E’ stata fissata per domani l’autopsia sul corpo di Lorenzo Toma, il 19enne di Lecce morto all’alba di domenica mattina dopo una notte passata nella discoteca “Guendalina” di Santa Cesarea Terme. Nelle prossime ore il magistrato conferirà l’incarico per effettuare le analisi condotte dal medico legale Alberto Tortorella, che potranno chiarire le cause della morte.

Gli amici raccontano che Lorenzo si è sentito male dopo aver bevuto da una bottiglia di Lemonsoda che “un ragazzo, tra i 18 e i 24 anni, con gli occhiali da sole e i capelli castani, ha teso verso Lorenzo, invitandolo a bere“, racconta al Corriere della Sera un’amica. “Quel ragazzo l’ha offerta anche a me, perché io ballavo al suo fianco, ma gli ho fatto di no con la testa”. Di certo, se in quella bottiglietta c’era della droga Lorenzo non lo sapeva – giura la ragazza – perché “noi non ci droghiamo, due giorni fa eravamo andati al Birra & Sound di Leverano e Lorenzo si era preso una birra…”.

E’ grazie alle sue parole che è possibile ricostruire gli ultimi istanti di vita del 19enne. Dieci minuti dopo quelle “due sorsate“, Lorenzo “si è sentito male”. “Una congestione? Non so, la bottiglia non era ghiacciata”, continua la ragazza. “Lui stava ballando, poi mi ha detto: ho caldo, Gloria, che dici se mi tolgo la maglietta? Ma se poi me la tolgo, diranno che sono un mazzaro? (cafone)”. Un’altra amica sta ballando vicino a lui e riprende tutto con uno smartphone. Poi il video finisce, mentre Lorenzo si accascia. Sono da poco passate le 6 del mattino. Gli amici chiamano l’ambulanza, ma quando i sanitari arrivano – “quaranta minuti dopo” dice il manager della discoteca – Lorenzo era già in arresto cardiaco e addosso aveva già macchie ipostatiche. Cercano di rianimarlo: Ci provano per un’ora, inutilmente.

“Ho visto un buttafuori che prendeva in braccio il ragazzo. Gli amici che si agitavano, ma con la calca e la musica non si riusciva a capire bene la gravità della situazione  -racconta a LaPresse un  ragazzo che lavora nel bar della discoteca – Poi quando la musica si è spenta, intorno alle 7, abbiamo sentito le urla” di una ragazza “che continuava a ripetere ‘Non ci posso credere, eravamo venuti solo per divertirci. Non è possibile. Aiuto, aiuto. Non ci posso credere’. E’ stato straziante. Le urla si sentivano sin dentro al locale. Ci siamo sentiti male tutti”.

Intanto il sostituto procuratore di Lecce Stefania Mininni ha aperto un fascicolo di indagine. “Morte come conseguenza di altro delitto”: questa l’ipotesi di reato. Sempre sul fronte delle indagini i carabinieri della compagnia di Maglie continuano a sentire i conoscenti e gli amici di Lorenzo e hanno ascoltato nuovamente il titolare della “Guendalina”. L’obiettivo è capire se qualcuno ha ceduto la bottiglia al 19enne, dentro la quale ci potrebbe essere stata della droga e nel caso risalire a chi gliel’ha passata. Mentre 13 in prefettura a Lecce si terrà una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

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