Zoì Kostantopoulou, l'unica che può velocizzare le procedure di voto delle ultime misure chieste dai creditori, fa di nuovo ostruzionismo. Insieme agli altri dissidenti del partito, è già in campagna elettorale. Dura lettera del premier: "La gravità della situazione richiede l'immediata riunione plenaria della Camera". Di fatto, l'approvazione del memorandum sarà l'occasione per il redde rationem
Una lite telefonica con Angela Merkel e una, via lettera, con l’ex amica e compagna Zoì Kostantopoulou, presidente della Camera. Nel mezzo la scissione ormai prossima di Syriza e il terzo pacchetto di aiuti da 86 miliardi per la Grecia, con l’ombra di elezioni anticipate ormai certe. Sono ore di altissima tensione per il premier ellenico Alexis Tsipras, alle prese con il nodo del disegno di legge contenente le misure senza le quali l’accordo con la troika non potrà procedere.
Oggi è atteso delle competenti commissioni parlamentari, ma senza la tanto agognata procedura di urgenza. La numero uno della Camera infatti si è messa di traverso, tanto a Tsipras quanto al memorandum. Non intende dare fiato alla marcia indietro del premier rispetto al programma con cui questo governo è stato eletto nel gennaio scorso, e sta girovagando assieme alla pattuglia dei dissidenti di Syriza per tutto il Paese come se fosse già in campagna elettorale. Il voto del Parlamento greco, nelle intenzioni, dovrebbe svolgersi giovedì sera per consentire venerdì lo svolgimento dell’Eurogruppo. Poi il pronunciamento dei parlamenti tedesco, olandese e finlandese, convocati in seduta straordinaria. Ma i nodi, tanto a Berlino, quanto ad Atene, non si sciolgono.
Mentre fonti tedesche parlano di una telefonata furibonda tra Tsipras e Merkel con quest’ultima intenzionata a caldeggiare ancora l’opzione di un prestito-ponte a favore di Atene, anche in casa Tsipras ha più di una spina nel fianco. Il premier sta tentando la “renzizzazione” di Syriza: il voto non servirà solo per mandare avanti il memorandum ma anche per accelerare la scissione del partito, espellendo i dissidenti, guidati dalla presidente della Camera. Che però sognano l’ex ministro Yanis Varoufakis come nuovo frontman.
L’ex sodale di partito martedì si è rifiutata di convocare, per oggi, la capigruppo per calendarizzare il voto di giovedì, e Tsipras ha subito interpellato il suo vice per procedere di urgenza. Tuttavia solo il presidente dell’assemblea può per legge decidere sulle procedure, quindi se la Kostantopoulou non modificherà il suo atteggiamento tutto potrebbe essere rimesso in discussione anche in zona Cesarini, indipendentemente dall’agenda Tsipras-Troika. “Non possiamo votare alle 6 del mattino, esausti, per dimostrare che noi resistiamo con la troika, queste sono cose da bambini”, ha detto la signora a Tsipras per giustificare la sua posizione. Ma la battaglia è appena iniziata. Il 40enne ingegnere ha replicato a muso duro con una missiva infuocata, visto che i contatti telefonici tra i due sono ormai impossibili, nonostante il tentativo di alcuni pontieri: “La gravità della situazione richiede l’immediata riunione plenaria della Camera per spostare le relative procedure per la ratifica dell’accordo e l’erogazione della prima tranche prevista”, ha scritto alla Konstantopoulou.
A dimostrazione della sua volontà di procedere in solitaria, ecco un’altra stoccata, questa volta contro il “guru” che ha materialmente steso il programma di Syriza con cui ha vinto le elezioni: “La cosa positiva è che questo governo ha molti ingegneri, dal momento che i precedenti economisti sono stati bruciati“, ha osservato Tsipras con palese riferimento a Varoufakis, corroborando la tesi sostenuta apertamente dalla Reuters, secondo cui il suo “licenziamento” ha cambiato radicalmente il corso delle trattative tra Atene e i creditori internazionali.
La sensazione è che, comunque, un’esperienza politica sia giunta al capolinea. Sullo sfondo, però, Tsipras non ha certezze su quali saranno i suoi nuovi alleati. “Sta trasformando Syriza in un Pasok più centrista”, è il ragionamento che va per la maggiore tra gli scissionisti di Syriza. Solo che “Papandreou giunse al potere in una Grecia povera che usciva dalla dittatura dei colonnelli. Mentre oggi Tsipras deve mettere ordine in un Paese con mille debiti e senza futuro”. E con altre urne fra tre mesi.
Twitter @FDepalo