“Non esiste e non può esistere nessuno, come pure sembrerebbe essere stato dichiarato, che chiede soldi per me”. Nicola Zingaretti in una nota respinge le accuse riservandosi “di querelare, a tutela della mia dignità e onorabilità personale, chiunque affermi o abbia affermato il contrario”. Il presidente della Regione Lazio commenta così l’esclusiva del Tg La 7. In un servizio andato in onda venerdì 31 luglio infatti, il telegiornale condotto da Enrico Mentana ha rivelato che in alcuni interrogatori il ras delle cooperative Salvatore Buzzi in carcere nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale avrebbe detto che “secondo Odevaine per il palazzo dell’Eur presero soldi il capo di gabinetto Maurizio Venafro, il segretario generale Cavicchia e Peppe Cionci per Zingaretti”.
Il politico Pd nega ogni ricostruzione: “L’unica riflessione che già da ora mi sento di fare”, continua, “è l’affacciarsi concreto del rischio di impraticabilità di campo per chi sta provando con dedizione e onestà a cambiare le cose in questa Regione”. E poi: “Da indiscrezioni di stampa contenute nel servizio di un tg emerge che il signor Salvatore Buzzi, in carcere dal 2 dicembre, avrebbe rilasciato dichiarazioni sui suoi atti corruttori diretti verso molte personalità politiche, nessuna della Regione Lazio. Sempre dallo stesso servizio e da alcuni articoli di stampa risulta che il signor Buzzi avrebbe dichiarato che il signor Luca Odevaine gli avrebbe riferito su atti corruttivi dietro l’acquisto del palazzo della Provincia di Roma e di notizie su accordi spartitori relativi alla gara multiservizi per gli ospedali del Lazio, tema questo già emerso nelle intercettazioni dell’inchiesta. Reputo queste affermazioni, se fatte, totalmente prive di ogni fondamento, a cominciare dalla notizia che ‘Zingaretti ha acquistato il palazzo prima che venisse costruito’. Affermazione, quest’ultima, palesemente falsa”.