Neutralità di internet, accesso alla Rete come diritto fondamentale. Sono questi i principi cardine della Carta dei diritti presentata oggi alla Camera dei Deputati dopo un anno di lavoro, dalla Commissione mista tra esperti e deputati presieduta da Laura Boldrini e Stefano Rodotà. ”Oggi è un momento importante, viene sancita l’universalità di Internet come bene per lo sviluppo dei cittadini – afferma la presidente della Camera – la prossima tappa è una mozione unitaria del Parlamento che recepisca questi principi”. Mentre su un piano giuridico si fa un passo avanti, nei fatti gli investimenti, i sei miliardi annunciati dal governo Renzi, per la banda larga latitano. E l’Italia viaggia a due velocità con metà della popolazione naviga a passo di lumaca. “E’ evidente che senza infrastrutture questi diritti restano sulla carta, lo dice una che nelle Marche, a casa sua, non ha il segnale, appena giro l’angolo non ho più la connessione”, afferma la presidente. “Spero che questa Carta sia più di un pungolo per il governo”, aggiunge. “Sono sicuro che fra qualche mese i fondi saranno disponibili, sono al vaglio di Bruxelles, è come cucinare la pasta, ci sono dei tempi di cottura”, dice Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica. “Troppe parole pochi fatti da parte di questo governo, ma la Carta è importante, se non si regola internet lo fanno i più forti, le grandi multinazionali”, aggiunge Diego De Lorenzis del M5s. “Non ci sono doveri? E’ una polemica pretestuosa, la Carta è piena di regole tra cui quella della neutralità, impedire che nell’accesso a Internet ci siano cittadini di seria A e di serie B”, spiega il giurista Stefano Rodotà. “Badate la Carta non è un esercizio teorico, questi diritti non sono esigibili adesso ma creano cultura giuridica. La banda larga? Le altre istituzioni, se vogliono, diano un’occhiata a questi principi, sarebbe un contributo fondamentale”, conclude di Irene Buscemi
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