La fase Zero si è quasi del tutto già svolta (scade anch’essa il 14 agosto) ed è servita ad assumere per il normale ricambio, con le regole di sempre. Quest’anno, secondo i dati del Miur, 36.627 precari hanno ricevuto la proposta di lavoro a tempo indeterminato per semplice turn-over in fase Zero, e l’hanno dunque ricevuta nella propria provincia di residenza.
La fase A è il primo spezzone del piano straordinario di assunzioni previsto dalla riforma della Scuola del ministro Giannini, ai più noto per il discutibile nome #LaBuonaScuola. Per essere assunti nella Fase A, che riguarderà altri 10.849 posti, non serve presentare alcuna domanda; saranno i precari più in alto nelle graduatorie a esaurimento (GAE, dove ciascun precario ha un punteggio sulla base dei propri titoli accademici e del proprio servizio svolto come insegnante) o nelle graduatorie di merito (GM, cioè i vincitori del concorso del 2012) a ricevere dal Miur una proposta di lavoro a tempo indeterminato tramite posta elettronica certificata. In questo senso, è bene che ogni precario si apra una casella di posta elettronica certificata, dal momento che i tempi per rispondere da quando si riceve l’offerta di lavoro sono stretti (10 giorni) e la risposta ha valore solo se arriva tramite posta certificata.
La fase B e la fase C sono le ultime due stabilite dal piano di assunzione straordinaria della riforma della Scuola voluta dal governo Renzi. Per essere assunti in una di queste due fasi è necessario presentare domanda sul sito del Miur. Sebbene le due fasi differiscano anche per altri motivi, la distinzione principale è che gli assunti in fase B riceveranno la proposta fra l’ultima settimana di agosto e la prima di settembre, per cominciare a lavorare a metà settembre 2015, mentre gli assunti in fase C riceveranno la proposta di lavoro attorno a metà novembre 2015 per cominciare a lavorare a settembre 2016.
La domanda non è obbligatoria: chi non la presenta rimarrà iscritto nelle Graduatorie, valide fin tanto che non saranno esaurite. Il punto, che non era chiaro in un primo momento, è stato chiarito dal ministro Giannini. Tuttavia, chi dovesse far domanda e poi non dovesse accettare il posto di lavoro, sarà depennato dalle Graduatorie e perderà ogni diritto, in quanto il Miur considera che chi rifiuta un lavoro a tempo indeterminato nella scuola, ha già un altro lavoro.
Non ci sono precedenti di un piano di assunzioni così massiccio nella Scuola pubblica. Per capire la portata, basti pensare che la Scuola media italiana è passata da 147mila a 282mila professori in vent’anni (dal 1963 al 1983). Tuttavia, alcuni sindacati hanno protestato sostenendo che i precari abilitati dovrebbero essere tutti assunti nella loro provincia di residenza, e non su scala nazionale, come le fasi B e C comportano.
A essere precisi, il piano nazionale non è del tutto nazionale: a ogni precario che ha intenzione di fare domanda è chiesto di stilare un elenco in base alla propria preferenza di 100 province su 108. Stando poi alla 22esima delle “risposte a domande frequenti” (FAQ) del Miur, il ministero incoraggia i dirigenti scolastici ad andare quanto più possibile verso i desiderata dei precari. Il Miur ha anche anticipato, ieri, la circolare sulle supplenze, che dovranno essere decise entro l’8 settembre, in modo da consentire a chi dovesse essere assunto lontano da casa di poter optare invece per una supplenza nella propria provincia. Si prevede, dunque, che un altissimo numero di precari sarà in effetti assunto nella prima o tutt’al più nella seconda provincia selezionata da chi farà domanda.
Ciò nonostante, molti sindacati e precari hanno parlato di “deportazione” e si stanno in queste ore lamentando in tutti i modi, anche su Facebook. Al di là del fatto che le “deportazioni” nel vocabolario italiano identificano eventi tragici che nulla hanno a che fare con un’assunzione a tempo indeterminato di massa e col banale concetto che è la gente ad andare dove c’è il lavoro, e non viceversa, c’è da dire che chi proprio non può spostarsi nemmeno per un anno (al termine del quale si può fare eccezionalmente domanda di trasferimento) dalla propria provincia per motivi personali, non deve fare domanda.
In questo modo, infatti, non parteciperà al piano straordinario di assunzione e però non perderà alcun diritto: potrà aspettare di essere nominato per una supplenza, come accadeva prima della riforma.
Inoltre, sul finire del 2016 il Miur ha annunciato che ci sarà uno speciale concorso pubblico per soli abilitati, che servirà ad assumere altri circa 60mila precari. Unico aspetto parzialmente negativo: con 100mila assunzioni a tempo indeterminato a partire da quest’anno scolastico, il Miur si aspetta di aver meno bisogno di insegnanti supplenti rispetto all’anno passato. E’ naturalmente una buona notizia per gli studenti, i genitori e in generale la Scuola italiana, ma meno buona per quei precari (abilitati o non abilitati) che contavano solo sulle supplenze nella propria provincia di residenza.