Dal Bosforo fino ai confini sudorientali del Paese, non si ferma l'escalation di violenza iniziata dopo l'avvio della campagna di bombardamenti intrapresa da Ankara contro le postazioni del Partito dei lavoratori del Kurdistan e Isis al confine con Siria e Iraq
Una bomba e una successiva sparatoria contro una stazione di polizia: 4 morti a Istanbul. Dove una donna ha esploso colpi d’arma da fuoco contro il consolato degli Stati Uniti. Un soldato ucciso da colpi sparati da guerriglieri del Partito dei lavoratori del Kurdistan, organizzazione al bando in Turchia con l’accusa di terrorismo, contro un elicottero militare nella provincia di Sirnak, dove i miliziani curdi hanno assalto un blindato e ucciso 4 poliziotti. Nove il totale delle vittime. In Turchia, dal Bosforo fino ai confini sudorientali del Paese, non si ferma l’escalation di violenza iniziata dopo l’avvio della campagna di bombardamenti intrapresa da Ankara contro le postazioni di Pkk e Isis al confine con Siria e Iraq.
Istanbul, bomba contro stazione di polizia e sparatoria: 4 morti
La nuova ondata di attentati ha avuto inizio nella notte a Istanbul, dove un attacco bomba contro la stazione di polizia di Fatih nel distretto di Sultanbeyli ha causato il ferimento di cinque poliziotti e due civili. La deflagrazione ha causato un incendio che ha fatto crollare parte dell’edificio a tre piani e danneggiato anche gli edifici vicini e circa 20 auto parcheggiate nelle vicinanze. L’autore dell’attentato è morto nell’esplosione, ha fatto sapere l’ufficio del governatore di Istanbul. L’attacco è stato rivendicato su Twitter dal gruppo Hsb (Unità di difesa del popolo), una sigla di estrema sinistra di recente creazione, aggiungendo che 4 dei loro militanti sarebbero stati uccisi. La notizia non è stata confermata dalle autorità. Nella sparatoria scoppiata durante la ricerca dei responsabili due attentatori e un poliziotto sono rimasti uccisi.
Spari contro il consolato Usa a Istanbul: Dhkp-c rivendica
Ancora spari tra le strade di Istanbul una manciata di ore dopo. Questa volta contro il consolato Usa. Due persone hanno aperto il fuoco verso la struttura che si trova nel distretto di Sariyer ingaggiando una sparatoria con la polizia. Il Partito-Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (Dhkp-c) ha rivendicato l’attacco. E’ lo stesso gruppo armato che il 31 marzo aveva sequestrato e ucciso in un tribunale di Istanbul il giudice il procuratore Mehmet Selim Kiraz, che indagava sulle violenze seguite alle proteste di Gezi Park. Secondo la testata locale Yeni Safak, la polizia ha arrestato due donne: una di loro è Hatice Asik, che avrebbe sparato contro la polizia alla sede diplomatica. Nel 2013, Asik fu arrestata in relazione a un attacco contro una stazione della polizia a Istanbul. La polizia ha bloccato la zona del consolato, dove sono state dispiegate ambulanze e forze di sicurezza.
Sirnak, uccisi un soldato e 4 agenti di polizia
Nella provincia sudorientale di Sirnak, a una manciata di km dal confine con Iraq e Siria, un soldato turco è rimasto ucciso e altri 6 rimasti feriti da colpi d’arma da fuoco sparati da guerriglieri del Pkk contro un elicottero militare. Il velivolo, un Sikorsky, è stato attaccato con cannoni antiaerei e razzi mentre era impegnato a portare militari nel distretto di Beytussebap. A seguito dell’attacco elicotteri Cobra turchi hanno bombardato l’area in cui i guerriglieri erano fuggiti. Sempre nella provincia di Sirnak, i guerriglieri curdi hanno ucciso 4 poliziotti: il veicolo blindato su cui viaggiavano è saltato in aria al passaggio su una mina. L’episodio è avvenuto nel distretto di Silopi, dove venerdì tre curdi erano morti in violentissimi scontri a fuoco con la polizia durati diverse ore in una zona popolata da civili.
