Ridimensionare i poteri dell’Ue. E’ questo l’obiettivo della Germania. Si devono separare i ruoli di custode dei Trattati, di garanzia, da quello, sempre più evidente, di governo politico europeo. Non è piaciuta, al ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble, quella che deve aver giudicato come un’invasione di campo da parte dalla commissione Ue nella gestione della crisi greca. E così ora Berlino sta studiando una proposta per dare una dimensione definita – più contenuta – all’azione della commissione di Jean-Claude Juncker.
E’ il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) – ricostruisce l’Ansa – a dar conto delle intenzioni di Schaeuble. All’Ecofin di Bruxelles di due settimane fa, scrive oggi, il ministro tedesco ha affrontato la questione di come rivedere il ruolo della commissione: affidare le ‘classiche’ competenze di sorveglianza sul mercato interno e sul rispetto delle regole comuni ad autorità indipendenti, sul modello dell’antitrust tedesca.
Secondo i diplomatici di Berlino Schaeuble sostiene l’idea di una commissione più politica. Ma questo sviluppo comporterebbe la necessità di affidare il ruolo di garanzia e sorveglianza ad autorità super partes e indipendenti. Da Bruxelles un portavoce di Juncker ha risposto con un ‘no comment‘ sulle “indiscrezioni di stampa” della Faz. Aggiungendo però una precisazione importante: “E’ vero che l’attuale commissione europea è più politica, ma non significa che sia partigiana. E’ solo più consapevole di cosa accada sul campo e di cosa vogliano i cittadini europei”. La commissione, ha ricordato, non ha solo il ruolo di guardiano dei Trattati ma anche di “promuovere l’interesse generale dell’Ue”.
Eppure a Schaeuble non è piaciuto il ruolo avuto dal suo presidente nella crisi. Invece di comportarsi come parte della troika, Juncker ha più volte trattato direttamente con il premier ellenico Alexis Tsipras, rafforzando la sua posizione sulla necessità di una decisione ‘politica’ sui nuovi crediti e sul taglio del debito. Schaeuble, riporta Faz, ha chiarito che in questa questione non la commissione, ma l’eurogruppo era intitolato a trattare come rappresentante dei creditori europei.
Schaeuble non intende “esautorare” la commissione, ha spiegato un portavoce del ministero delle Finanze tedesco ridimensionando il titolo di Faz. Ma per il ministro è importante “che la commissione mantenga il giusto equilibrio tra le sue funzioni politiche e il ruolo di custode dei Trattati”, ha poi confermato.
Che la Germania, e in particolare il suo potente ministro delle Finanze, abbia un’idea abbastanza chiara del futuro dell’Ue, era già emerso durante le trattative per il salvataggio della Grecia. Berlino vuole che l’Unione, e soprattutto l’eurozona si muovano dallo stato di impasse in cui sembra averla fatta cadere un’architettura istituzionale inadeguata ad affrontare con decisione le sfide – e le crisi – contemporanee. In questo quadro occorrerebbe ridefinire anche i rapporti tra consiglio e commissione.