Il presidente dei vescovi italiani attacca le Nazioni unite, "centro di potere politico, ma anche finanziario". Il presidente della Lombardia gli dà ragione ma se la prende con Renzi: "Non fa altro che imporre con la forza l'invio di clandestini nelle regioni di centrodestra"
Nuovo fronte polemico sull’immigrazione. Questa volta ad aprirlo è il cardinale Angelo Bagnasco, che critica duramente le Nazioni Unite. Il governatore lombardo Roberto Maroni gli dà ragione e attacca il governo “incapace”. E dichiara: “E guerra sia”.
“Mi chiedo se questi organismi internazionali come l’Onu, in modo particolare, che raccoglie il potere politico ma anche il potere finanziario, hanno mai affrontato in modo serio e deciso questa tragedia umana“, dice l’arcivescovo di Genova e presidente Conferenza episcopale italiana. Bagnasco ha parlato a margine dell’incontro con i profughi nel seminario arcivescovile di Genova. Secondo il sacerdote la polemica sull’immigrazione “non fa onore alla nostra civiltà in particolar modo a quella occidentale” ed è “una vergogna per tutta la coscienza del mondo ma può e deve essere anche una sfida da affrontare con serietà”.
“Condivido le parole del presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che denuncia, come faccio io da tempo, l’incapacità dell’Onu e della comunità internazionale di affrontare con decisione la questione immigrazione”, ha poi postato su Facebook il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Che poi però, passando a Twitter, affonda su Renzi: “Sull’immigrazione un governo incapace non sa fare altro che imporre con la forza invio di clandestini nelle Regioni di centrodestra. E guerra sia”.
Non è la prima volta che un esponente della Cei interviene in questi giorni per stimolare la politica italiana. Dopo le parole del Papa che ha definito “un atto di guerra respingere gli immigrati“, era stato monsignor Nunzio Galatino, segretario generale Cei, a esporsi per criticare i discorsi dei politici che chiedono soluzioni più dure per affrontare il problema affermando: “Sull’immigrazione sentiamo affermazioni insulse di piazzisti da quattro soldi che parlano pur di prendere voti”. La risposta di Matteo Salvini non si era fatta attendere: “O non ci capisce o ci guadagna” e, poi aveva aggiunto, “conosco di uomini di Chiesa che non la pensano come questo vescovo comunista”.
Stamattina monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, in un’intervista al Tempo osservava che l’Italia sull’accoglienza “si è un po’ persa”, ma assicurava: “Non è un’invasione. Centocinquemila migranti sbarcati in sette mesi per un Paese di 60 milioni di abitanti come l’Italia non sono un’emergenza”. Un pensiero in linea con quanto affermato pochi giorni fa da Galatino che portava l’esempio della Giordania. Questo Stato del vicino Oriente è popolato da circa 6 milioni e mezzo di persone, ma – secondo il segretario generale Cei – accoglie “due milioni e mezzo di profughi che vengono accolti: probabilmente hanno solo un cuore un poco più grande“. E a ciò Perego aggiungeva un altro elemento: “L’emergenza nasce se non c’è organizzazione nell’accoglienza e mi sembra che il governo non stia facendo molto per evitarlo. Stipare i rifugiati in Cara da 3.500 posti, come quello di Mineo, non è la soluzione migliore. Meglio piccole strutture, alberghi, ostelli, case sfitte. Non vanno creati ghetti”.