Uber è il re dei taxi di lusso prenotabili con una app sul telefonino, Ryanair è la regina dei voli low cost. Uno nasce a San Francisco, l’altra a Dublino. Apparentemente agli opposti come modello di business, se non fosse che Travis Kalanick – ceo di Uber – assomiglia sempre più a Michael O’ Leary – ceo di Ryanair – per aggressività, sparate mediatiche, capacità di fare soldi e dare ansia alla concorrenza.

Uber è pronta ad acquistare nel 2020 tutta la produzione di 500 mila Tesla prevista per quell’anno dal costruttore americano. Perché saranno auto elettriche, perché sarebbero pronte per la guida autonoma. Lo ha detto Kalanick a Steve Jurvertson, uno dei primi a investire su Tesla e nel board del costruttore di modelli a batteria guidato da Elon Musk, un altro che non ha nulla da invidiare a Kalanick e a O’Leary per gli identici motivi di cui sopra.

Ora: Uber è avanti, Tesla pure anche se deve ancora presentare il suo sistema di guida autonoma su cui stanno lavorando GoogleApple e molti produttori di auto tradizionali, il 2020 è domani e io non credo che in cinque anni né Tesla né gli altri avranno risolto tutti i problemi che presenta oggi il progetto.

Però oggi Kalanick brucia O’Leary, e Ryanair non è che va piano. L’anno scorso, per dire, ha superato la cara vecchia Alitalia per numero di passeggeri in Italia.

Carblogger accetta scommesse su auto a guida autonoma, Kalanick, Musk e volendo anche su O’Leary (non volerò mai su Ryanair, per principio, ma chissà).

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