Le spese legali degli Spedali Civili di Brescia, il secondo nosocomio più grande d'Italia già al centro della vicenda Stamina, sono affidate tutte allo studio GFT & Partners di due legali ciellini, uno dei quali siede nel Cda dell'ateneo di cui la struttura è policlinico universitario. La Corte dei Conti bacchetta, una commissione vigila, ma l'andazzo resta quello
Brescia, Borgo Wührer. A un passo dalle ville di viale Venezia, nel ricercato centro direzionale alle pendici del monte Maddalena, lo studio legale GFT & Partners ha i vetri a specchio. La riservatezza qui, tra uffici di commercialisti, notai e revisori contabili, è il primo requisito. Sulle scrivanie dei legali di GFT finiscono quasi tutti i fascicoli delle cause promosse contro gli Spedali Civili di Brescia, centro d’eccellenza della sanità lombarda e seconda azienda ospedaliera italiana: affidamenti che valgono milioni di euro di parcelle e che possono fare la fortuna di un professionista.
Il servizio Affari generali e legali dell’ospedale da anni affida la difesa degli Spedali Civili a studi legali esterni, anche se tra i compiti della struttura diretta dall’avvocato Fausto Maggi figurerebbe la “gestione del contenzioso” anche “in forma diretta”. “Da qualche anno non sono neanche più iscritto all’Ordine degli avvocati – spiega a ilfattoquotidiano.it il dirigente del servizio Affari legali, avvocato Maggi – e anche tra i miei collaboratori non c’è nessuno che abbia titolo per difendere l’ospedale”.
Così gli incarichi per la difesa della seconda azienda ospedaliera italiana finiscono quasi sempre agli stessi studi: agli avvocati Dario Meini e Adler Sagonti, rispettivamente socio e collaboratore di GFT, sono stati liquidati almeno 456 mila euro nel 2014 e quasi 200 mila nel 2015 (il conto si ferma a luglio); all’avvocato Rocco Mangia, incaricato della difesa per il caso Stamina – come raccontato da ilfattoquotidiano.it – più di 2 milioni di euro mentre gli altri avvocati chiamati a difendere l’azienda ospedaliera, tutti insieme, raggiungono poche decine di migliaia di euro. “Il mio ufficio si occupa dell’istruttoria e della parte proponente – precisa l’avvocato Maggi – può darsi che ci sia qualcuno che ha più cause di altri, ma non è vero che lo studio GFT abbia l’esclusiva”. Tra le spese legali dell’ospedale figurano anche, secondo il direttore degli Affari legali, le cause del lavoro, quelle per le gare d’appalto e la gestione del patrimonio degli Spedali: ma la parte preponderante – ammette l’avvocato Maggi – è quella della responsabilità sanitaria, dove gli avvocati di GFT risultano praticamente gli unici assegnatari.
Lo studio GFT ruota intorno a Graziano Tarantini, influente “avvocato d’affari” lombardo, uno dei quattro soci dello studio insieme a Meini e ad altri due professionisti. Figura di spicco di Comunione e Liberazione e rappresentante della Santa Sede presso il Wto, Tarantini è l’uomo che nel 1992 ha fondato la Compagnia delle opere bresciana, il braccio imprenditoriale di Cl. Non solo. Fino al 2014 è stato presidente consiglio sorveglianza A2A, la multiutility dei comuni di Brescia e Milano con un fatturato da 5,6 miliardi di euro. E il suo curriculum di dirigente arriva a interessare centri decisionali sensibili per l’ospedale bresciano, come il consiglio di amministrazione dell’Università degli Studi di Brescia, in cui Tarantini siede dal 2012: “Ospedale e Università sono due soggetti giuridici distinti – replica Maggi – e ognuno è responsabile per sé”. Di fatto, però, gli Spedali Civili sono un’azienda convenzionata in regime di monopolio con l’ateneo bresciano, e il Rettore è chiamato ad esprimere un parere sulla nomina del direttore generale dell’ospedale.
E anche la partita delle spese legali per il caso Stamina, costata all’ospedale più di 2 milioni di euro, è stata gestita interamente con affidamenti diretti a studi esterni dal dirigente degli Affari legali: in quel caso i soldi sono finiti tutti all’avvocato Rocco Mangia di Milano (lo scorso 15 luglio l’ospedale gli ha liquidato in modo “forfettario” l’ultima tranche di parcelle: altri 318 mila euro) sulla base di onorari “fotocopia” di 3 mila euro per causa.
Per regolamentare le spese legali, il 28 gennaio scorso l’ospedale ha deciso di istituire per la prima volta un “elenco aperto di avvocati esterni cui conferire incarichi di rappresentanza e difesa in giudizio dell’azienda”, le cui domande dovranno essere valutate da una commissione interna. La necessità di un maggior controllo sulle spese legali è stata affermata di recente anche dalla Corte dei Conti, secondo cui “prima di procedere al pagamento della parcella presentata dal proprio difensore – ha scritto la Sezione regionale di controllo della Lombardia in un parere del 20 maggio 2015 riferito agli enti locali – (l’ente, ndr) ha il dovere di esaminare la documentazione relativa all’attività svolta dal difensore per valutarne la congruità”.
Dopo sette mesi dal l’istituzione è arrivato il primo atto della commissione interna dell’ospedale: “La settimana scorsa abbiamo pubblicato un elenco professionisti abilitati a collaborare con noi – dichiara Maggi – ma preciso che questo non preclude altre scelte all’infuori di esso”. E mentre le domande di collaborazione degli avvocati erano sul tavolo della direzione dell’ospedale, le cause hanno continuato ad essere affidate allo studio GFT di Meini e Tarantini.
Da noi contattato, lo studio legale GFT precisa di avere “un’esperienza decennale nella responsabilità sanitaria, con gli Spedali Civili ma non solo”. E rispetto al possibile conflitto di interessi nel patrocinio legale dell’ospedale bresciano di un suo socio di spicco, l’avvocato Tarantini, fa sapere che “l’avvocato Tarantini non si occupa di responsabilità sanitaria, ha competenze diverse e segue vicende diverse anche nell’ambito dello studio”. Sulla sua carica nel cda dell’ateneo bresciano – prosegue GFT – “sottolineiamo che l’Università di Brescia è un soggetto distinto da un punto di vista anche giuridico, e la cogestione dei reparti con l’ospedale è molto precisa nella distribuzione delle autonome responsabilità, quindi non c’è commistione da questo punto di vista. Ci sentiamo di escludere qualsiasi punto di contatto”.