Ho letto il pezzo di Andrea Scanzi e subito dopo ho controllato i miei piedi per concludere che probabilmente non sarebbero di suo gusto. Ma a parte la confessione sull’amore verso un’estetica feticista, Scanzi immagina opposizioni di masse boldriniane a rimproverargli un palese sessismo. Io che boldriniana non sono stata mai in realtà non ho nulla contro le confessioni maschili di tale natura. Ciascuno ha le fantasie e i desideri più diversi ed è giusto che egli manifesti la preferenza verso una particolare tipologia di piedi e di scarpe. Fossi in lui organizzerei una sfilata di piedi per regalarsi qualche orgasmo e darsi la possibilità di scegliere il piede perfetto, secondo lui.
Io capisco che in estate si è a corto di argomenti e ci si può indignare per amenità di vario tipo, e vorrei fare una confessione anch’io: odio i peli sulle nocche delle mani maschili. Li odio quando vengono fuori dal naso o dalle orecchie, odio le sopracciglia spettinate e odio i peli che si trovano sul corpo in quantità industriale. Odio le maniche di camicia arrotolate che fanno tanto casual di una categoria yuppie che oramai dovrebbe essere tramontata. Odio la barba, folta e meno folta. E’ un vezzo maschile farsela crescere pensando di adornare il mento o dare un’idea di sé un po’ più tenebrosa, ma in definitiva una barba modello hipster è un tratto distintivo di una categoria maschile che reclama la libertà di scelta in fatto di pelo. E io che sono rispettosa di tutte le forme di autodeterminazione osservo la maniera di addobbarsi di certi uomini, mentalmente contesto, ma poi taccio. Non penso che dovrebbero spogliarsi della peluria per piacere a me, per quanto il mio gusto estetico devia da tutt’altra parte. Non dico al tizio con il mocassino che mi sembra parecchio ridicolo, e quando guardo quello che indossa un pantalone un po’ più corto del dovuto, che in Sicilia chiamiamo “all’ancilina“, mi astengo dal commentare. E non commento neppure quando guardo uomini che espongono muscoli con la manica aderente al braccio o la posa che marca la presenza di una tartaruga in pancia. Ecco, io proibirei di esporre le tartarughe, quei ventri piatti che non si capisce a cosa servano. Giocano al rimbalzo? Le usano come racchette da tennis per respingere le palle? Come per quegli uomini che dicono “dammi un pugno” per farti notare la loro virile resistenza.
Poi, ho una particolare avversione per i culi piccoli modello body building. Alle persone che hanno culi di quel genere io proibirei l’uso di jeans stretti. Ma più di tutto, quello che io definitivamente odio, è quando un uomo dice a me come devo conciarmi per piacere a lui. Come se la mia scelta dovesse soddisfare il suo appetito e non il mio immaginario estetico. Perché quell’immaginario è soggettivo, giammai universale, e io dubito che esistano al mondo miliardi di persone che la pensino come me in fatto di uomini, o uomini che la pensino come Scanzi in fatto di piedi. Da feticista, che ama regalare i piedi a chi li sa trattare con desiderio ed eccitazione, sostengo la libertà di autodeterminarsi quando scegliamo le scarpe da indossare, e dunque, dato che Scanzi gioca, e sto giocando anch’io su categorie stereotipate e generalizzanti, dico che alle donne bisognerebbe prestare soccorso ogni volta che crollano miseramente al suolo da un bel tacco 12, o rotolano per la strada per via di una zeppa di 15 centimetri. Vorrei che si spiegasse alle donne che andare sulle punte è pratica delle esperte in danza classica, ma noi, oh Scanzi, giusto noi, perché dovremmo soffrire, d’estate, con questo caldo che fa scrivere amenità tanto per fare?
I piedi sono importanti perché reggono il peso di tutto il nostro corpo. Sono importanti perché conducono ad una corretta postura e se i piedi si muovono male ne risente la colonna vertebrale, le gambe e pure i neuroni accaldati di Scanzi, ci scommetto. Allora per continuare con questa conversazione tra mondi pedestri di diversa natura suggerirei a Scanzi di indossare per una settimana intera delle scarpe chiuse, con tacco dodici, da mattina a sera. Lo invito a dirci quali bestemmie avranno pronunciato i suoi piedi e poi a tollerare, ahilui, la vista di piedi che non gli piacciono e che appartengono a donne che – indovina un po’ – del parere di Scanzi se ne fregano. A tra una settimana allora, cari saluti da Eretica, a piedi scalzi, e comode infradito.