Per il terzo anno consecutivo il patron della Luxottica rimane in vetta alla classifica stilata da Milano Finanza, con partecipazioni per 24,1 miliardi di euro. Sale dal quinto al secondo posto Stefano Pessina. Seguono a ruota i Benetton, Prada, Gianfelice e Paolo Rocca e gli Agnelli
Il Paperon dei Paperoni italiano rimane Leonardo Del Vecchio. Il patron di Luxottica si conferma il più ricco dei connazionali in Borsa, con partecipazioni per 24,1 miliardi di euro, e per il terzo anno consecutivo è in vetta alla classifica stilata da Milano Finanza. Il patrimonio di Del Vecchio è salito in un anno di 9 miliardi (+59%) e deriva dalle partecipazioni in Foncieres des Regions, Generali, Space 2 e UniCredit, che si aggiungono alla quota di controllo del gruppo dell’occhialeria.
Scala cinque posizioni, piazzandosi al secondo posto, Stefano Pessina, con 18,2 miliardi: un anno fa era appena settimo. Il suo progresso è legato alla quota nel gruppo delle farmacie Walgreens Boots Alliance, il cui valore è salito da 3,4 a 18,2 miliardi. A ruota seguono i fratelli Benetton, quarti lo scorso anno con 8,8 miliardi, che mantengono le partecipazioni in Atlantia, Autogrill, Caltagirone Editore, Mediobanca, Pirelli e Wdf. Calano di un gradino, invece, Miuccia Prada e Patrizio Bertelli: la loro partecipazione in Prada oggi vale “solo” 8,5 miliardi, due in meno rispetto all’anno scorso. Perdono ben tre posizioni, dal secondo al quinto posto, i fratelli Gianfelice e Paolo Rocca, con la partecipazione in Tenaris che è scesa da 11,4 a 8,4 miliardi.
Mantengono la sesta piazza le famiglie Agnelli-Nasi, che però hanno aumentato il proprio capitale, grazie a un aumento del 67,7% della partecipazione in Exor, passata da 3,46 a 5,8 miliardi. Passa dal nono all’ottavo posto anche Silvio Berlusconi, che grazie ai rialzi delle quotazioni di Mediaset, Mediolanum, Mediobanca, Mondadori e MolMed ha visto aumentare il proprio patrimonio personale da 3 a 4,5 miliardi. Completano la top ten Emmanuel Besnier, che ha il 3,6% in Parmalat ed è passato dalla quinta alla nona posizione, e la famiglia Boroli-Drago, stabile al decimo posto, con i 3,1 miliardi di valore delle partecipazioni in Antena 3, International Game Technology, DeA Capital, Generali e GreenItaly1.
La classifica conferma tra l’altro l’interesse della People’s Bank of China, la banca centrale cinese, per l’Italia: il valore delle partecipazioni è salito da 3,1 a 5,6 e il pacchetto include azioni Enel, Eni, Fca, Generali, Intesa SanPaolo, Mps, Prysmian, Saipem, Telecom, Terna e UniCredit.