Per tornare ai livelli di occupazione precedenti all’inizio della crisi in Italia ci vorranno vent’anni, fanno sapere gli analisti del Fondo monetario internazionale. Passano due giorni ed ecco la nuova tegola: secondo il rapporto Svimez 2015, tra il 2000 e il 2013 il Sud del Belpaese è cresciuto la metà della Grecia. Cade così il gelo sui facili entusiasmi di chi vede la ripresa dietro l’angolo. Le ricette suggerite dal Fmi per imprimere una “significativa accelerazione” sono quelle di sempre: riforme del fisco, della pubblica amministrazione e della giustizia civile, più flessibilità nel mondo del lavoro e via dicendo. Siamo andati in strada a discuterne con i cittadini, i quali inevitabilmente si dividono fra fiduciosi e disillusi. “Ce la possiamo fare anche prima, a patto di ridare slancio all’economia con riduzione delle tasse e investimenti strategici”, dicono alcuni. “Quella del Fmi è una stima perfino ottimistica, difficile che si riprenda un paese così corrotto e ormai privo di struttura produttiva”, replicano altri. “Dicono che ci vogliono altri vent’anni, intanto il destino di più di una generazione è stato bruciato”, sottolineano altri ancora. Ma il punto cruciale, aggiunge qualcuno, è immaginare in prospettiva “un nuovo modello, alternativo a un sistema dominato dal capitalismo finanziario”. E voi come la pensate? Dite la vostra nei commenti e votando la risposta che vi convince di più di Piero Ricca, riprese Ricky Farina, musiche di Nicola Gelo
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