Sono iniziate le operazioni di imbarco di centinaia di migranti siriani su una nave ormeggiata sull’isola greca di Kos, dove nei giorni scorsi sono arrivati diverse imbarcazioni provenienti dalla Turchia piene di immigrati. La Eleftherios Venizelos, nave inviata venerdì scorso dal governo di Atene per fungere da centro galleggiante per l’accoglienza e la registrazione, fornirà alloggio a circa 2.500 siriani, che hanno la precedenza in quanto presumibilmente aventi diritto allo status di rifugiati, rispetto ai migranti economici.
L’imbarco, che doveva iniziare ventiquattro ore prima, è stato ritardato perché le autorità elleniche temevano disordini. I siriani stanno salendo sull’imbarcazione a gruppi di venti persone per volta.
Secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni sono circa 34.500 le persone sbarcate nelle isole del Dodecaneso tra gennaio e luglio, mentre oltre 61.600 hanno toccato terra a Lesbo, nell’Egeo del nord. E mentre la situazione resta difficile, Frontex – nonostante abbia i fondi necessari per pagare gli affitti – si trova senza i mezzi necessari per garantire la missione di pattugliamento in mare Poseidon. Intanto da Bruxelles dovrebbero arrivare presto circa 32,74 milioni di euro. Un primo esborso di 30 milioni sarà effettuato non appena il governo Tsipras renderà operativa l’autorità di gestione degli aiuti. A questo si aggiungerà uno stanziamento di 2,74 milioni dei fondi di emergenza – a cui la Commissione sta lavorando – per sostenere la prima accoglienza dell’Unhcr ai migranti sulle isole.
Ma al di là delle misure più immediate, la Commissione europea rilancia sui centri di smistamento nel Pireo per dividere gli aventi diritto a chiedere asilo dai migranti economici) e dei rimpatri veloci. Una riunione a questo proposito è prevista per il 25 e 26 agosto. Mentre Avramopoulos sarà presto in Turchia per “raddoppiare gli sforzi di collaborazione” col governo di Ankara, per fermare i flussi.