Il ras della cooperativa 29 giugno arrestato per Mafia Capitale come presunto braccio destro di Massimo Carminati racconta quello che ha sentito da Odevaine e da Ferrara, numero due dell'associazione vicina a Comunione e Liberazione, sull'appalto per la gestione 2011 del centro accoglienza profughi
“Lo sa come funzionava? Funzionava così, dottore, glielo spiego”. Per due giorni consecutivi, il 23 e il 24 giugno scorso, Salvatore Buzzi, il ras della cooperata 29 giugno arrestato per Mafia Capitale come presunto braccio destro di Massimo Carminati, ha snocciolato circostanze, affari e nomi al procuratore aggiunto Michele Prestipino e al sostituto Paolo Ielo. Nella sala interrogatori del carcere di Nuoro, a Badu e Carros, dove è detenuto da otto mesi, Buzzi ha riempito oltre 300 pagine di verbale. Molte le dichiarazioni de relato. In particolare su quanto gli riferiva Luca Odevaine, ex membro del tavolo di coordinamento nazionale sull’immigrazione e pedina ritenuta dagli inquirenti fondamentale sulla scacchiera degli interessi dell’organizzazione. Odevaine è già stato interrogato in cerca di riscontri alle dichiarazioni da Buzzi. I suoi verbali sono stati secretati.
L’ex vicecapo di gabinetto di Walter Veltroni, a quanto si apprende, ha ricostruito nei dettagli la vicenda legata all’appalto da 100 milioni per la gestione 2011 del Cara (Centro di accoglienza per i richiedenti asilo) di Mineo sul quale anche la Procura di Catania ha aperto un fascicolo che vede indagate sei persone tra cui, oltre a Odevaine, anche il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione di Ncd, ex presidente della Provincia di Catania. Anche Buzzi sembra conoscere bene i dettagli della vicenda. E il 24 giugno racconta ai magistrati romani quanto sa. O meglio: quanto gli è stato riferito da Odevaine e da Francesco Ferrara, vicepresidente della cooperativa La Cascina e spalla di Carminati.
Ricostruisce Buzzi: “Odevaine stava al tavolo tecnico e incontra Gabrielli” che “gli chiede se trova un sistema per economizzare la gestione veramente dissennata della Croce Rossa” dell’emergenza immigrati. “Odevaine mette in piedi queste gare, anzi mi dice che praticamente la competenza poi passa al presidente della Provincia di Catania come soggetto attuatore del prefetto Gabrielli”.
Quindi passa a Castiglione? Chiede il pm Ielo. “Esatto”, risponde Buzzi. E prosegue: “Odevaine incontra Castiglione, lo invita a pranzo Castiglione e c’è ’sto famoso pranzo in cui c’è ’sta famosa sedia vuota in cui Castiglione gli dice deve venire ‘quello che deve vincere la gara’, questa cosa me la dice Odevaine”.
L’idea è affidarla a La Cascina, ricostruisce Buzzi: Odevaine “gli presenta a Castiglione quelli della Cascina”. Cioè Ferrara. E qui il ras delle cooperative inizia a raccontare quanto saputo da Ferrara su Mineo e come si muoveva per ottenere l’appalto. “Mi disse ‘noi lì noi c’avemo tutto, c’avemo Castiglione, c’avemo Lupi”, legato a Cl come La Cascina. E dopo aver ricordato che come coop finanziavano le campagne elettorali degli esponenti di Ncd, Buzzi aggiunge: “Avevano un rapporto diretto addirittura con il ministro, con Alfano (…) avevano creato un sistema giù in Sicilia intorno a Mineo che è un sistema perfetto, perché la gara che congegna poi Odevaine consente di distribui’ i soldi a pioggia sul territorio. Nel senso che i comuni venivano premiati con circa due, tre milioni di euro, non lo so, però è tutto in chiaro, un centro di accoglienza di quelle dimensioni in un territorio così piccolo”. Tant’è, prosegue, che fu Castiglione a ricoprire un ruolo “di mediatore politico: mette insieme nove comuni, destina 400 assunzioni a 9 Comuni, lì so 400 persone che lavorano”. E come venivano assunti? Chiede il pm. “Su indicazione dei sindaci, tutti i sindaci c’avevano segnalati parenti, amici”.
Sulla base di queste dichiarazioni può “cadere il governo”? Lo disse Buzzi durante una intercettazione. Il pm Ielo glielo chiede. E il ras delle coop sintetizza così: “Beh, il fatto che il ministro Lupi mette in contatto La Cascina (…), che Castiglione è coinvolto così pesantemente nella cosa qualche fibrillazione… poi è una frase a effetto, io ne dico tante, quindi… è una questione politica, queste so’ frasi che uno dice”. Frasi che uno dice. I magistrati stanno cercando riscontri.
Mano a mano che queste frasi vengono divulgate i protagonisti smentiscono ogni coinvolgimento. Negli ultimi giorni è toccato al governatore del Lazio Nicola Zingaretti difendersi in aula. E ancora ieri ha ribadito che Buzzi “ha messo in moto una macchina del fango”. Ieri anche Franco Gabrielli, ora prefetto di Roma, ha preso le distanze dalle dichiarazioni del capo della 29 Giugno. “Stiamo parlando di un imputato che si difende. Parliamo di valutazioni che la Procura non necessariamente prenderà in considerazione”. Sempre che non siano già state confermate da Odevaine.
da Il Fatto Quotidiano del 6 agosto 2015