La Digos indaga sulle scritte contro il 41 bis che nei giorni scorsi sono apparse sui muri di una quindicina di strade di Milano. “41 bis = Tortura”. “No 41 bis”. Sono queste le frasi contro il regime di carcere duro al quale sono condannati numerosi boss mafiosi, tra cui le menti della stagione stragista di Cosa nostra tra il ’92 e il ’93, come i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, Totò Riina e Bernardo Provenzano: gli ideatori degli attentati in Sicilia e in Continente che colpirono anche il capoluogo lombardo con la strage di via Palestro. La “protesta” contro il carcere duro appare ancora più inquietante perché lanciata a pochi giorni dall’anniversario dell’attentato del 27 luglio 1993 in cui morirono cinque persone.
Per il sindaco Giuliano Pisapia ci sono pochi dubbi sulla natura di quelle frasi. “Sono scritte minacciose e organizzate. Da chi, e sulla base di che cosa, non lo sappiamo. Si stanno facendo investigazioni. Non possiamo dire il numero, certo è che sicuramente si tratta di un’azione organizzata e non compiuta da singoli soggetti. Questo sia per il numero, sia per la loro collocazione, ma soprattutto per la loro visibilità” ha detto il primo cittadino durante la commemorazione della strage al Padiglione d’arte contemporanea.
Lo stesso Pisapia, però, è stato il bersaglio di alcune persone che in zona viale Argonne hanno scritto: “Puzzi di mafia!“. In questo caso però potrebbe esserci un nesso con il taglio di alberi legato ai lavori per la metropolitana. La Digos comunque indaga anche su queste minacce.
“Per fortuna – ha continuato Pisapia – c’è stata subito la reazione della commissione antimafia, dell’amministrazione comunale e dei cittadini”. Pisapia ha aggiunto che le forze dell’ordine e la magistratura sono “molto attenti a questi messaggi, messaggi che possono essere, o no, collegati all’anniversario della strage di via Palestro. Ma l’importante è che ci sia stata una sollevazione generale contro chi deturpa la città”.
“Non è una scritta che preoccupa, è il fenomeno mafioso che deve essere assolutamente e incondizionatamente prevenuto e contrastato” ha detto il prefetto Francesco Paolo Tronca, a margine della commemorazione. Gli investigatori non seguono però solo la pista mafiosa. Non è escluso infatti che le frasi contro il 41 bis apparse sui muri di Milano possano essere state scritte da anarchici e antagonisti, da sempre contro il carcere.