Il figlio della coppia in carcere per le aggressioni con l'acido è nato nella notte tra il 14 e il 15 agosto nella clinica Mangiagalli di Milano. Nell'attesa della decisione dei giudici la madre non può vedere il bambino
Sarà depositato oggi al Tribunale dei minori un ricorso per l’adottabilità del bambino avuto da Martina Levato, la donna condannata a 14 anni per le aggressioni con l’acido insieme al compagno Alexander Boettcher. Il bimbo è nato nella notte tra il 14 e il 15 agosto nella clinica Mangiagalli di Milano. Il ricorso a quanto si è saputo, presentato dal pm di turno dei minori, Annamaria Fiorillo, comporterà l’apertura di un fascicolo da parte dei giudici e la fissazione di un’udienza.
Intanto la Levato e il suo bambino, nato la notte scorsa, non potranno stare insieme fino alla decisione del Tribunale dei minori. Sono le indicazioni date dal pm Fiorillo, e che – è stato spiegato – sono “di prassi” in casi delicati come questo e servono a far sì che i giudici minorili “prendano le loro decisioni nell’assenza di condizionamenti derivanti da aspettative” da parte delle persone coinvolte. I giudici dei minori dovranno decidere se il neonato possa stare con la madre all’Icam o debba invece essere adottato da un’altra famiglia. Una soluzione questa che vede la contrapposizione dei nonni che hanno più volte detto di volersi fare carico del piccolo.
“La madre di Martina – ha riferito il suo legale Laura Cossar – non ha di fatto potuto assistere al parto in quanto è stata allontanata nel momento in cui è stato deciso il cesareo”. “E’ profondamente amareggiata per il trattamento che ha subito – ha detto l’avvocato -, a Martina non è neanche stato consentito di allattarlo”. Polemiche anche dalla famiglia di Boettcher: “E’ stata una crudeltà quella di separare Martina dal suo bambino dopo il parto”, ha detto la madre di Alexander che ha poi chiesto “un minimo di umanità”.