“Stiamo rasentando la follia, perdendo il buon senso e il rispetto per la montagna. Dovremmo usare la montagna per informare il pubblico sul rispetto ambientale, per salvare il salvabile e non per farne un ulteriore palcoscenico al fine di fare audience”. Una presa di posizione forse un filino esagerata, in realtà, che neppure il più acerrimo dei nemici dei reality show avrebbe immaginato
In principio fu “La Casa” per eccellenza, quella del Grande Fratello. Poi, visto che c’era qualche centinaio di reality da mandare in onda, le hanno pensate davvero tutte: la fattoria, la Talpa in Africa, il passato, il futuro, l’Isola, la scuola, il loft, l’accademia, il mare, Pechino, Pechino in Sud America, l’anno prossimo Pechino chissà dove. Mancava giusto la montagna, per chiudere il cerchio di un genere che mostra la corda da un pezzo, e che resiste e funziona solo quando è declinato in maniera originale e con un lavoro autorale di indubbio valore (vedi Pechino Express, appunto). Il nuovo reality di Rai 2, ambientato appunto in montagna, si chiama Monte Bianco e vedrà protagonisti i soliti vip (o presunti tali) alle prese con Dio solo sa cosa: arrampicate, gite in camporella, chi lo sa.
Bene, a parte il trascurabile arrivo dell’ennesimo reality, condotto da Caterina Balivo, la notizia degli ultimi giorni è che il Club Alpino Italiano di Piemonte e Valle d’Aosta si è arrabbiato assai e ha protestato: “Stiamo rasentando la follia, perdendo il buon senso e il rispetto per la montagna. Dovremmo usare la montagna per informare il pubblico sul rispetto ambientale, per salvare il salvabile e non per farne un ulteriore palcoscenico al fine di fare audience”. Una presa di posizione forse un filino esagerata, in realtà, che neppure il più acerrimo dei nemici dei reality show avrebbe immaginato. Quei precisini del Cai (che, scherzi a parte, sul rispetto per la montagna hanno ragione da vendere) hanno anche corretto la dichiarazione della Balivo, che annunciava felice di “essere pronta con le scarpe da trekking”, chiarendo che “in quota si usano scarponi d’alta montagna e non scarpe da trekking”. Botte da orbi anche per le guide alpine: “Si presteranno a condurre dei vip per permettere loro degli show in alta quota? Mai si rovinerebbero l’immagine per condurre dei neofiti a giocherellare sui ghiacciai. Per questo vi consigliamo di usare fotomontaggi o finti ghiacciai e lasciare la vera montagna dove si trova”. Questo, ammettiamolo, è il vero colpo di genio: il Cai Piemonte e Valle d’Aosta invita la Rai a usare il caro vecchio chroma key, che non si vede in tv dai tempi dei collegamenti di Sandro Paternostro da Londra. Che poi, saranno pure vip, vippetti, morti di fama vari ed eventuali, ma perché le guide alpine dovrebbero rifiutarsi di accompagnarli?
Immaginiamo, e speriamo, che la Rai abbia organizzato tutto alla perfezione, senza alcun rischio per partecipanti e crew. E allora, aspettiamo di vedere cosa andrà in onda, prima di criticare (televisivamente e dal punto di vista ambientale) un programma da cui ci aspettiamo poco, è vero, ma che potrebbe persino sorprenderci, a voler essere ottimisti.