È il terzo disco nel giro di pochi anni il traguardo che il cantautore romano Simone Avincola raggiunge al KM28, titolo che ha scelto perché “28 sono gli anni che compio in questo frenetico 2015, per me ricco di viaggi e concerti”. Quasi tutte le canzoni sono state scritte tra le piazzole degli Autogrill per ricreare le sensazioni che si provano quando si parte o si vuole scappare da una quotidianità divenuta soffocante. Il risultato è un album pop-folk asciutto, diretto e veloce, composto da 10 brani che sono istantanee del nostro tempo, scattate direttamente dai bordi delle autostrade: “Spesso quando mi ritrovo a vestire i miei personaggi – spiega Avincola – uso un linguaggio cinematografico, come se le parole si portassero addosso delle fotografie. KM28 in un certo senso per me è un vero e proprio album di foto”. Musicalmente le influenze sono variegate e numerosi sono i debiti di riconoscenza verso un ventaglio di autori che deve aver ben masticato in passato, da De Gregori a Johnny Cash e tra i brani spiccano Io mi fermo qua in cui si esibisce con un altro cantautore romano, Riccardo Sinigallia; Roma Far West, di cui presentiamo in anteprima il video con l’attore Luca Di Giovanni e #Famosenserfie, brano ironico che chiude il disco con un divertente cammeo di Rosario Fiorello.
Simone, chi è che incontri al km 28?
Al km28 incontro gente nuova, nuovi caselli e nuove lingue d’asfalto che non so dove mi porteranno. E poi Autogrill vuoti, piazzole nascoste, uscite non consentite, cartelli con indicazioni sbagliate e pedaggi a volte troppo costosi. Le autostrade sono tutte uguali, cambiano solo a seconda della direzione che scegliamo di prendere…
I testi come nascono e quali storie raccontano?
I testi io non li ho mai cercati, si sono sempre presentati loro. Generalmente mi bussano alla porta oppure mi passano davanti sculettando o delle volte mi prendono direttamente a schiaffi. Credo che in KM28 il risultato di queste tre tipologie di incontri si percepisca parecchio.
Come nel precedente disco, anche qui prendi le difese dei rejetti (nel brano Er Fuggitivo). Come mai questa tendenza?
Diciamo che non mi sento di prendere le difese di nessuno, mi piace inventare e raccontare la storia di certi personaggi da punti di vista diversi da quelli classici. Er Fuggitivo è la prova che si può raccontare una realtà triste e difficile come quella del carcere, attraverso il sorriso.
Mi spieghi il significato che dai alla copertina?
Quando abbiamo presentato il disco all’Auditorium Parco della Musica, molti hanno pensato che la copertina fosse stata realizzata con un fotomontaggio. Invece no. E’ tutto reale. Ho rischiato la vita! Per creare quell’effetto, Simona Rovelli, la fotografa, mi ha ordinato di restare immobile per 10 minuti mentre a mezzo metro sfrecciavano le macchine, rischiando anche di essere multato! Ecco. Forse la copertina di KM28 è il riassunto del mio mestiere: bisogna rimanere in piedi anche quando il mondo intorno sfreccia a 200 Km orari.
Cos’hai letto e ascoltato durante i mesi di lavorazione dell’album?
Devo essere sincero. Quando scrivo e registro, non amo ascoltare musica e ho sempre letto molto poco. Però da quando ho cominciato la scrittura di alcuni pezzi contenuti in KM28 ho aperto un pochino i miei orizzonti. Sto ascoltando molto folk/rock inglese e americano moderno, e questo lo si capisce ascoltando l’album. In un prossimo ipotetico lavoro però mi piacerebbe osare di più.
Come sono nate le collaborazioni con Fiorello e Sinigallia?
Una “mattina” – verso le 05.00 – prendo la chitarra e mi fiondo all’Edicola Fiore senza sapere minimamente cosa sarebbe successo. Mi ritrovo tanti sorrisi, complimenti e pacche sulle spalle. Quello che ha creato Rosario è un qualcosa di meraviglioso. Energia e serenità pura. Mi ricordo che si complimentò e mi invitò a tornare. Ad oggi ce se vole bbene come si dice a Roma! Ho passato più di una stagione all’Edicola, presentando anche i pezzi di KM28 in anteprima. Poi un giorno Rosario mi ha detto “Avincola! Ma perché non fai un pezzo e lo chiami #famoseNserfi?!?”. Due ore dopo ero a Trevignano Romano, dove vado spesso a scrivere. E’ uscita fuori così per scherzo. L’ho scritta in due giorni, poi abbiamo realizzato il videoclip in cui anche Rosario ha simpaticamente collaborato e in breve tempo ha spopolato sul web. Mi diverte. Non riesco a finire un concerto senza che mi venga chiesta. E’ proprio all’Edicola che ho conosciuto Riccardo Sinigallia che per me è sempre stato un artista con la maiuscola. Un cantautore che è riuscito a inventare un proprio stile sulla canzone d’autore italiana. Gli ho fatto ascoltare il provino di Io Mi Fermo Qua che gli è piaciuto subito, complimentandosi soprattutto sull’arrangiamento che è firmato come sempre dal caro Edoardo Petretti. Siamo entrati in studio e abbiamo registrato immediatamente. Per me è stata davvero una fortuna e un piacere inimmaginabile.
Quali sono le tue ambizioni legate a questo disco?
Quello che voglio adesso è rilassarmi un po’, fare benzina e poi ripartire con Edoardo Petretti (tastiere, fisarmonica) Stefano Ciuffi (chitarre) Matteo Alparone (basso) e Luca Monaldi (batteria) per contare i prossimi chilometri e continuare questo bel viaggio insieme.