C’è anche il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, e il consigliere regionale di Forza Italia Mimmo Tallini nella chiusura indagini dell’inchiesta “Multopoli” coordinata dal sostituto procuratore Gerardo Dominijanni.
In tutto sono 40 le persone indagati tra agenti della polizia municipale e politici di Catanzaro finiti nell’indagine della Digos che ha svelato un vero e proprio sistema finalizzato ad annullare i verbali di contravvenzione nei confronti dei pochi privilegiati.
Tra le accuse contestate dal pm Dominijanni (da poco nominato procuratore aggiunto di Reggio Calabria) vanno dall’associazione a delinquere alla truffa passando per l’abuso d’ufficio e la falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.
L’accusa più pesante (associazione a delinquere) è per i consiglieri comunali Massimo Lomonaco e Stefania Lo Giudice e per gli ufficiali della polizia municipale Salvatore Tarantino e Giuseppe Antonio Salerno.
I primi per “il consenso elettorale”, gli altri due “acquisire prestigio e benevolenza nell’ambito politico – scrivono i magistrati – si associavano allo scopo di far ottenere e conseguire a loro stessi e a terzi utilità ingiusti profitti e vantaggi patrimoniali mediante l’annullamento illegittimo di numerosi verbali di contravvenzione stradale di soggetti che a costoro si erano rivolti”.
Lomonaco è lo stesso assessore al Personale del Comune di Catanzaro che era stato intercettato dalla Digos mentre parlava al telefono con Zuniga che, polizia e pm indicano come “prostituta” sudamericana. Zuniga doveva rinnovare la carta di identità e l’assessore si sarebbe prodigato chiamando l’ufficio anagrafe e i vigili compiacenti.
“Un bacio da te me lo merito, sto lavorando molto per te” è la frase pronunciata da Lomonaco a Zuniga che sa come ricambiare: “Bueno, bueno, appena hai un po’ di tempo vieni che… senza pagarmi perché mi hai fatto un grande favore, almeno una volta”.
Al telefono l’assessore non ha freni inibitori: “Tesoro, vengo o sei stanca?”. E lei: “Ma stai scherzando!”. L’assessore vola a casa di Zuniga e lungo il tragitto invia sms piccanti: “Quanto prendi?”. “Parto da 70. Completo di c… cento. Con calma, il p. te lo faccio scoperto se ti fa piacere”.
Ritornando all’inchiesta della Digos sulle multe ingiustamente condonate, tra queste ce ne sarebbero due prese, nel 2013, anche dal consigliere regionale Mimmo Tallini (all’epoca consigliere comunale di maggioranza) e assessore al Personale della Regione.
Secondo gli inquirenti, Tallini e l’ufficiale Tarantino, abusando e approfittando del vincolo di soggezione derivante dalle specifiche cariche e funzioni pubbliche ricoperte, inducevano il vigile urbano Luigi Sacco ad “annullare indebitamente” una contravvenzione di 41 euro redatta nei confronti dell’autovettura in uso al politico indagato.
“Ritengo – ha affermato Tallini dopo che gli è stato notificato l’avviso di conclusione indagini – di aver agito sempre nella legalità e che il mio comportamento sia stato sempre eticamente rispettoso del ruolo istituzionale da me ricoperto. Ribadisco, con forza e determinazione che non ho mai chiesto l’annullamento di verbali elevati dai vigili urbani di Catanzaro per nessuno, tanto meno per il sottoscritto, per i miei familiari o per miei conoscenti. Sfido chiunque a portare prove o affermare il contrario”.