Politica

Caso Azzollini, Orlando: “Su autorizzazioni all’arresto decida la Consulta”

Il Guardasigilli apre a una revisione delle norme sulla valutazione dei presupposti per la revoca dell'immunità: "Il Parlamento è sotto la pressione mediatica, decida un soggetto terzo". Poi il commento alla reazione della vicesegretaria Serracchiani: "Chiedere scusa per il salvataggio di Azzollini? Non lo avrei detto, quando si parla di privazione di libertà personale bisogna conoscere le carte"

“La valutazione sulla congruità o meno della richiesta di arresto di un parlamentare, avanzata dalla magistratura, la dovrebbe fare un soggetto terzo che non può essere né la magistratura stessa e nemmeno il Parlamento”. Dopo le polemiche sul salvataggio del senatore Antonio Azzollini, per il quale l’aula di Palazzo Madama ha respinto la richiesta avanzata dalla Procura di Trani, il guardasigilli Andrea Orlando intervistato a In onda su La7 ha prefigurato una svolta sulla valutazione dei presupposti per la revoca dell’immunità parlamentare. Auspicando, come spiegato poi in un colloquio con Repubblica, che l’autorizzazione alle misure cautelari nei confronti dei deputati e senatori sia demandata a un “soggetto estremamente autorevole” come “la Corte costituzionale“. Un soggetto che “non si trovi, come adesso il Parlamento, sotto la pressione mediatica di essere sottoposto comunque a una scelta politica”. La Consulta sarebbe la scelta giusta perché “considerata la sua autonomia nessuno potrebbe dire che sta decidendo sotto la spinta di un’ondata mediatica”.

Orlando ha poi difeso il salvataggio di Azzollini, per il quale sono stati determinanti i voti del Pd, sostenendo che “chi critica la decisione la fa sulla base di valutazioni di opportunità politica”. Quanto alla presa di posizione della vicesegretaria del partito Debora Serracchiani, che a sorpresa aveva detto “abbiamo sbagliato, dovremmo chiedere scusa per quanto è successo”, Orlando ha commentato che al suo posto non lo avrebbe detto “perché quando si parla di privazione di libertà personale e tutela interessi cittadini credo sia bene, prima di parlare, avere piena contezza della vicenda in sé”.

Il ministro ha parlato anche della nuova legge sul falso in bilancio, in base alla quale è stata annullata la condanna del sondaggista Luigi Crespi: “Sul falso in bilancio c’è stata una pronuncia di una sezione della Cassazione”, ma “aspettiamo altre decisioni di altre sezioni” per vedere quale orientamento sarà prevalente. Gli ermellini hanno annullato perché la nuova norma non contiene più il riferimento alle valutazioni tra gli elementi che costituiscono il reato.