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Formula 1: partenze manuali? Ecco cosa cambia realmente in Belgio

Una delle novità che la Fia ha deciso di introdurre dal Gp del Belgio, in seguito alle proposte avanzate dallo strategy-group, è l’eliminazione di tutti i sistemi elettronici che possono in qualche modo aiutare il pilota durante le fasi della partenza. Va però specificato che non è del tutto corretto parlare, di ritorno alle partenze manuali, di fatto lo erano anche nei Gp precedenti. L’art.20.1 del regolamento sportivo infatti, già in precedenza vietava ogni tipo di aiuto alla guida al pilota. Ciò che ora viene vietato con la circolare emessa dal delegato tecnico Fia, sono i sistemi che permettevano la pre-determinazione automatica del punto di attacco della frizione, cambia quindi solo il modo in cui verranno preparati i settaggi per la partenza. Parlare di abolizione della partenza automatica invece potrebbe far pensare a tutt’altra cosa.

Dal Gp del Belgio il pilota dovrà, infatti, individuare il giusto bite-point (punto di attacco frizione) nelle fasi precedenti alla gara e quindi lavorare al setup della frizione nei momenti in cui sarà possibile effettuare le simulazioni di partenza (generalmente in pit-lane durante le prove o sulla griglia subito dopo la conclusione della sessione), settaggio che non potrà più essere variato una volta uscito dai box per schierarsi sulla griglia di partenza per il Gp. Fino allo scorso Gp invece questo poteva essere predeterminato automaticamente fino a pochi istanti prima dal via, grazie all’utilizzo di quel particolare sistema elettronico – bite-point finder – che individuava e predeterminava il giusto punto d’attacco frizione agevolando il pilota in questa delicata fase di preparazione.

Cercando di entrare più nello specifico il pilota oggi possiede due comandi dietro al volante, sotto le ben note “palette” del cambio, che agiscono sulla frizione: due leve, una sulla parte sinistra ed un’altra sulla parte destra. Una che viene rilasciata pochi istanti prima del via per “pre-ingaggiare” la frizione e portarla immediatamente all’esatto punto pre-calcolato di attacco frizione (bite-point), la seconda invece è quella che consente un rilascio più preciso e che il pilota, grazie ad una modulazione fine, gestisce allo spegnimento delle luci rosse per partire.

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Con il rilascio completo della prima leva si porta la frizione fino all’esatto punto di attacco, mentre con la seconda si gestisce la restante escursione della frizione, quella con cui il pilota effettivamente modula la coppia che il motore trasferisce alle gomme posteriori.

Una partenza che quindi, come in precedenza, rimarrà manuale ma che lascerà al pilota l’incombenza di determinare da solo il giusto punto d’attacco frizione e che evidenzierà probabilmente anche le doti di messa a punto e sensibilità di ogni pilota. Nulla a che vedere con le partenze assistite che avvenivano fino al 2007, ultimo anno in cui era perfino consentito l’utilizzo del traction control, e quindi quando era, di fatto, molto più lecito parlare di partenze automatiche.

Fino allo scorso Gp, già molto era lasciato alla sensibilità manuale del pilota e quindi non è detto che questo cambiamento regolamentare possa effettivamente rendere più spettacolari le fasi di partenza di una gara. Naturalmente il pilota avrà una difficoltà in più, aggravata inoltre dall’eliminazione di tutti quei sistemi elettronici che nelle fasi immediatamente precedenti alla partenza va ad impostare e di cui non se ne conosce, per ovvi motivi , del tutto il funzionamento.

Solo la partenza del Gp del Belgio potrà quindi dirci se effettivamente queste variazioni regolamentari porteranno, o no, beneficio allo spettacolo, di certo resta che, come dettoci da Ivan Zazzaroni nell’ultima puntata radiofonica di “Pit-Talk”: “Quando uno sport cambia sistematicamente i regolamenti, vuol dire che non funziona”. E questo di certo porta al disorientamento continuo dell’appassionato che capendoci sempre meno si disinnamora e allontana.