L'esito degli esami tossicologici esclude l'assunzione di droghe di Lorenzo Toma che si è sentito male al Guendalina di Santa Cesarea Terme. "Aveva una grave cardiopatia"
Nessuna droga. Niente alcol. Lorenzo è morto per cause naturali. A causa di quella patologia congenita che non sapeva di avere. E’ morto in discoteca, al “Guendalina” di Santa Cesarea Terme (in Salento), per caso. Poteva morire in qualunque altro posto e in qualunque altro momento. Lo aveva anticipato il primo esito dell’autopsia eseguita tre giorni fa dal medico legale Alberto Tortorella con la quale era emersa la cardiomiopatia ipertrofica. Lo confermano, ora, i primi risultati degli esami tossicologici sul corpo di Lorenzo Toma morto domenica notte nel locale “dello sballo” salentino. “Non è stata rinvenuta alcuna sostanza stupefacente – ha detto il procuratore capo di Lecce, Cataldo Motta – né a livello di urine, né di sangue, né nel contenuto gastrico”. Motta ha aggiunto che è “confermato che la causa della morte è quella naturale dovuta alla cardiomiopatia ostruttiva (ipertrofica, ndr) della quale era affetto per malformazione genetica”.
Motta ha spiegato che i test non hanno fatto emergere niente “neanche in riferimento ad un tempo passato. Gli esami biologici non hanno riguardato la presenza di alcol perché questo comunque non avrebbe inciso sulla morte”. Anzi: “L’alcol – ha aggiunto – essendo un vasodilatatore avrebbe persino potuto procurare effetti positivi alla patologia di cui Lorenzo soffriva, una cardiomiopatia ostruttiva che spesso causa una morte improvvisa e che essendo asintomatica è difficile da diagnosticare”.
Le cause che hanno portato alla morte Lorenzo, dunque, non hanno nulla a che vedere con il consumo di droga o di alcol come era stato ipotizzato subito dopo il malore. Che avevano spinto il sindaco di Gallipoli Francesco Errico a lanciare una dura critica nei confronti delle famiglie: “Se esercitassero un po’ più di controllo sui figli non morirebbe un 18enne la settimana in disco. Se non sai educare non procreare“. Non solo. Sulla morte di Lorenzo, arrivata pochi giorni dopo quella di un 16enne al Cocoricò di Riccione per overdose, era intervenuto anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano che ha inviato una direttiva a questori e prefetti per rafforzare la prevenzione nei luoghi di ritrovo soprattutto nelle ore serali e notturne. Il deputato pugliese Nuccio Altieri (Conservatori e Riformisti) aveva invece chiesto che il ministero dell’Interno attivasse “immediatamente una importante operazione di controllo in tutta Italia con cani antidroga all’ingresso delle discoteche”. Mentre il Codacons aveva commentato: “Un’altra morte in discoteca che mette ancora più in risalto, dopo il caso del Cocoricò di Riccione, la necessità impellente di un giro di vite nelle discoteche italiane e nei locali della movida”.
Nel frattempo riaprirà nella serata di Ferragosto il “Guendalina”: la scomparsa di Lorenzo sarà ricordata con la scritta “Lorenzo, uno di noi” che sarà proiettata su due grandi ledwall. L’ad del locale Vincenzo De Robertis ha annunciato, intervistato da Radio Norba, che ai giovani presenti saranno trasmessi messaggi sugli schermi, in consolle e al bar su alcol e droghe. Adeguandosi alle disposizioni varate dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, nella discoteca la somministrazione di alcol sarà consentita sino alle 3 del mattino. Dalle 4 i decibel diminuiranno progressivamente per consentire il deflusso. Ma non sono le uniche novità apportate. “Abbiamo incrementato il servizio di sicurezza privato – ha aggiunto De Robertis – e ci saranno due ambulanze pronte ad intervenire in caso di necessità”.