L'agenzia ha modificato da "stabili" a "negative" le prospettive future sull'Unione. Preoccupa "l'utilizzo ripetuto del bilancio Ue per fornire finanziamenti ad alto rischio a Stati membri senza che i Paesi versino il capitale" e la prospettiva che Londra decida di uscire dall'Unione. Pesano anche le garanzie sul piano Juncker
Il prestito ponte alla Grecia, il rischio Brexit e le garanzie concesse sugli investimenti del piano Juncker mettono a repentaglio la solidità del debito della Ue. A dirlo è l’agenzia di rating Standard&Poor’s, che ha abbassato le prospettive future (outlook) sull’Unione europea da “stabili” a “negative”. Significa che il punteggio di Bruxelles, che oggi è AA+ come quello degli Usa, potrebbe essere tagliato.
S&P mette in evidenza i rischi connessi con la crisi della Grecia, in particolare il prestito ponte da 7,2 miliardi di euro versato ad Atene dal fondo di stabilità finanziaria Efsm. A preoccupare è, in particolare, “l’utilizzo ripetuto del bilancio Ue per fornire finanziamenti ad alto rischio a Stati membri senza che i Paesi versino il capitale”. L’agenzia avverte poi che il rating sarebbe ridotto anche se uno qualsiasi dei membri del blocco decidesse di lasciarlo. Il riferimento è al referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione europea annunciato dal premier inglese David Cameron.
Nel mirino dell’agenzia finisce anche il piano Juncker, quello che stando agli auspici del presidente della Commissione Ue dovrebbe mobilitare investimenti per 315 miliardi di euro in tre anni anche se i soldi freschi sul piatto ammontano a soli 21 miliardi. La società di rating sottolinea che le eventuali saranno principalmente a carico dell’Unione europea, che si fa carico della garanzia. Infine, viene citato l’outlook negativo del secondo e terzo Paese che più contribuiscono al bilancio Ue, cioè Francia e Regno Unito.