“Il pubblico lo abbandonerà immediatamente per qualcos’altro, se un nuovo tipo di droga musicale sarà in vendita”, così il legendario compositore e pioniere assoluto della musica elettronica Karlheinz Stockhausen commentava, esattamente venti anni fa, Richie Hawtin e la sua musica. Ebbene, a vent’anni di distanza dal monito di Stockhausen Hawtin continua incessantemente a far parlare di se, e non poco. Il suo ultimo progetto, ENTER, e’ tornato anche quest’anno a Ibiza per una sessione musicale della durata di 12 settimane: tutti i giovedì fino al 17 settembre il musicista e dj canadese terra’ banco presso lo storico Space dell’isola spagnola, discoteca nella quale Hawtin curerà, come nelle passate edizioni, ben 4 stanze sui principi di Music, Sake,Technology ed Experience.
Dopo infatti l’esperienza maturata con il Cocoon di Sven Väth presso un’altra delle storiche discoteche di Ibiza, l’Amnesia, Hawtin sentiva “che era il momento giusto per sviluppare la mia personale visione di esperienza a Ibiza. Ibiza è una destinazione per le persone provenienti da tutti i ceti sociali che cercano di sfuggire e celebrare”. Ma cos’e’ ENTER? Come spiega lo stesso Hawtin la sua ultima creatura e’ “un mondo che collega molte delle cose che amo: musica, tecnologia, sake giapponese, arte, intrattenimento e design. Come Ibiza è un crocevia di persone provenienti da tutto il mondo, ENTER. sarà un crocevia di esperienze!”. Insomma, una sorta di percorso che potremmo definire multisensoriale per quella che sembra volersi attestare come una delle più originali e innovative esperienze del panoramica elettronico mondiale.
Una fucina di talenti che anche quest’anno presenta una rosa di nomi di primissimo piano. A partire dai dj resident Bella Sarris, Fabio Florido, Hito, Matador, Matthew Hawtin e Tm404 per poi proseguire con un’infornata di ospiti: Adam Beyer, Osservatorio Blind, Sven Väth, Dubfire e moltissimi altri i protagonisti della scena elettronica internazionale che animeranno le serate di ENTER. Attivo ufficialmente dal 1991 Richie Hawtin vanta una discografia dai grandi numeri: una ventina di lavori in quasi venticinque anni di attività, tanto sotto il proprio nome di battesimo quanto sotto due pseudonimi, F.U.S.E. e Plastikman. E fu proprio recensendo il primo album pubblicato sotto lo pseudonimo di Plastikman, Sheet One (1993), che Stockhausen, in un articolo comparso su The Wire, rivolse le sue aspre critiche alla musica del creatore di ENTER. Critiche rivolte non solo ad Hawtin, ma anche ad altri tre grandi protagonisti della scena techno e dance degli anni Novanta: Aphex Twin, Scanner e Daniel Pemberton.
All’inizio del 1995 Radio3 della BBC invio’ al grande compositore tedesco un pacco con dentro registrazioni di brani dei 4 giovani musicisti-dj, per poi mandare ad agosto dello stesso anno il proprio reporter, Dick Witts, a raccogliere, in un’intervista dal grande valore storico-musicale, le sue impressioni sui lavori delle nuove leve elettroniche: “non mi piace affatto questo linguaggio eternamente ripetitivo – commentava Stockhausen – E’ come qualcuno che balbetta di continuo senza riuscire a fare uscire parola dalla sua bocca (…) E’ stupido usare la musica come se fosse una droga”. Insomma, non certo una nota positiva per gli allora giovani volti della scena dance ed elettronica euro-americana. Ma nonostante la disapprovazione dei padri, i figli hanno continuato lungo il loro cammino, e quello che, giunto alla sua quarta edizione, Richie Hawtin porta oggi nel tempio del divertimento senza limiti ne restrizioni, assume i lineamenti di un’operazione di profonda rivoluzione culturale: ENTER traghetta la musica dance ed elettronica ad un livello più alto, puntando sui contenuti e sull’interconnessione degli stessi. Insomma, un nuovo stadio per la scena dance che giunge così ad affermarsi come incubatore di reali esperienze estese, in una realtà a dir poco aumentata.