Dopo aver definito i giornalisti de Il Fatto Quotidiano 'penne di camorra' per aver scritto dei suoi continui passaggi di casacca, l'amministratore lascia i Verdi e approda nuovamente tra i democratici
Il 21 maggio il consigliere comunale di Napoli Carmine Attanasio, eletto in Idv, candidato alla Regione Campania nei Verdi, si incatenò davanti alla sede Rai di Napoli. Protestava contro ilfattoquotidiano.it che aveva inserito il suo nome in una lista di ‘impresentabili’ a causa del suo forsennato trasformismo politico. Un articolo poi ripreso di sfuggita in un servizio di un tg della tv di stato. In un comunicato stampa e nei cartelloni a corredo della protesta, Attanasio definì l’autore dell’articolo e il direttore del giornale cartaceo, Marco Travaglio, “penne di camorra”.
Promise che sarebbe rimasto in catene fino a quando il suo nome non veniva eliminato dalla lista pubblicata sul web. Ma pioveva, faceva freddo quel giorno. Se ne andò poche ore dopo, il nome non è stato tolto. Sono passati poco più di due mesi e Attanasio ha cambiato di nuovo partito. Ha aderito ufficialmente al Pd. Di nuovo, almeno a rileggere un vecchio comunicato dell’ex collega verde Francesco Borrelli, che di Attanasio scrisse: “Ha fatto parte di Forza Italia, Idv, Verdi, Rivoluzione Civile, Rifondazione Comunista, Pd ed altri soggetti politici”. I dem napoletani sono così contenti che hanno organizzato una conferenza stampa di presentazione dell’evento: si terrà lunedì 3 agosto alle 12 presso la sede provinciale del partito, con il segretario napoletano Venanzio Carpentieri e alcuni consiglieri comunali Pd. In conferenza Attanasio spiegherà le ragioni dell’ennesimo cambio di casacca: lui, eletto in una lista a sostegno del sindaco Luigi de Magistris, va ora a rimpolpare un partito all’opposizione della giunta arancione.
Alcuni dei motivi si possono intuire. Il primo: Attanasio sarebbe molto arrabbiato coi Verdi che non l’hanno sostenuto in campagna elettorale – in consiglio regionale è stato eletto il rivale Borrelli – e non gli hanno espresso solidarietà quando si andò a incatenare e a definire camorrista il direttore de Il Fatto Quotidiano. Il secondo: Attanasio sarebbe molto arrabbiato con de Magistris, colpevole di aver invitato Travaglio a una iniziativa di legalità del Comune di Napoli, la proiezione in piazza Municipio del film La Trattativa insieme all’autrice Sabina Guzzanti. Avvenne il 10 luglio, il Fatto era uscito da poche ore con lo scoop delle intercettazioni Renzi-Adinolfi e dei presunti ricatti alla famiglia Napolitano, firmato anche da una delle due “penne di camorra”. In quell’occasione Travaglio ricordò l’episodio dal palco dicendo, testuale: “Quell’assessore (Attanasio ha la delega al Turismo della Città Metropolitana, ndr) che ci definì penne di camorra dovrebbe vergognarsi”. Proprio con quella delega de Magistris sperava di aver trattenuto Attanasio nella sua traballante maggioranza. Che ora invece vacilla, perché con il passaggio dell’ex Verde-Idv e di un altro ex Idv, Vincenzo Gallotto, all’opposizione, il sindaco arancione rischia di non avere più i numeri per approvare la manovra di bilancio appena varata in giunta.