I dieci miliardi necessari alla prossima legge di Stabilità? È probabile che il governo li trovi, in parte, tagliando i fondi alla Sanità. Non si tratterà dei soliti tagli lineari, dicono il commissario alla revisione della spesa Yoram Gutgeld e il ministro Beatrice Lorenzin, ma una parte dei risparmi dovrà derivare dalle misure che puntano a mettere in efficienza il sistema. L’esponente del Nuovo Centrodestra ha sempre chiesto di reinvestire quei fondi nel Servizio Sanitario Nazionale, ma adesso invece potrebbero invece prendere altre vie.
“Sono perfettamente d’accordo con la road map indicata dal commissario – attacca Lorenzin – Niente tagli lineari, anche perché non c’è più niente da tagliare: c’è invece la possibilità di recuperare risorse grazie a una maggiore efficienza e a una nuova organizzazione. Si calcola una cifra intorno ai 30 miliardi ma se riusciamo a trovarne 10 mi accontento”. L’obiettivo è rastrellare dieci miliardi di euro in 3-4 anni puntando ai 13 miliardi che scivolano via con prescrizioni e visite superflue . Cifre che sarebbero dovute servire per ammodernare la sanità, ma che secondo Gutgeld “possono essere utilizzate per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica”. “Io mi batto perché le risorse rimangano nel sistema – sostiene il ministro Lorenzin – poi se si riducono le tasse è evidente che questo è un beneficio di tutti. Una parte potrà andare nel ridurre le tasse ma il resto va a personale, ricerca e nuove tecnologie, e in generale a migliorare i servizi”.
Il ministro della Salute vorrebbe che “i risparmi siano utilizzati per coprire i buchi che abbiamo nella ricerca, per rendere disponibili a tutti i nuovi farmaci salvavita, e per sbloccare il turn over. Nella sanità italiana abbiamo bloccato il ricambio generazionale e stiamo disperdendo un capitale umano sul quale abbiamo investito miliardi in formazione”.
Le misure previste dal commissario, anticipate in un’intervista a Repubblica, riguardano tra le altre cose gli acquisti di beni e servizi e l’appropriatezza delle prescrizioni. Si parla di tagli per 2,3 miliardi all’anno per il triennio 2015/2017. In cima alla lista dei tagli ci sono le prestazioni specialistiche non necessarie: dal ministero arriverà presto la lista delle patologie che prevedono analisi necessarie, per tutti i casi diversi si dovrà invece pagare di tasca propria. Il decreto prevede di recuperare fondi dalle anche con il taglio dello stipendio per i medici che prescrivono analisi e controlli non necessari. Il medico, quando fa la ricetta, dovrà riportare l’indicazione della condizione di erogabilità. Le visite e i trattamenti che esulano da quei paletti saranno a totale carico dell’assistito.
“Le ricette non sono assolutamente nuove”, protesta però Rosanna Dettori, segretaria generale della Fp Cgil. “C’è preoccupazione: dovendo tagliare 35 miliardi per il taglio delle tasse si fanno le solite scelte, si va sulla sanità e sugli enti locali che però sono già al collasso”.