Quando appena 17enne emerge durante una gara canora televisiva, sono molti a spendersi in elogi e a preconizzare un futuro da star per la cantante inglese Joss Stone. Grintosa come una novella Janis Joplin, Joss sorprende tutti con la sua voce e il suo talento, riuscendo a imporsi, sin dall’album di debutto The Soul Session come la nuova icona della musica Soul. Va detto, in molti hanno avuto ragione sulla ragazza: oggi la cantante vanta un curriculum di tutto rispetto, con 12 milioni di dischi venduti nel mondo, due Brit Awards e un Grammy conquistati.
Capelli lunghi biondi e pelle bianco latte, Joss è una che canta e, soprattutto, incanta, come un’autentica lady del Soul: nel tempo però decide di cambiare, di abbandonare la major con cui aveva firmato un ricco contratto, di autoprodursi e di cimentarsi in altri generi. Tante sono le collaborazioni con artisti di livello che nel tempo l’hanno influenzata, come emerge anche nel nuovo disco, il settimo, intitolato Water For Your Soul. Uscito lo scorso 31 luglio, è un giro del mondo in 14 canzoni che la cantante ha scritto dopo un viaggio in camper con il ragazzo, durato quattro anni. Joss ha iniziato a lavorarci mentre era impegnata con la superband Superheavy, quando divideva il palcoscenico assieme a Mick Jagger, Dave Stewart, A.R. Rahman e Damian Marley. Ma più che ad Aretha Franklin e a Janis Joplin, in Water For Your Soul Joss si rifà al pop-soul di Alicia Keys e al reggae di Damian Marley – che ha collaborato attivamente all’album oltre a Dennis Bovell, uno dei pionieri del reggae britannico, e a Nitin Sawhney famoso compositore britannico di origini indiane. Il risultato però è inferiore alle aspettative, musicalmente mediocre e Joss non va oltre il compitino svolto.