Il presidente del Consiglio durante la Cerimonia del Ventaglio al Quirinale torna sui temi che hanno caratterizzato il suo discorso di insediamento del 3 febbraio: "Mi auguro che il percorso di riforme in itinere vada in porto dopo decenni di tentativi non riusciti, ma non entro nel merito delle scelte, che appartengono solo al Parlamento. La Costituzione non prevede un uomo solo al comando"
“La lotta alla corruzione e alle mafie costituisce una priorità assoluta. E’ un impegno di civiltà che va condotto dall’intera società”. In occasione della cerimonia del Ventaglio al Quirinale, Sergio Mattarella è tornato su uno dei punti centrali del discorso di insediamento tenuto di fronte al Parlamento il 3 febbraio. Nel tradizionale incontro estivo con la stampa parlamentare, il presidente della Repubblica messo in guardia dal “sistema gelatinoso” che affligge la macchina statale a tutti i livelli.
Un discorso in cui il capo dello Stato ha toccato tutti i temi che caratterizzano il suo mandato. “Mi auguro che il percorso di riforme in itinere vada in porto dopo decenni di tentativi non riusciti – ha detto Mattarella – non entro nel merito delle scelte, che appartengono solo al Parlamento, ma mi auguro che processo vada in porto, è uno dei punti nevralgici di questa legislatura”, ha spiegato il presidente, sottolineando il ruolo di arbitro imparziale che il capo dello Stato deve avere: “Nessuno, tantomeno il presidente della Repubblica, è un uomo solo al comando nel nostro Paese, non è possibile in democrazia”.
“Non si può pensare che il presidente della Repubblica possa bloccare scelte politiche che competono a governo o Parlamento – ha detto ancora Mattarella – il presidente non dispone di un potere di veto, può solo chiedere al Parlamento un riesame e soltanto quando risconti un chiaro contrasto con la Costituzione. Ogni presidente della Repubblica ha le sue idee, anche io ho le mie, ma ho il dovere di accantonarle perché se le scelte sono fatte da organi previsti dalla Costituzione devo rispettarle e le rispetterò sempre”. Un’indicazione, tuttavia, il capo del Quirinale la dà: “”Non posso che auspicare” che la Corte Costituzionale “venga sollecitamente integrata dal Parlamento nella sua composizione e mi auguro prima che” la Consulta “riprenda i lavori in autunno”.
Nel giorno in cui lo Svimez fa sapere che tra il 2000 e il 2013 il Meridione è cresciuto la metà della Grecia, Mattarella torna a sottolineare l’importanza di dare sviluppo al Sud: “Non possiamo abbandonare un’intera generazione giovani, non possiamo abbandonare il Meridione”.