La battaglia nel comune a due passi da Genova è stata innescata dalla Cassazione che ha dichiarato che anche le scuole religiose dovranno pagare la tassa. Il primo cittadino chiederà al governo una interpretazione autentica della sentenza, che definisce "pasticciata". Mentre don Silvio Grilli si appella a una legge del governo Monti
Bogliasco come Brescello? Il sindaco Luca Pastorino contro don Silvio Grilli come Beppone in lotta perpetua con don Camillo? Non esageriamo. Per certi aspetti però la convivenza tra il primo cittadino del borgo ligure di levante alle porte di Genova e il parroco della chiesa della Natività di Maria Santissima ricordano le avventure dei due personaggi creati da Giovanni Guareschi.
Ogni tanto, anzi spesso, una impuntatura. L’ultimo showdown lo ha innescato la sentenza della Corte di Cassazione che ha dichiarato che anche le scuole religiose dovranno pagare l’Imu. Pastorino chiederà al governo una interpretazione autentica della sentenza, che definisce “pasticciata”, in modo da poter eventualmente applicare l’Imu all’asilo “il Girotondo” e alla casa di riposo per anziani. Il sindaco di Bogliasco (ex Pd, civatiano confluito in Possiamo e parlamentare) si era lasciato scappare di bocca di voler prendere un’altra strada. Fare ricorso contro la sentenza della Commissione Tributaria Provinciale che nel maggio scorso aveva dato ragione a don Grilli, il quale si era ripetutamente opposto alle richieste del comune di Bogliasco di versare l’Ici del 2010 per l’asilo e la casa di riposo. Poche migliaia di euro, ma la questione, in tutta evidenza, era diventata di principio. E nessuno aveva fatto un passo indietro.
A vittoria acquisita don Grilli aveva esultato con toni alquanto duri scrivendo un intervento per il bollettino parrocchiale che suonava come un’invettiva contro il sindaco. Pastorino non aveva risposto alla provocazione ma ora non intende arretrare. Ricorso o no, il sindaco è deciso a far valere i diritti dell’ente che guida. E spiega a ilfattoquotidiano.it: “Il Comune riconosce che l’asilo e la casa di riposo svolgono funzioni di utilità sociale, tant’è vero che contribuisce con trentamila euro l’anno per contenere le rette dell’asilo a carico delle famiglie. E al di là delle convenzioni con l’Asl paga la metà della retta ai ricoverati indigenti della casa di riposo. Se tuttavia la Cassazione ha stabilito un principio generale di contribuzione da parte delle scuole religiose, come sindaco sono tenuto ad applicare la legge, a tutela del denaro che i cittadini versano con le tasse. A questo punto il ministero della pubblica Istruzione ci faccia conoscere la sua interpretazione autentica sulla sentenza della Cassazione e i criteri che dobbiamo adottare nei singoli casi. Come sindaco mi adeguerò. Ma chiedo chiarezza nelle disposizioni da applicare”.
Sull’altro fronte della contesa c’è don Silvio Grilli che non è soltanto il parroco della chiesa maggiore di Bogliasco. E’ il direttore della comunicazione della Curia genovese, presieduta dal cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che aveva subito bollato come “liberticida” la sentenza della Suprema Corte. Don Grilli è anche il direttore del settimanale della Curia, “il Cittadino” e a Bogliasco è noto per il carattere spigoloso e alieno dai compromessi.
“Prima di Pastorino il vero sindaco era lui”, confida qualche parrocchiano dissidente. Don Grilli passa al contrattacco e dice a ilfattoquotidiano.it: “Anzitutto chiariamo una cosa: la Curia in questa contesa non c’entra niente. Asilo e casa di riposo sono fondazioni religiose autonome senza scopo di lucro. Se la sentenza della Cassazione si applicasse anche a loro, dovremmo tirare fuori – abbiamo buttato giù un po’ di conti – circa centomila euro, conteggiando gli arretrati degli ultimi cinque anni. Se anche riuscissimo a trovare tutti quei soldi, dovremo aumentare sensibilmente le rate dell’asilo, che ospita 90 bambini e della casa di riposo che ha 47 ricoverati. Il governo Monti aveva stabilito l’esenzione per le scuole paritarie che non fossero in grado con le rette di coprire i costi di gestione: è il nostro caso. Le rette coprono soltanto il 70%, il resto viene da offerte volontarie e contributi regionali e dello stesso comune. Mettere l’Imu significherebbe innescare una partita di giro, costringendo gli enti pubblici ad aumentare i contributi alle scuole religose. Sarebbero in grado di farlo? Non credo proprio…”.