Christian Rosso è il lavoratore dell’ATAC sottoposto a una sanzione punitiva, la sospensione del servizio, per avere esercitato il suo diritto di informazione e di denuncia in relazione alle vicende dell’azienda. La sua colpa? Aver reso pubblico un video in cui contrasta il tentativo di addossare i disservizi del trasporto pubblico a Roma ai lavoratori.
2. l’azzeramento di ogni privilegio sindacale e il rientro in servizio operativo di tutti i “distaccati sindacali” oggi a carico delle casse aziendali;
3. l’allontanamento di tutti coloro che sono stati inquisiti e/o condannati per Parentopoli o altre inchieste giudiziarie;
4. il potenziamento dell’organico del settore operativo;
5. l’avvio di un inchiesta sugli appalti e lo sperpero di denaro pubblico avvenuto negli ultimi dieci anni in Atac;
6. il ritiro dell’accordo dello scorso 15 luglio , lesivo di diritti fondamentali dei dipendenti di Atac;
7. il drastico aumento dei capitoli di spesa su qualità e sicurezza del servizio.
Per aver portato avanti con coerenza e coraggio questi temi Christian Rosso, tentando con il suo video il doveroso dialogo diretto con l’utenza inviperita, è stato sanzionato dai vertici dell’ATAC. Marino e il neonominato Assessore ai trasporti, già noto per essere un talebano della TAV, Stefano Esposito, fanno i pesci in barile. Un motivo in più per mandarli a casa alle prossime inevitabili elezioni comunali romane.
E’ evidente come il necessario risanamento della situazione romana non possa prescindere dalle richieste e dalle conoscenze dei lavoratori direttamente impegnati, in situazioni molto difficili per responsabilità di vertice, a fornire servizi essenziali alla città. Per dirla con un saggio proverbio popolare “Il pesce puzza dalla capa”. Tagliare la capa diventa necessario e urgente per restituire efficienza al trasporto pubblico e a molti altri servizi, che invece si vogliono continuare a fare incancrenire per avallare l’ipotesi della privatizzazione.