Salta il tetto per gli stipendi dei commessi di Montecitorio. La Commissione giurisdizionale per il personale ha infatti accolto i ricorsi dei sindacati e dei singoli dipendenti:  la delibera, però, è stata impugnata all’unanimità dall’Ufficio di Presidenza che ha chiesto l’immediata sospensione degli effetti della decisione.

Con il vecchio sistema, al settembre 2014, un dipendente al livello più basso poteva arrivare ad un massimo di 136mila euro annui lordi contro i 358mila, a fine carriera, di un consigliere parlamentare. Dopo la delibera di un anno fa, le cifre sono scese: il salary cup per i dipendenti di Montecitorio era quindi stato fissato a 96mila e 240mila euro lordi annui.

Con la decisione dei vertici della Camera, il risparmio, nel quadriennio 2015-2018, sarebbe stato di 60 milioni di euro. Adesso invece, se il ricorso dell’ufficio di Presidenza dovesse essere respinto, il risparmio scenderebbe a 13 milioni di euro: a rischio sono quindi 37 milioni.. A a fine carriera, quindi un documentarista potrebbe arrivare a percepire uno stipendio di 230mila euro lordi l’anno ( e non quindi 96mila) contro i 240mila di un consigliere parlamentare, cioè il livello più alto tra le diverse categorie di dipendenti. Durante la riunione dell’Ufficio di Presidenza c’è chi ha sottolineato alcuni aspetti “contraddittori” della delibera della Commissione giurisdizionale. Quest’ultima ha motivato la cancellazione del tetto degli stipendi spiegando che la norma sui sottotetti stabilita un anno fa dai vertici della Camera non trova alcun riscontro nella Pubblica amministrazione.

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