva in uno dei cortometraggi giovanili di Rossellini, alla fine degli anni Trenta e poi nel film del 1958 ‘L’uomo di paglia‘ di Germi e, ancora in uno degli episodi de ‘Le coppie’, film del 1970. La torre è sempre presente. In condizioni di conservazione tutt’altro che ottime ma almeno contestualizzata. A differenza di quanto avviene ora. L’ambizione di qualsiasi progetto di tutela e valorizzazione sarà possibile dovrebbe essere questa. Coniugare fruizione e conservazione. Salvaguardando entrambe. Anzi facendo in modo che l’una sia strumento dell’altra.

Ma intanto nell’urgenza di dover intervenire sulla Torre che minaccia di collassare l’amministrazione comunale decide di chiedere un contributo economico per sostenere il progetto di riqualificazione e recupero di Torre Flavia. D’altra parte ricorda Mena Torre, così “oltre ad aiutare la rinascita di Torre Flavia, coloro che effettueranno un versamento a sostegno del progetto, potranno usufruire nella prossima dichiarazione dei redditi delle detrazioni fiscali previste dall’Art Bonus”.

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