Secondo l'ultima rilevazione Ixè per Agorà, solo per il 26% il premier sta mantenendo gli impegni presi sulle riforme. Stessa sorte per la riforma della Pa, che cambia poco per il 66% del campione. Ma quasi il 66% degli intervistati dà ragione al presidente del Consiglio in materia di Sud: il 58% promuove la sua espressione "Basta piagnistei". E il Pd rimane stabile nelle preferenze degli elettori italiani, subendo una lieve flessione dal 33,9% al 33,6%. Il M5S passa dal 23% al 22,7%
Matteo Renzi non sta cambiando la situazione del Paese, ma il Partito Democratico rimane stabile nelle preferenze degli elettori italiani nella prima settimana di agosto, subendo una lieve flessione dal 33,9% al 33,6%. Lo dice un sondaggio Ixè per Agorà, che ha registrato perdita limitata anche per gli altri partiti: il M5S scende dal 23% al 22,7%, la Lega Nord passa dal 15,9% al 15,7 %, Forza Italia dal 10,1% al 10%, mentre Sel guadagna uno 0,3%, salendo al 4,4% dal 4,1% della scorsa settimana. Seguono Fratelli d’Italia al 3,6%, Nuovo Centro Destra al 3,2%, Rifondazione Comunista all’1,3%, Udc e Verdi allo 0,8%, Scelta Civica allo 0,3%. Migliora intanto la disponibilità a votare: se si votasse oggi l’affluenza sarebbe del 64,5%, contro il 61,5% della scorsa settimana.
Ixè ha chiesto agli intervistati un giudizio sulle riforme: quasi due italiani su tre credono che Renzi non stia cambiando realmente le cose. Mentre solo per il 26% il premier sta mantenendo gli impegni presi sulle riforme. Stessa sorte per la riforma della Pa, che cambia poco per il 66% del campione. Quasi due italiani su tre, infine, danno ragione al premier in materia di Sud. Promuove la sua espressione “Basta piagnistei sul Sud” il 58% del campione, mentre Renzi ha torto per il 32%.
Si attesta al 28% la fiducia nel governo guidato dall’ex sindaco di Firenze, perdendo un punto dal 29% della scorsa settimana. Il valore è sostanzialmente stabile da metà giugno. Secondo il sondaggio, tutti i leader italiani perdono un punto nella fiducia degli italiani. Mattarella scende dal 61 al 60%; Renzi dal 31 al 30%; Salvini dal 23 al 22%; Grillo dal 22 al 21%; Berlusconi dal 14 al 13%. L’unico che mantiene la posizione è Alfano, stabile al 12%.