Come assumere un meccanico, dove ti serve un calzolaio. E’ solo l’ultimo paradosso della riforma della scuola di Matteo Renzi: ci saranno 102.734 assunzioni, ma i profili dei docenti in graduatoria che saranno regolarizzati non coincidono con le esigenze degli istituti. Mancano esattamente 3.124 cattedre, come ha calcolato la rivista specializzata del settore Tuttoscuola, e il Ministero non ha intenzione di attingere al bacino degli altri precari abilitati. Piuttosto quegli incarichi continueranno ad essere assegnati a supplenti.

Incrociando infatti la disponibilità dei posti vacanti con gli elenchi dei docenti aspiranti si scopre che mancano 1.157 posti nella scuola secondaria di primo grado e 1.985 in quella di secondo grado. I “buchi” sono concentrati in classi di concorso abbastanza tecniche: ad esempio 660 per Scienze matematiche chimiche alle medie, 185 per lingua spagnola, 545 per Tecnica dei servizi. E ancora: oltre 160 posti per Discipline meccaniche e tecnologia, o 320 posti per Laboratorio per l’edilizia. Cattedre che a settembre resteranno senza un titolare. E siamo ancora all’interno del primo scaglione di immissioni in ruolo, le assunzioni “ordinarie” (47mila circa), e non quelle straordinarie delle fasi B e C, che dovrebbero riguardare altri 55mila docenti e che scatteranno ad anno in corso e presentano molte più incognite.

La questione riguarda uno dei temi più controversi e dibattuti di tutta la riforma: quali insegnanti includere nel piano straordinario di immissioni in ruolo. Nonostante proteste e appelli da più parti, il governo ha scelto di assumere i “precari storici”, svuotando le Graduatorie ad esaurimento e quelle dell’ultimo concorso, e tagliando fuori gli oltre 100mila abilitati (Tfa e Pas) presenti nelle Graduatorie d’Istituto. Ora, però, si verifica un problema che era già stato ventilato dai sindacati, contrari alla riforma: le GaE e le liste del concorsone non combaciano perfettamente con le esigenze di potenziamento degli organici delle scuole. Mancano diversi insegnanti di cui sarebbe prevista l’assunzione a settembre: 3.142, per la precisione. Tutti posti che andranno “bruciati”.

Almeno per questi casi, infatti, si sarebbe potuto allargare i cordoni del piano assunzionale agli abilitati. Invece il governo ha scelto un’altra via: i posti non assegnati andranno persi. Pur essendoci la possibilità e la necessità di stabilizzare altri precari, quei contratti continueranno ad essere assegnati a tempo determinato come supplenze. E lo stesso accadrà anche per quelle ulteriori cattedre che potrebbero rimanere scoperte per rinunce e trasferimenti al termine dell’intera procedura di assegnazione, che prevede ben tre fasi e si annuncia particolarmente complessa. Le assunzioni, insomma, saranno 102mila solo sulla carta. Sono già scese a 99mila. E nelle prossime settimane potrebbero diminuire ancora.

Twitter: @lVendemiale

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