In un mio post di tre anni fa scrissi del cambiamento che lo Stato provoca sul rapporto medico-paziente. Il medico di base in particolare viene posto dallo Stato come controllore a causa del fatto che non è capace, o per meglio dire, non vuole fare lui controlli appropriati. Stiamo arrivando alla “medicina di stato”. Avremo fiducia?
In fondo se seguissero il mio metodo di controllo pubblicato nel 2003 e nel 2008, le Regioni, e quindi lo Stato, potrebbero meglio usare le Unità Operative di controllo che hanno e che pagano. Unità Operative per ogni specialità che in modo randomizzato vadano a controllare i pazienti, non le cartelle scritte dai medici, per avere più efficacia ed efficienza in modo da cominciare a risparmiare facendo restare in salute i cittadini. Ad esempio solo per la cataratta si potrebbero risparmiare in Regione Lombardia almeno 500.000 euro/annui!
Ma proprio qui viene il problema. Al nostro governo ed al nostro ministro della Salute, Beatrice Lorenzin non interessa risparmiare. Per loro è più facile tagliare senza controllo come hanno previsto nell’ultimo decreto legge posto a fiducia: “Il medico, quando fa la ricetta, dovrà riportare l’indicazione della condizione di erogabilità. Le visite e i trattamenti che esulano da quei paletti saranno a totale carico dell’assistito”.
Quindi da un lato si tende, come ho detto, a rendere il medico controllore non della salute del cittadino ma dei soldi di uno Stato che non riesce a controllare e che, prima, non riesce a risparmiare. Dall’altro si scarica la prestazione sulle tasche dei cittadini con una logica di deviazione della sanità dal pubblico al privato.
La Lorenzin, ad esempio, taglia prima la TAC che il Lucentis! L’Organizzazione Mondiale della Sanità sarà d’accordo con il nostro Ministro? Ma noi siamo in un Paese strano, come dice Maurizio Crozza, in cui per fare l’infermiere bisogna essere laureati mentre per fare il Ministro della Salute basta il diploma classico!