L’Italia sarebbe certamente un Paese migliore se, al posto della mediocrità e del familismo, trionfassero il merito e la qualità. Ma se così non è, di chi è la colpa se non degli italiani, solitamente inerti ed assuefatti ad ingiustizie di ogni tipo?
Stupisce dunque che l’apparentemente insignificante notizia che Aurora Ramazzotti presenterà X-Factor abbia improvvisamente sollevato un tale vespaio di polemiche.
Eppure in questo caso non si tratta di un posto pagato con soldi pubblici, ma di un incarico offertole da un gruppo televisivo privato; e sinceramente non vedo chi potrebbe stupirsi del fatto che la figlia di Eros e di Michelle Hunziker segua le orme dei famosi genitori nel mondo dello spettacolo. Resta inoltre da dimostrare che Eros Ramazzotti abbia esercitato la propria personale influenza per piazzare la figlia a Sky; e quando in difesa di Aurora egli afferma che “è così la vita”, purtroppo non fa che dire una palese verità, visto che non solo in Italia, ma ovunque nel mondo sono numerosissimi i figli d’arte, come si può constatare consultando Wikipedia.
D’altra parte, non è illegale avere ascendenze importanti e proprio non si vede per quale ragione una persona che le ha dovrebbe rinunciare al cognome che si ritrova o essere obbligata a complicarsi inutilmente la vita lavorando in un settore diverso da quello dei propri genitori, tanto più che non si tratta certo di un fenomeno circoscritto al solo mondo dello spettacolo.
Per fare un esempio attinente ai temi trattati di solito in questo blog, anche nell’ambito del cosiddetto no-profit, quando nel 2010 Cecilia Strada divenne presidentessa di Emergency, portava di sicuro solidi valori, tanta motivazione e tutta la migliore volontà, ma forse tutto ciò non era sufficiente a rendere il suo curriculum molto migliore di quello di tanti altri professionisti del settore, italiani e non.
Per quel che è dato trovare su internet, Cecilia vantava in effetti all’epoca una laurea in sociologia e due anni di esperienza professionale come “componente dell’ufficio umanitario dell’Ong”, più o meno le stesse qualifiche normalmente richieste da Emergency per assumere un banale amministratore di progetto: sufficienti però, nel suo caso, per affidarle la guida di un’organizzazione con un bilancio di circa 39 milioni di euro all’anno e quasi 3.000 dipendenti (tra personale espatriato e locale) che operano in paesi ad alto rischio come Iraq, Afghanistan, Sierra Leone, Repubblica Centrafricana e Sudan, oltre all’Italia.
Si tratta ovviamente di una responsabilità maggiore di quella della futura presentatrice di X-Factor; e come osservò a suo tempo la giornalista Valentina Furlanetto: “Quando si tratta di operare e fare ricerca, devi avere le competenze. Lo stesso vale sul fronte gestionale, prendiamo il caso di Emergency: guidare una macchina di quella grandezza può essere rischioso per una persona che come dote porta soltanto il cognome”.
Quella della Furlanetto rimase una voce fuori dal coro, perchè non vi fu, al momento della nomina della figlia di Gino, nessunissima levata di scudi simile a quella a cui stiamo assistendo in questi giorni. E d’altra parte, da allora, non dubitiamo che la giovane Cecilia avrà avuto modo di provare le proprie qualità anche al di fuori dalla cerchia familiare.
E visto che “la vita è così”, perché mai alla figlia di Eros non dovrebbe essere data una possibilità di fare altrettanto?