
Nella regione africana dei Grandi Laghi prevalgono le dittature. Dopo Kagame in Ruanda, Museveni in Uganda ora è il turno di Nkurunziza in Burundi rieletto per un terzo mandato consecutivo. Persino Museveni si era mobilitato per cercare di stabilire un clima pacifico per le presidenziali in Burundi ora di nuovo sull’orlo di una guerra civile dopo l’attentato odierno che ha causato la morte del numero due del regime, il generale Nshimirimana. Il dittatore ugandese ha usato il suo ruolo geopolitico inserendosi all’interno di delicate dinamiche e facendo della politica regionale uno dei suoi punti di forza visto che i confini ugandesi sono spesso teatro di scontri.
Il presidente del Burundi Pierre Nkurunziza è stato rieletto nonostante le proteste e i morti lasciati sul terreno, quasi un centinaio. Ex capo ribelle Hutu ferito gravemente durante la guerra civile, messaggero di Dio che gli avrebbe annunciato che un giorno avrebbe diretto il suo Paese, Nkurunziza, ha portato a termine il suo piano ottenendo il 69,41% dei voti violando tutto ciò che era possibile violare, dalla costituzione agli accordi di Arusha dell’agosto 2000.
Questi ultimi si articolavano principalmente in due parti: da un lato si prevedeva la creazione di un periodo transitorio di tre anni durante il quale per i primi 18 mesi sarebbero stati al governo i Tutsi, mentre per i restanti 18 gli Hutu. Al termine di questa fase transitoria si sarebbero svolte elezioni libere e democratiche; la seconda parte degli accordi prevedeva invece la creazione di un’Unità di protezione speciale, pariteticamente composta dai due gruppi etnici. Questi accordi ovviamente non sono stati propriamente rispettati visto che il presidente Nkurunziza, tra brogli elettorali e violenze sottaciute, è stato eletto per tre volte consecutive.
Il clima di intimidazione e di violenza politica non ha permesso elezioni credibili visto che i burundesi si sono recati alle urne con la paura. “Il crepitio di armi automatiche era udibile anche nelle strade della capitale Bujumbura”, secondo le dichiarazioni di un membro del Dvdb (Missione di Osservazione elettorale delle Nazioni Unite in Burundi), l’unica organizzazione internazionale ad aver seguito in loco la votazione. L’Unione Europea tramite Federica Mogherini è pronta a lanciare delle consultazioni che potrebbero portare ad una sospensione della cooperazione con il Burundi. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu nonostante le otto riunioni sul tema del Burundi appare sempre più spaccato. Da un lato gli Usa e l’Occidente criticano aspramente il regime di Nkurunziza e la legittimità delle recenti elezioni mentre dall’altra parte Russia, Cina e alcuni membri africani come l’Angola, il Ciad e la Nigeria ritengono che sia un affare interno al Burundi. Il partito del presidente Nkurunziza ha trionfato su tutti i fronti a cominciare dalle elezioni legislative di fine giugno. Il Consiglio nazionale per la difesa della democrazia – (Cndd-Fdd) ha stravinto nelle sue roccaforti e nelle campagne, dove Imbonerakure, la milizia che incute terrore non ha esitato a intimidire il più recalcitrante degli elettori.
Il Capo dello Stato a questo punto avrà la maggioranza di quattro quinti necessaria per modificare la stessa Costituzione e minare le conquiste degli Accordi di Arusha. Questo è un grosso rischio già paventato dall’opposizione e dalla società civile. Intanto l’altro Burundi si esibisce nella vetrina dell’Expo attraverso una dignitare del regime accolta in pompa magna.
Roberto Colella
Giornalista, esperto in Geopolitica e Scienze della Difesa
Mondo - 3 Agosto 2015
Burundi, una nuova (e sanguinosa) dittatura nel cuore dell’Africa
Nella regione africana dei Grandi Laghi prevalgono le dittature. Dopo Kagame in Ruanda, Museveni in Uganda ora è il turno di Nkurunziza in Burundi rieletto per un terzo mandato consecutivo. Persino Museveni si era mobilitato per cercare di stabilire un clima pacifico per le presidenziali in Burundi ora di nuovo sull’orlo di una guerra civile dopo l’attentato odierno che ha causato la morte del numero due del regime, il generale Nshimirimana. Il dittatore ugandese ha usato il suo ruolo geopolitico inserendosi all’interno di delicate dinamiche e facendo della politica regionale uno dei suoi punti di forza visto che i confini ugandesi sono spesso teatro di scontri.
Il presidente del Burundi Pierre Nkurunziza è stato rieletto nonostante le proteste e i morti lasciati sul terreno, quasi un centinaio. Ex capo ribelle Hutu ferito gravemente durante la guerra civile, messaggero di Dio che gli avrebbe annunciato che un giorno avrebbe diretto il suo Paese, Nkurunziza, ha portato a termine il suo piano ottenendo il 69,41% dei voti violando tutto ciò che era possibile violare, dalla costituzione agli accordi di Arusha dell’agosto 2000.
Questi ultimi si articolavano principalmente in due parti: da un lato si prevedeva la creazione di un periodo transitorio di tre anni durante il quale per i primi 18 mesi sarebbero stati al governo i Tutsi, mentre per i restanti 18 gli Hutu. Al termine di questa fase transitoria si sarebbero svolte elezioni libere e democratiche; la seconda parte degli accordi prevedeva invece la creazione di un’Unità di protezione speciale, pariteticamente composta dai due gruppi etnici. Questi accordi ovviamente non sono stati propriamente rispettati visto che il presidente Nkurunziza, tra brogli elettorali e violenze sottaciute, è stato eletto per tre volte consecutive.
Il clima di intimidazione e di violenza politica non ha permesso elezioni credibili visto che i burundesi si sono recati alle urne con la paura. “Il crepitio di armi automatiche era udibile anche nelle strade della capitale Bujumbura”, secondo le dichiarazioni di un membro del Dvdb (Missione di Osservazione elettorale delle Nazioni Unite in Burundi), l’unica organizzazione internazionale ad aver seguito in loco la votazione. L’Unione Europea tramite Federica Mogherini è pronta a lanciare delle consultazioni che potrebbero portare ad una sospensione della cooperazione con il Burundi. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu nonostante le otto riunioni sul tema del Burundi appare sempre più spaccato. Da un lato gli Usa e l’Occidente criticano aspramente il regime di Nkurunziza e la legittimità delle recenti elezioni mentre dall’altra parte Russia, Cina e alcuni membri africani come l’Angola, il Ciad e la Nigeria ritengono che sia un affare interno al Burundi. Il partito del presidente Nkurunziza ha trionfato su tutti i fronti a cominciare dalle elezioni legislative di fine giugno. Il Consiglio nazionale per la difesa della democrazia – (Cndd-Fdd) ha stravinto nelle sue roccaforti e nelle campagne, dove Imbonerakure, la milizia che incute terrore non ha esitato a intimidire il più recalcitrante degli elettori.
Il Capo dello Stato a questo punto avrà la maggioranza di quattro quinti necessaria per modificare la stessa Costituzione e minare le conquiste degli Accordi di Arusha. Questo è un grosso rischio già paventato dall’opposizione e dalla società civile. Intanto l’altro Burundi si esibisce nella vetrina dell’Expo attraverso una dignitare del regime accolta in pompa magna.
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Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".