Da sempre gira la notizia che Hollywood sia spietata nei confronti delle attrici, una volta superati i quaranta. Senza necessità di entrare nello specifico, basta dare un’occhiata ai film americani per capire come, una volta superata la soglia degli anta, le donne vengano relegate in ruoli marginali, o quantomeno standardizzati. Vecchie madri, arcigne antagoniste, al limite donne forti e volitive, pronte a ingaggiare battaglie destinate alla sconfitta contro malattie terribili. Poco altro. Poi, fortunatamente, esistono rarissime eccezioni. Donne che sono talmente capaci da essere riuscite a ritagliarsi uno spazio nell’angusto reparto riservato loro dalla fabbrica dei sogni. In genere, se si deve fare un esempio per supportare questa tesi relativa alle eccezioni che confermano la tesi, si cade sempre su un solo nome, sempre quello, Meryl Streep. Al limite ci si sposta su Glenn Close o Diane Keaton, ma con la Streep, è scritto, si va sul sicuro. Questo dimostra come la scarsità di eccezioni non solo confermi la regola, ma getti sul piatto un aspetto inquietante: se non sei mostruosamente brava, molto più di buona parte dei tuoi colleghi maschi, è bene che tu cambi lavoro.
Sia come sia, è proprio di Meryl Streep che si parla qui. E di un nuovo film, di prossima uscita in Italia, il 10 settembre, e uscito da un paio di giorni oltreoceano, in cui dimostra ancora una volta, ce ne fosse bisogno, come alla base del suo duraturo successo ci sia una capacità mimetica senza pari in tutta Hollywood, qualcosa che ha a che fare col sovrannaturale, verrebbe da pensare. Il film in questione è Dove eravamo rimasti, e la storia che racconta è quella di una vecchia rocker, decisamente non baciata dal successo, che a un certo punto della sua vita, diciamo superata da tempo la metà del cammino, decide di mollare tutto per tentare un ultimo graffio da leonessa del rock. Per calarsi nel personaggio, trattandosi di Meryl Streep, non di Pinco Pallino, l’attrice ha avuto come maestro nientemeno che Neil Young. Il cantante canadese ha insegnato alla Streep come muoversi sul palco e come muovere le mani sulla tastiera della chitarra, se vi pare poco. A riprova che Meryl non si è limitata a recitare una parte in un film, ci sono le canzoni che l’attrice canta nella pellicola, alcune delle quali comparse poi in versione completa nella colonna sonora.
Tra queste, brani noti del repertorio di Bruce Springsteen, My love will not let you down, e di Tom Petty, American girl, e soprattutto la bomba delle bombe, una cover di Bad Romance di Lady Gaga che, scommettiamo, diventerà presto uno dei brani in heavy rotation sui vostri lettori Mp3 (scusate il tocco vintage). Il brano lo trovate qui sotto. A questo punto non rimane altro da fare che partire col countdown verso il 10 settembre, e poi tutti al cinema a fare il tifo per la vecchia rocker Meryl. E siccome ci piace sognare, la speranza è quella di vedere, prima o poi, Lady Gaga chiamare sul palco Meryl Streep per un duetto durante un suo concerto.