“Dobbiamo approfittare di una situazione gravissima che interessa la Capitale d’Italia per cambiare la legge sullo scioglimento dei Comuni. Attualmente la legge in vigore mostra molte lacune e non dà al commissario i poteri necessari, anche solo per rimuovere un dirigente colluso”. Lo dichiara la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi, ospite di Omnibus, su La7. “Consiglio vivamente al governo, prima che al Pd” – continua – “di non giocare sulla situazione di Roma in attesa di tempi politici più convenienti. E’ in gioco la Capitale d’Italia. Neanche con lo scioglimento del Comune daremo alla Commissione e al Commissario i poteri di fare interventi forti in una realtà che è diventata tanto fragile e tanto complicata da consentire a una mafietta, come è quella di Carminati e di Buzzi, di arrivare a questi livelli di corruzione”. E spiega: “La storia ci insegna che, anche nei piccoli Comuni, arrivano i commissari prefettizi, che peraltro fanno anche un altro mestiere, stanno lì qualche giorno e nel frattempo tutti quelli che erano i veri compromessi con la mafia restano ai loro posti. Torna quindi la politica e spesso addirittura tornano quelli di prima perché non abbiamo una legge che gli impedisce di candidarsi. Oppure succede quel che accade nella Locride, dove Platì da tempo non fa più neanche le elezioni. Il deserto politico facilita le mafie, i funzionari corrotti, le mafiette locali”. Sulle dichiarazioni di Buzzi, che ha tirato in ballo il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, la Bindi è lapidaria: “In questo momento abbiamo una persona che è accusata addirittura di associazione mafiosa che sta parlando e c’è un presidente di una Regione che è una persona perbene che lo querela. Francamente io da questo punto di vista mi fermerei qua”

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