Il filmato dura nove minuti, è senza data e mostra il secondogenito del dittatore maltrattato da alcuni uomini durante un interrogatorio. Stork, numero due di Hrw: "Circostanze eccezionali non giustificano torture o maltrattamenti. Se i contenuti sono autentici, le autorità di Tripoli devono individuare i responsabili"
Torture al figlio di Gheddafi. La procura generale di Tripoli ha annunciato l’apertura di un’inchiesta dopo la pubblicazione di un video, diffuso da un sito di informazione libico, che mostra Saadi Gheddafi, il figlio del colonnello Muammar, mentre viene torturato, durante un interrogatorio, nel carcere di al-Hadba dalle milizie islamiste. In Italia, Saadi ha giocato due partite nel campionato di calcio di serie A con le maglie di Perugia e Udinese. A chiedere alle autorità carcerarie libiche di “indagare immediatamente” è stata la Human rights watch (Hrw). Il video è sul web da due giorni, dopo la condanna a morte per Saif al-Islam, secondogenito di Gheddafi, in relazione alla rivolta del 2011 in Libia contro il regime del colonnello.
Il filmato dura nove minuti e, al momento, è senza data. Saadi è parzialmente bendato, ma riconoscibile. Durante il maltrattamento si sentono urla di almeno altre due persone, presumibilmente anch’esse picchiate. Joe Stork, numero due di Hrw per il Medio Oriente ha dichiarato: “Il video, che sembra mostrare prigionieri che vengono picchiati, solleva gravi preoccupazioni circa i metodi utilizzati per interrogare Saadi Gheddafi e altri detenuti della prigione di al-Hadba di Tripoli. Le autorità devono chiarire esattamente ciò che è accaduto e adottare misure per proteggere tutti i detenuti da abusi”. Hrw ha aggiunto di aver cercato di contattare il direttore del carcere di al-Hadba, che è sotto il controllo di forze alleate con la coalizione Alba della Libia, ma di non esserci riuscita e di non aver potuto verificare l’autenticità del video. “Circostanze eccezionali non giustificano torture o maltrattamenti. Se i contenuti del video sono autentici, le autorità di Tripoli devono individuare rapidamente i responsabili”, ha concluso Stork.
Saadi Gheddafi, dopo esser fuggito dalla Libia nel 2011 perchè coinvolto negli atti del regime, era stato poi catturato ed estradato lo scorso anno dal Niger. Da allora è detenuto a Tripoli, accusato per l’uccisione di un calciatore quando era a capo della Federazione libica di calcio.