L'ex ministro alla rivista tedesca Stern: "Dai titolari delle Finanze della Ue l'attacco alla democrazia più grave dalla fine della seconda Guerra mondiale. Schaueble? Può esplodere e può diventare aggressivo. Vuole un’Europa più autoritaria e con meno welfare"
Una “guerra finanziaria” vinta dai ministri dell’Eurozona non con “i mezzi blindati” ma “con le loro banche“. Con il risultato che la Grecia deve ora sottostare a condizioni che rappresentano “l’attacco più grave alla democrazia dalla fine della seconda Guerra mondiale”. Yanis Varoufakis, in un’intervista alla rivista tedesca Stern che sarà pubblicata giovedì, racconta ancora una volta la sua versione dei fatti sui mesi trascorsi alla guida del ministero delle Finanze e sulle trattative con i creditori. E lo fa proprio mentre i rappresentanti della troika, ribattezzata su sua richiesta “Brussels group” perché il nome stesso era sinonimo di austerità e tagli, rientrano ad Atene. Anche se con cinque giorni di ritardo sulla tabella di marcia a causa dei “problemi di sicurezza” legati all’ostilità della popolazione.
L’ex ministro non risparmia le stoccate per Wolfgang Schaeuble, il “falco” che guida il dicastero delle Finanze tedesco: “Schaeuble può esplodere e può diventare molto aggressivo, l’ho visto una volta mettere in mezzo il capo dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem“, racconta Varoufakis. “A me non ha mai fatto nulla, è stato molto cordiale. Lo apprezzo, mi piace Wolfgang e penso che lui apprezzi le mie conoscenze. Schaeuble sa quello che vuole e lo dice chiaramente, un’Europa più autoritaria e con meno welfare“. L’economista greco ammette poi che contro il ministro tedesco stava combattendo una battaglia persa in partenza. “In quel duello ero nudo e lui era un gladiatore protetto da un’armatura. Si può essere intelligenti quanto si vuole, ma quando il tuo avversario è in una fortezza non bastano neppure i migliori argomenti”. Quanto al vice cancelliere tedesco, il socialdemocratico Sigmar Gabriel, è stato “una delusione” perché all’inizio erano “come fratelli”.
Da gennaio, spiega poi tornando sul “piano segreto” per il passaggio a un sistema di pagamenti alternativo e l’eventuale ritorno alla dracma, “ad Atene c’era in piedi un gabinetto di guerra, cinque o sei persone che si occupavano di una possibile Grexit, e insieme consideravamo tutti i possibili scenari”. Compresa l’ipotesi di una valuta parallela per aumentare il potere negoziale del governo greco. “Questo è un problema a cui ho dedicato tutta la mia carriera accademica”, ricorda Varoufakis, che da economista si è occupato molto di teoria dei giochi. Ma per quel progetto ora l’ex ministro è sotto accusa: contro di lui sono state presentate tre denunce per alto tradimento e violazione dei dati personali dei cittadini e la Corte suprema le ha girate al Parlamento, che dovrà decidere se privarlo dell’immunità per permettere ai tribunali di procedere con le indagini.