Diyarbakir, attaccato un commissariato di polizia
Miliziani del Pkk hanno attaccato anche un commissariato di polizia a Lice, nella provincia di Diyarbakir, nella Turchia sudorientale. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Dogan, precisando che l’attacco è stato condotto con lanciarazzi. Il gruppo di assalitori ha quindi lasciato la zona dell’attentato a bordo di un’auto, ma a causa di un incidente è stato costretto poi a fuggire a piedi nelle campagne che circondano Lice. Nelle stesse ore altri sospetti militanti del Pkk sono stati protagonisti di uno scontro a fuoco con la polizia sempre nella provincia di Diyarbakir. Le forze di sicurezza – ha precisato la Dogan – hanno lanciato un’operazione per arrestare i responsabili.
Ankara: “Guerra sincronizzata contro il terrorismo”
Il mese scorso Ankara ha lanciato quella che ha definito una “guerra sincronizzata contro il terrorismo”. A partire dal 24 luglio l’esercito turco ha lanciato un’ondata di raid contro le postazioni dello Stato Islamico in Siria e del Pkk nel nord dell’Iraq, durante i quali sono stati colpiti rifugi, bunker, depositi e altri punti logistici del Pkk, compresa la zona montagnosa di Qandil , dove si trova il comando curdo. In seguito ai raid che l’aviazione turca sta compiendo contro il Pkk, i miliziani curdi stanno sferrando attacchi pressoché quotidiani contro le forze della sicurezza di Ankara.
Solo domenica la missione americana presso la Nato aveva fatto sapere via Twitter che gli Stati Uniti avevano dispiegato sei caccia F-16 presso la base dell’aviazione militare di Incirlink, nella Turchia orientale, per rafforzare la lotta all’Isis nella vicina Siria. Gli Usa hanno già inviato propri droni dalla base di Incirlik per colpire obiettivi in Siria. Secondo i media, nei prossimi giorni dovrebbero arrivare in Turchia circa 30 caccia Usa per prendere parte all’operazione anti-Is.
Pkk: “Ankara protegge Isis dagli attacchi dei curdi”
“I turchi sostengono di combattere lo Stato islamico, ma in realtà stanno combattendo il Pkk”. Lo ha dichiarato uno dei leader del Pkk, Cemil Bayik, in un’intervista alla Bbc, commentando le recenti operazioni delle forze armate di Ankara. Il governo turco sta agendo in questo modo “per contenere la lotta del Pkk all’Is – ha affermato Bayik, tra i fondatori dell’organizzazione curda – dietro i massacri dell’Is c’è Erdogan. Il suo obiettivo è fermare l’avanzata curda contro di loro (i jihadisti dello Stato islamico, ndr), andando avanti con il suo scopo di turchizzare la Turchia”.
Gli scontri vanno avanti da giorni
In questo contesto si inseriscono gli scontri avvenuti 24 ore prima nel sud-est del Paese tra combattenti del Pkk e forze di sicurezza. Un poliziotto è rimasto ucciso durante l’assalto a una pattuglia nella provincia di Midyat. Nelle stesse ore è morto in ospedale il poliziotto ferito gravemente venerdì nei durissimi scontri nel distretto di Silopi, nella provincia di Sirnak, in cui erano già morto un militare e tre curdi. Un terzo ufficiale è stato invece ucciso mentre era a bordo di un veicolo di guardia nel distretto di Cizre.
Sale così a 32 il numero delle vittime tra le forze di sicurezza turche nell’ultimo mese, dopo la definitiva rottura della tregua con il Pkk. Sono invece 11 i morti e oltre 100 i feriti tra i civili. Secondo le autorità di Ankara le vittime tra i ribelli del Pkk sono 14. I dati aggiornati dell’agenzia di stampa statale Anadolu indicano poi che i combattenti curdi uccisi dall’avvio dei raid aerei turchi nelle montagne del nord Iraq il 25 luglio scorso sono 390.
Siria, Al Nusra si ritira dal nord in vista della zona cuscinetto
Il Fronte Al Nusra, branca siriana di Al Qaida, ha annunciato di avere ritirato i suoi miliziani da una fascia di territorio nel Nord della Siria, alla frontiera con la Turchia, dove fronteggiavano l’Isis e dove Ankara intende creare una zona cuscinetto in base ad un accordo con gli Usa. In una dichiarazione citata dall’agenzia Ap, Al Nusra afferma di non poter collaborare per motivi religiosi all’iniziativa sostenuta dagli Usa. Al Nusra, insieme ad altri gruppi fondamentalisti e dell’opposizione, combatte l’Isis in Siria.