Il 4 agosto, AQAP, al Qaeda nella Penisola Arabica, ha lanciato un video messaggio risposta all’annuncio di Charlie Hebdo di non pubblicare più vignette satiriche su Maometto.
Infatti, l’editore di Charlie, Laurent Sourisseau, ovverossia ‘Riss’ per i lettori, il 18 luglio scorso aveva dichiarato a Stern: “Non pubblicheremo altre vignette del Profeta Maometto… Abbiamo fatto il nostro lavoro. Abbiamo difeso il diritto alla caricatura…. Abbiamo disegnato Maometto per difendere il principio che ciascuno può disegnare quello che vuole”.
Insomma… Charlie ha tirato i remi in barca di fronte al terrorismo. Oppure la Francia glieli ha fatti tirare dentro… Fatto sta che su Maometto cala il silenzio: sarà così per il resto delle pungenti vignette a tema religioso? Staremo a vedere perché se così non fosse potrebbe dare validità ad alcune argomentazioni dello speaker del video, Khalid Batrafi, che accusa l’occidente di un doppio standard riguardo alla libertà di parola: si tutelano ebrei ed altre minoranze e non gli islamici.
Tornando al video, esso è stato lanciato da Al–Malahem for Media Production, o Malahem Foundation, che è la casa di distribuzione mediatica per Al Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP), ed è titolato: “But if you return, we will return” (video di 9 min. e 41 sec. rilasciato in una pluralità di formati).
Il protagonista è Sheik Khalid Batrafi anche conosciuto come Abu Miqdad al-Kindi: saudita è uno dei leader di AQAP che “controlla” lo Yemen. Il video è in arabo con sottotitoli in inglese e santifica i martiri dell’attentato di Charlie Hebdo e minaccia Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna e i Paesi “infedeli” accusandoli di avere un doppio standard per quanto riguarda la libertà di espressione e di essere incapaci a provvedere sicurezza per i loro cittadini né capaci a tutelare le proprie economie. E’ interessante l’appello che fa ai jihadisti di rendere operative le indicazioni di Inspire. Inspire è il magazine patinato di al Qaeda, distribuito proprio da Al–Malahem for Media Production.
Ma soprattutto su un numero del 2013 il magazine indicava tra i most wanted da ammazzare proprio il direttore di Charlie, poi ucciso, e anche Lars Vilks, altro vignettista sfuggito al successivo attacco di febbraio. Insomma, il video che arriva dallo Yemen non appare solo una minaccia ma sembra anche rinforzare le indicazioni strategiche date ai terroristi zombie del radicalismo terrorista e islamista.