Il ragazzo si chiamava Andrew Green ed era al volante di un'auto rubata in compagnia di amici. La versione dei fatti diffusa dalle forze dell'ordine non convince però la famiglia. "Era un bravo ragazzo e frequentava un liceo della città" ha affermato la sorella, Taricka Jackson
Nella stessa notte degli scontri avvenuti a Ferguson alla manifestazione in ricordo della scomparsa di Michael Brown, che ha provocato un nuovo stato d’emergenza proclamato dalle autorità locali, domenica 9 agosto agenti della polizia di Indianapolis hanno sparato ad un quindicenne afroamericano, Andrew Green, e lo hanno ucciso.
Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, il giovane era al volante di un’automobile rubata con altre persone e a uno stop non si è fermato, anzi ha accelerato in direzione degli agenti, tentando di effettuare una inversione a U, ma Green ha perso il controllo dell’auto e si è schiantato contro una volante della polizia ferma al posto di blocco. A questo punto, a quanto è stato riferito in un comunicato diramato dalle forze dell’ordine, i poliziotti hanno ordinato al ragazzo di scendere dall’auto, poi hanno aperto il fuoco.
Alcuni testimoni, però, non concordano con la versione della polizia e dicono che il giovane afroamericano non ha cercato di scappare. La ricostruzione degli agenti non convince la famiglia di Green, che ha chiesto ai ragazzi che erano insieme a lui in auto, e che sono riusciti a dileguarsi, a farsi avanti e raccontare quello che è successo. “Era un bravo ragazzo e frequentava il liceo a Indianapolis” ha affermato la sorella, Taricka Jackson.