Cronaca

Calabria, dopo nubifragio si contano danni: case e negozi distrutti, addio stagione turistica (Foto)

A Rossano 500 sfollati, tra residenti e turisti, hanno trascorso la notte nelle strutture di accoglienza predisposte dopo il nubifragio. Il sindaco Giuseppe Antoniotti lancia un appello al premier Matteo Renzi: "Il Governo mi deve stare vicino perché altrimenti è una città che non riuscirò a ricostruire facilmente". Corrado, villeggiante del camping Oriental Park: "Ho perso tutto, soldi, cellulare, camper, automobile, vestiti ma per fortuna ho salvato la mia famiglia. I vigili del fuoco? Sono intervenuti sostenendo che non c'era da allarmarsi". Legambiente: "Basta lacrime di coccodrillo. Rischi e danni continueranno grazie alla gestione irresponsabile del territorio". In visita il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti

Il giorno dopo il disastro, la costa ionica cosentina si risveglia sotto il sole con strade e cantine tra fango e detriti. E ha inizio la conta dei danni. Case e attività commerciali e ricettive distrutte, campagne devastate, locali allagati. Dopo l’alluvione, Rossano dice addio alla stagione turistica 2015. Il sindaco Giuseppe Antoniotti ai microfoni di inBlu Radio spiega: “I danni sono ingenti, dobbiamo fare un resoconto perché qui ho assolutamente bisogno del contributo del Governo. Il Governo mi deve stare vicino perché altrimenti è una città che non riuscirò a ricostruire facilmente”.

“I lidi sono andati distrutti, anche i ristoranti e le case – dice Francesco Oliverio, residente a Rossano – la stagione estiva è chiusa. Le campagne sono devastate, gli orti distrutti. Mi auguro che il governo accolga la richiesta del governatore Mario Oliverio e ci aiuti, perché l’economia di Rossano è distrutta”. “Fortunatamente non ci sono state vittime, è stato un miracolo, vedendo quello che è successo. La fortuna è che è successo di mattina. Se fosse successo di notte e avesse sorpreso tutti nel sonno, il bilancio sarebbe stato molto più pesante”.

Cinquecento sfollati, tra residenti e turisti, hanno trascorso la notte nelle strutture di accoglienza predisposte dopo il nubifragio. “Questa mattina c’è il sole, speriamo che il bel tempo mantenga – aggiunge – i tecnici hanno lavorato alacremente la scorsa notte per ripristinare i servizi essenziali, dalla luce all’acqua”. Corrado, villeggiante del camping Oriental Park, e decine di altri turisti hanno passato la notte nel palazzetto dello sport: “Ho perso tutto, soldi, cellulare, camper, automobile, vestiti ma per fortuna ho salvato la mia famiglia – racconta – era circa mezzanotte tra martedì e mercoledì quando ha iniziato a piovere forte e per paura di rischiare abbiamo allertato i Vigili del fuoco, che purtroppo sono intervenuti sostenendo che non c’era da allarmarsi. Convinti di ciò siamo andati a dormire e per fortuna ho invitato mia figlia, mio genero ed il mio nipotino di due mesi a dormire nel mio camper e non nel bungalow. Alle 8 del mattino mi sono svegliato e ho tentato di aprire la porta che era bloccata dall’acqua. Per fortuna ho avuto la forza di svegliare tutti e prendere il canotto che avevo per fortuna vicino al camper e iniziare a trasbordare tutti. A piedi ormai nudi ho attraversato il camping per far salire tutta la mia famiglia sul canotto e metterli al sicuro”.

In ballo ci sono anche le responsabilità dell’uomo, e in particolare le deviazioni artificiali dei corsi di acqua, che non hanno potuto seguire il loro sfogo naturale andando a distruggere uno dei muri di contenimento adiacente alla statale 106 e invadendo il paese. “La spinta dell’acqua ha fatto crollare uno dei muri di contenimento delle fiumare, nei pressi della statale 106, e l’acqua, anziché incanalarsi nell’alveo, è finita in paese, devastando tutto”, prosegue. Legambiente punta il dito contro le amministrazioni che non hanno fanno nulla per contrastare la cementificazione selvaggia: “Basta lacrime di coccodrillo. Rischi e danni continueranno grazie alla gestione irresponsabile di un territorio che dimostra tutta la fragilità di una regione con l’89% dei Comuni a forte rischio idrogeologico, dove il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo non conoscono freno”.

“I tecnici stanno lavorando per ripristinare i servizi essenziali ma i danni sono enormi”, racconta ancora Oliverio, che vive a Rossano dal 1972 e, continua a ripetere, “una cosa simile in più di 40 anni non l’ho mai vista”.
Dal suo orto, dove questa mattina, approfittando del sole, si è recato per fare un sopralluogo, Oliverio, come tanti altri suoi concittadini in queste ore, fa la conta dei danni. “E’ impressionante, le campagne sono devastate, l’orto ormai è distrutto”, racconta. La speranza, ora, è che “non torni la pioggia”.

Oggi la situazione sembra migliorata grazie al deflusso dell’acqua che ieri non riusciva a liberare le strade, ma sarà comunque un’altra giornata di lavoro per liberare strade e locali allagati. Intorno a mezzogiorno a Rossano sono attesi il capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio e il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.